Cronache di Mirko: Lasciarsi Andare (Cap. 10)

CAPITOLO 10 – LASCIARSI ANDARE

La musica è una dolce melodia che mi accompagna nel rilassamento, chiudo gli occhi e la voce registrata nell’audio spiega i passi da fare per raggiungere una pace interiore perfetta.

Respiro profondamente dentro di me, inspiro ed espiro molto lentamente, con la pancia, distendo i muscoli uno alla volta. Rilasso le spalle e le braccia, porto l’attenzione sul respiro sempre più lento e profondo, porto il rilassamento in ogni parte del corpo, con tutta la calma del mondo, una alla volta, mentre rimango cosciente del mio respiro lento e profondo. Visualizzo luce che entra attraverso l’aria nei miei polmoni e che si diffonde in tutto il corpo.

Il rilassamento ha bisogno del suo tempo, non può stare al passo della fretta quotidiana. Me lo concedo interamente, solo per me stesso, per la mia evoluzione.

L’energia si avvicina a me e mi avvolge come un mantello, ha in seno il caldo tepore del fuoco e la dolcezza di un abbraccio. Mi rilasso sempre di più, ogni tensione del mio corpo si scioglie e la luce scende come un balsamo dentro al cuore, sprigionando amore verso tutto ciò che esiste.

Questa energia mi dà pace, conforto, dolcezza e una forte sicurezza. Mi sento così protetto che mi lascio andare completamente, consapevole che questa luce mi difenderà da tutto e nulla potrà mai nuocermi.

Il mondo attorno a me inizia a tremare e infine si frantuma in tanti tasselli, trasformando la realtà in un mosaico che si polverizza, rivelando il biancore accecante che c’era dietro, la tela dell’artista prima che diventi opera.

Non esiste più la concezione dello spazio, non ci sono direzioni o punti di riferimento, ci sono solo io, luce nella luce. Sto fluttuando in un mare di energia nella beatitudine più totale e sento che nulla può più nuocermi. Mi abbandono alla luce e sento questa energia che mi scalda e si compatta attorno a me, non è solo energia ma è coscienza: un essere molto evoluto e diverso da qualsiasi cosa io abbia mai visto, forse è la vita stessa.

Tu sei Dio?

La luce mi riempie e sembra che non ci sia una fine a quanta ne possa prendere dentro di me, sento come mi fortifica, come mi guarisce e come mi libera dalle catene. Mi culla dentro di sé e c’è una tenerezza che ricorda l’affetto materno. Mi lascio andare ancora di più, fondendomi con l’infinito, e mi sento come un neonato stretto al seno della mamma.

La luce trabocca in ogni parte della mia anima e sento che qualcosa si stacca da me: sono i miei problemi e le mie preoccupazioni che se ne stanno andando via per dissolversi nell’infinito, spurgati dall’energia che mi riempie e m’illumina. È come se quell’energia volesse dirmi che se ne occuperà lei, che non devo più preoccuparmi perché risolverà tutto.

Libero dai miei problemi posso finalmente godermi la pace profonda e perfetta, posso permettermi di essere vulnerabile e sciogliere le mie debolezze. Mi sento libero come non lo sono mai stato.

L’energia è tutt’attorno a me e mi ama, mi rispetta, mi cura, mi consola e rende vivo ogni attimo della mia esistenza. Questa pace è a portata di mano, devo solo rendermene conto e riempire la mia vita di luce.

Riapro gli occhi e la sala dell’acqua è più brillante che mai. Caterina mi guarda sorridendo, beata come lo sono io. Splende come una stella.

Quando mi alzo in piedi mi sento pieno di vigore e in pace con tutto ciò che esiste, è un rilassamento più potente di quello di un centro benessere, va in profondità oltre i muscoli e le ossa per estendersi fino alla mente e all’anima. Provo un sentimento d’amore incontenibile che non so come manifestare e allo stesso tempo mi sento come se avessi dormito fino a ricaricarmi completamente.

Caterina mi stringe in un abbraccio affettuoso e per un po’ rimaniamo così, uniti e immobili, con la nostra energia che ci circonda ricordandoci l’infinito.

È così meraviglioso…

Anche Geno sorride, è impossibile non manifestare una felicità così intensa. <<Allora? Com’è andata?>>

Io e Caterina ci sciogliamo dall’abbraccio. Non so cosa rispondere, vorrei dire tutto e niente allo stesso tempo. Dico solo: <<wow>>.

Geno è divertito. <<Già, wow!>>

<<Questo è il lasciarsi andare ed è una delle materie fondamentali di questa scuola>>.

<<Mi piace. Molto>>. La luce sta iniziando a svanire. <<Prima vedevo tutto bianco quando ho riaperto gli occhi, perché ora non c’è più quella luce? Si è dispersa?>>

Geno scuote la testa. <<È ancora qui ma non sei in grado di vederla, ci vuole allenamento per allenare la vista energetica>>.

<<Ma io ci riuscivo bene, tempo fa ho avuto bellissime esperienze di visione!>> ribatto io. Caterina accanto a me annuisce.

Geno mi guarda con serietà. <<E da quanto non la pratichi più? Senza allenamento le nostre capacità si affievoliscono, esattamente come i muscoli. Ciò che ti sarà insegnato qui non è diverso da un allenamento fisico. Inoltre, spesso le capacità ci vengono bloccate, per questo motivo è importante difendersi e rimanere costanti con la propria pratica. Come ogni allenamento è importante allenare la resistenza. L’apatia va distrutta, le perdite di tempo allontanate, tutte le nostre forze devono essere concentrate verso la realizzazione dei nostri obiettivi. Tutto questo presto ti sarà molto chiaro>>.

