Animarum (Cap. 11)

Capitolo 11 – La sorpresa di fine mese

 

Fu davvero una nottata tempestosa quella di sabato, non solo per molte zone del mondo che avevano subito varie catastrofi ma anche per l’isola in cui si trovava la Scuola di formazione Spirituale che era stata vittima di una burrascosa tempesta nonostante gli scudi creati nel corso degli anni. Gli studenti si erano tutti riuniti per praticare altre protezioni sull’isola, ognuno con le proprie capacità e gli insegnamenti personali.
Bloom e la sua squadra avevano appena fatto ritorno, anche per loro non era stata una nottata tranquilla, anzi per la medesima volta avevano rischiato la loro vita.
Erano le cinque del mattino e la tempesta sembrava stesse cessando, tutti gli studenti erano rimasti svegli per salvaguardare l’istituto e questo aveva dimostrato in loro una grande responsabilità e capacità di agire quando ce ne fosse bisogno.
Edward aveva imparato qualcosa di molto importante quella notte, non bisognava mai mollare la presa fino a quando l’obiettivo fosse raggiunto, non importava se era assonnato, stanco e di malumore, in missione tutto va messo da parte per il bene proprio e soprattutto per quello comune.
Gli insegnanti tornarono dentro la scuola, sembravano davvero malandati, non si aspettavano che gli studenti fossero lì svegli, infatti tutti videro il loro stato malridotto.
Di solito quando rientravano dalle missioni, lo facevano sempre in orari in cui tutti fossero a dormire, stavano ben attenti a non farsi vedere appunto perché potevano avere un aspetto abbastanza malandato ma quella notte non fu possibile passare inosservati.
Jacqueline senza guardare nessuno in faccia si fece strada tra la folla per tornare in camera, aveva la fronte ancora sanguinante ed era piena di acciacchi.
Bloom e Leòn portarono immediatamente Rander al quinto piano, nella sua stanza, per vedere a cosa fosse dovuto il suo stato di malessere. Lawrence rimase al piano terra per qualche istante, vedeva gli occhi dei vari studenti che chiedevano cosa fosse successo, desideravano delle spiegazioni, anche Edward avrebbe tanto voluto sapere il perché fossero ridotti in quel modo. Lawrence non rimase troppo tempo lì, era troppo buono per andar via senza dir nulla ma doveva comunque tenere una certa riservatezza per non creare il panico, così si limito solamente a dare qualche colpo di tosse e dire:
« Scusate ragazzi, sono un po’ stanco, vorrei andare a riposare ».
Si aprì la folla di studenti per lasciar passare il compagno che si diresse immediatamente al quarto piano, nella sua stanza.
Gli studenti non aprirono bocca, avevano ben capito che era stata una nottata particolare e che ben presto si sarebbero dovuti aspettare una notizia poco positiva.
Edward tornò nella sua stanza, ormai non aveva più sonno, nonostante fosse sfinito per l’intera nottata di pratica, quell’arrivo degli insegnanti lo scosse parecchio, era già abituato a vederli sempre ben composti e pieni di energie ma quella nottata aveva visto in loro persone che avevano combattuto contro qualcosa di davvero pericoloso.
All’improvviso attraverso il trasmettitore vocale degli avvisi generali che veniva usato solamente dagli insegnanti per dare annunci particolari all’intero istituto, si sentì la voce di Bloom che invitava tutti gli studenti ad essere presenti l’indomani mattina alle nove in punto alla grande aula, ovvero una specie di auditorium dove tutti si riunivano per discutere di argomentazioni comuni o importanti.
Ok, i dubbi erano svaniti, qualcosa era successo e non prometteva nulla di buono.

Il giorno seguente arrivò praticamente in fretta, erano passate delle ore infatti e si erano fatte subito le 09:00. Tutti gli studenti erano rimasti svegli impazienti di sapere cosa fosse successo la notte precedente, per questo motivo si ritrovarono all’interno della grande aula già ore prima.
Edward si trovava assieme al suo solito gruppo di compagni, Lex, Penny, Trevor e persino il piccolo Hamine.
Gli insegnanti arrivarono tutti assieme, sembravano aver riacquistato velocemente le forze, persino Rander sembrava essersi ripreso, accanto a lui c’era comunque Lawrence pronto a sostenerlo.
Stranamente la giovane Jacqueline, che teneva una benda sulla fronte, si recò verso il gruppo di Edward, sedendosi proprio accanto a quest’ultimo.
Ci fu qualche minuto di silenzio, gli intensi incroci di sguardi tra insegnanti e studenti sembravano dire molto, sembravano preannunciare una riunione davvero importante, forse la più importante. Bloom prese il microfono e decisa a portare subito chiarezza iniziò a parlare.
« Buon giorno a tutti ragazzi ».
Gli studenti risposero a mezza voce ricambiando il saluto.
« Come avrete intuito ieri notte è successo qualcosa di veramente grave, inusuale, sia la tempesta che il nostro orrendo aspetto di stamattina presto sono stati da testimoni ».
Gli studenti ascoltavano silenziosamente con una leggera sfumatura di ansia e inquietudine nei loro volti.
« Sta succedendo qualcosa di pericoloso lì fuori e noi da insegnanti dobbiamo parlarvene e prepararvi perché voi siate pronti e possiate aiutarci » continuò Bloom cercando di tenere un tono tranquillo.
Edward notò le mani di Jacqueline che iniziarono leggermente a tremare, i suoi occhi sembravano anticipare il discorso di Bloom, non l’aveva mai vista in quello stato.
« In Italia sta nascendo un nuovo governo mondiale formato interamente da Tenebris, un governo che ha già intenzione di espandersi nell’intera Europa e che sicuramente influenzerà le restanti potenze mondiali, Stati Uniti, Russia, Giappone » ora la voce di Bloom iniziò a diventare più preoccupante. « Una forma dittatoriale mai vista prima, con uomini oscuri che stanno inginocchiando tutti gli esseri umani, i rapimenti, i controlli di massa e tutto il resto sono solo l’inizio di ciò che sta per nascere ». Tra gli studenti si iniziò ad alzare un mormorio che commentava preoccupato il discorso di Bloom.
« Silenzio! » gridò Leòn imperativo. « La vostra insegnante non ha ancora finito di parlare ».
« Ieri notte noi tre insegnanti e due dei vostri compagni abbiamo combattuto una battaglia molto pericolosa, siamo riusciti a cavarcela ma abbiamo bisogno di più guerrieri a nostra disposizione perciò vi invito da ora in avanti a dare il vostro massimo durante le lezioni… e le ore di svago, facendole diventare ore di pratica » continuò Bloom con tono molto più deciso. « Non è un gioco, se qui la situazione ci sfugge tra le mani finiamo veramente nei guai, dobbiamo assolutamente fermare questo governo e liberare le persone lì fuori che sono ignare di tutto ciò, loro vedono solo dei semplici politici che cercano di portare benessere al proprio paese ma sappiamo tutti che le manipolazioni mentali offuscano la mente e fanno vedere ciò che vogliono, quindi basta più giochi, vi chiedo di fare sul serio ».
Anche le labbra di Jacqueline iniziarono a tremare, Edward non poté fare a meno di prendere la mano della compagna e stringerla in segno di supporto, anche se dentro di lui la paura aveva preso il sopravvento. Non era ancora passato molto tempo da quando il giovane diciassettenne era arrivato in quella scuola e scoperto tutte quelle quantità di informazioni, non si sentiva veramente pronto a sentire tutte quelle parole, se prima era entusiasta per ciò che stava vivendo, adesso le prime sensazioni di terrore iniziavano a farsi sentire.
Bloom continuava ancora con il suo discorso.