<<Sono d’accordo>>.

Geno sorride. <<Molto bene! Se domani pomeriggio torni a trovarci ti insegneremo una cosa nuova, sarà molto importante perciò cerca di non mancare!>>

<<Sì!>> esclamo con slancio. <<Vorrei anche sapere… ecco… come funziona la scuola se dovessi iscrivermi, vorrei avere qualche informazione in più>>.

Lo sguardo di Caterina s’illumina, anche Geno è contento. <<Con molto piacere! Domani allora parleremo meglio, intanto pensa se vuoi mantenere il tuo nome o vuoi scegliertene uno per te>>.

Geno ci saluta, recupera il suo zaino da dietro la scrivania e se ne va. <<A domani! La scuola chiude tra poco…>>

<<Il lasciarsi andare è stato davvero speciale>> dico a Caterina dopo aver salutato Geno.

<<Già>> conferma lei, <<anche per me è stata una splendida sessione, migliore delle più recenti>>.

<<Oh>>. Sono stupito, non so perché ma questa cosa mi fa piacere, come se aver passato questa bella esperienza sia in parte anche merito mio. Forse è così.

<<Abbiamo un libro sul lasciarsi andare in biblioteca, è stato scritto della fondatrice della scuola ed è molto accurato. Ne vuoi una copia?>>

Caterina non aspetta la mia risposta, mi prende per mano e mi trascina verso un’altra sala. <<Dai che la scuola sta chiudendo!>> dice a mo’ di scusa.

La biblioteca è una sala spettacolare, dalla pianta rettangolare, grandi scaffali lungo due pareti, dei computer fissi su un altro lato e un ampio camino nell’altro lato. Nella sala ci sono comode poltrone, tavoli spaziosi e alcuni mappamondi. Lungo i muri ci sono quadri e cartine geografiche.

<<Anche questa sala è meravigliosa!>>

<<E devi ancora vedere tutto il resto!>>

Mi muovo timidamente come se fosse un luogo sacro. <<Queste sale sono molto accoglienti>>.

Osservo uno dei mappamondi e lo sfioro con un dito, i continenti sono disposti in maniera un po’ diversa e ci sono delle isole che non ho mai visto.

<<Questo mappamondo è strano>>.

<<Non è strano, rappresenta tutto il globo, anche le zone inesplorate o che ci sono tenute nascoste>> spiega Caterina, <<di questo sicuramente ne riparleremo, gli altri mappamondi invece rappresentano altri pianeti>>.

Sono divertito. <<Si sta facendo molto interessante. E questi puntini che sono segnati sia sul mappamondo che sulle cartine alle pareti?>>

In tutte le cartine esposte c’erano dei punti colorati.

<<Si tratta perlopiù di luoghi interessanti che gli insegnanti ci consigliano di visitare. Alcuni sono speciali di natura altri invece lo sono diventati in passato grazie a qualcuno. Mi piacerebbe molto andare in vacanza in uno di questi posti>>.

<<Forte!>> esclamo, sempre più intrigato.

<<I vari colori dei bollini hanno significati diversi. Indicano luoghi interessanti, luoghi sospetti e luoghi da ripulire e proteggere>>.

 

Caterina a colpo sicuro trova lo scaffale e il libro che cercava. Ne sfiora il dorso e lo prende con delicatezza. Ha la copertina in varie tonalità d’azzurro e un simbolo rotondo al centro, mi sembra familiare…

<<Sei stata molto veloce>>.

Caterina mi mette il libro fra le mani, è più pesante di quanto mi aspettassi. <<Sono vice bibliotecaria, segno nel registro che l’hai preso e possiamo andare>>.

<<Ho già visto questo libro>> le dico mentre lo osservo, <<a casa tua la prima volta che mi hai invitato>>.

Caterina è molto contenta. <<Sì, sicuramente, mi fa molto piacere che te ne sei ricordato, è un libro davvero speciale>>.

<<È un libro… consistente>> affermo osservando la sua mole, <<non vedo l’ora di leggerlo, sarà pieno di insegnamenti!>>

<<Ci puoi giurare!>>

<<Sai già cosa vuole insegnarmi Geno domani?>> chiedo, sono molto curioso. Ciò che ho imparato oggi è stato davvero unico, se tutti gli insegnamenti sono così…

Caterina fa la misteriosa. <<Forse…>>.

<<Dai!>>

<<No! È un segreto!>>

 

Davide Dan

 

3 Commenti

  1. “Il mondo attorno a me inizia a tremare e infine si frantuma in tanti tasselli, trasformando la realtà in un mosaico che si polverizza, rivelando il biancore accecante che c’era dietro, la tela dell’artista prima che diventi opera.”
    veramente bellissimo questo pezzo Davide!!! Grazie per regalarci emozioni così vivide.
    Quindi… qual è il prossimo insegnamento di Geno? ahahaha

    • grazie Bianca <3 è un segretoooo xD

  2. Che bello il modo in cui hai descritto il lasciarsi andare ❤️️ la scuola è davvero troppo bella, passerei le giornate in quella biblioteca ahaha grazie per questa bellissima storia, anch’io voglio sapere il prossimo insegnamento di Geno ahaha


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