« I Tenebris ci sottomettono da una vita, le persone comuni stanno subendo atroci torture mentali e fisiche e nemmeno lo sanno, sappiamo benissimo che non avranno pietà di nessuno e non riusciremo mai a convincerli con una chiacchierata, dobbiamo assolutamente trovare il laboratorio centrale di questi maledetti Tenebris, lì loro si rigenerano, creano altri alleati, ci portano gli umani rapiti per compiere atroci esperimenti e poi ucciderli e sono strasicura che sia proprio lì dentro la vera sede di questo governo, quindi se distruggeremo le fondamenta, l’intero palazzo crollerà ». L’insegnante guardava dritto negli occhi ogni suo singolo studente, non aveva la minima intenzione di spaventarli ma voleva solamente proteggerli e prepararli in modo tale che se fosse successo qualcosa di spiacevole, loro sarebbero stati pronti.
« Ricordatevi che noi combattiamo per l’Universo, siamo sempre un passo avanti, ma dobbiamo agire e se lo faremo vi assicuro che questo enorme incubo finirà e prenderemo a calci quei culi pallidi ».
I vari componenti della sala si calmarono, sembravano aver capito che farsi prendere dal panico non serviva a nulla e dovevano ascoltare perfettamente le direttive dell’insegnante.
« L’umanità ha avuto molti nemici nel corso della storia, oggi tutti noi siamo qui, vivi, perché in passato qualcuno ha deciso di combattere piuttosto che stare fermo a lagnarsi, per questo oggi la storia ricorda grandi nomi, perché questi soggetti hanno portato un cambiamento, noi faremo lo stesso! »
Bloom assunse un espressione davvero molto incoraggiante, sapeva che era il punto centrale all’interno della scuola, non doveva trapelare nessuna sensazione di terrore in lei ma solo incoraggiamento e positività, doveva farlo per i suoi studenti, meno per lei… più per loro.
« Ognuno di voi brilla di una luce propria e vogliosa di libertà, lo vedo nei vostri occhi, lo sento nella vostra energia, perciò fate si che questa voglia di libertà sia la vostra motivazione per dare il meglio di voi, perché ne vale davvero la pena, per noi e per chi vogliamo bene ».
L’intera massa si alzò, partì un grosso applauso per l’insegnante, nemmeno lei stessa si aspettava una reazione del genere visto che fino a qualche istante fa aveva visto dei cenni di terrore tra la folla. Ma le ultime parole furono molto incoraggianti e l’intero istituto iniziò a gridare il nome di Bloom. Ci fu uno scambio di sguardi tra quest’ultima ed Edward si sentì meglio dopo le ultime parole dell’insegnante. Qualcuno da lontano urlò “daremo il meglio di noi!”, altre voci si unirono dicendo “raddoppieremo le nostre pratiche”, “faremo il culo a quei Tenebris”, la giovane ragazza dai capelli blu guardava fiera i suoi studenti e per completare disse:
« cosa state aspettando? Perché siete ancora qui? Voglio vedervi praticare! ». I vari studenti dell’istituto si apprestarono ad uscire dalla grande aula per iniziare a dar vita alla loro grande motivazione, Bloom sapeva benissimo che aveva acceso una fiamma in ognuno di loro, ma sapeva ancor meglio che sarebbe stata più difficile tenerla accesa.
« Bel discorso Bloom, ancora una volta hai dimostrato quanto sei portata per essere il vero leader » disse Rander avvicinandosi lentamente alla collega.
« Lo dico da un intera vita! » commentò immediatamente Leòn guardando fiero la ragazza dai capelli blu.
La grande aula si svuotò velocemente, anche i tre insegnanti lasciarono il luogo e ripresero le lezioni con le proprie aule.

Le settimane trascorrevano velocemente, persino le giornate miglioravano, erano molto più lunghe e soleggiate e all’interno dell’isola apparivano colori molto più vivaci.
Edward aveva grandi miglioramenti con la meditazione e le restanti pratiche, soprattutto con la Super Vista e la Guarigione. Era riuscito a risanare delle piante che erano state ferite gravemente durante la tempesta di qualche settimana fa. Il suo scudo diventava sempre più resistente e al suo fianco aveva il suo vicino di stanza, Trevor, con la quale aveva stretto un intensa amicizia.
Durante i fine settimana i due si incontravano in una delle stanze proprie e praticavano la guarigione al corpo di Trevor che presentava molti acciacchi e segni di un passato burrascoso. Persino le sorelle Roberts qualche volta si riunivano e facevano un bel gruppo assieme in cui praticavano svariate tecniche, come anche la proiezione astrale anche se con scarsi risultati, infatti all’interno della comitiva solo Lex e Penny riuscivano a fare delle discrete proiezioni, Edward sembrava avvicinarsi molto all’esperienza ma qualcosa lo bloccava sempre appena avvertiva le prime sensazioni di distacco dal corpo. Trevor sembrava totalmente negato con questa tecnica, probabilmente per i molteplici dolori che presentava.
In quel periodo tutta l’intera scuola aveva raddoppiato le ore di lezioni e di pratica, i vari studenti sembravano aver preso seriamente il discorso fatto da Bloom e stavano riuscendo a velocizzare molto le loro evoluzioni.
Jacqueline sembrava iniziare ad aprirsi maggiormente con i vari compagni, si riusciva ad intravederla più sorridente e aperta alle conversazioni, probabilmente la missione di qualche settimana fa le aveva portato un cambiamento interno.
Era arrivata velocemente la fine del mese e durante la lezione della Super Vista con l’insegnante Rander, che si era del tutto ripreso dallo strano malessere, Edward aspettava con ansia la sorpresa che gli aveva promesso l’insegnante se avesse visto i suoi miglioramenti e di miglioramenti ne aveva avuti.
« Dici che se ne ricorderà della sorpresa? » domandò sottovoce Edward al suo fidato amico Trevor.
« Stai tranquillo, vedrai che a fine lezione verrà da te » rassicurò Trevor mentre praticava tecniche sulla vista.
Edward era davvero impaziente, non riusciva nemmeno a concentrarsi bene e aveva paura che non riuscisse a dimostrare i suoi miglioramenti durante la lezione.
« Ma tu l’hai vista questa roba? » domandò ancora una volta.
« Edward non pensarci più, piuttosto concentrati a visualizzare il mio campo di energia » rispose Trevor cercando di portare più concentrazione al compagno.
« Hai ragione Trevor! Mi concentro subito! » e riprese a guardare l’energia intorno al compagno ma dopo qualche secondo « si ma solo per sapere di cosa si tratta, giusto per capire cos’è… » ripeté Edward.
Ad un tratto si sentì chiamare dall’insegnante.
« Baskerville! Di che colore è il campo energetico del tuo compagno Barter » domandò Rander che aveva intuito la conversazione tra i due studenti.
« Em.. si… dammi solo qualche secondo » borbottò Edward cercando di riacquistare di colpo il massimo delle sue abilità.
« Avresti già dovuto vederlo » incalzò l’insegnante passando immediatamente avanti porgendo la domanda ad altre coppie di studenti.
« Visto? Cosa ti ho detto! » disse Trevor facendo una strana smorfia al compagno.
Edward ci restò leggermente male, poteva dare un immediato risconto dei suoi miglioramenti ma il pensiero della sorpresa lo aveva distratto per tutta la lezione.
Si erano fatte le 18:00 e pure quella giornata di pratica in aula era finita, gli studenti stavano riprendendo la propria roba per tornare chi in casa propria al villaggio e chi nelle proprie stanze della scuola. Edward pensava di aver fallito quella giornata e che non ci sarebbe stata nessuna ricompensa, così a testa bassa si apprestò anche lui ad uscire dall’aula, quando improvvisamente Rander lo chiamò in privato.
« Edward! Un attimo, vieni con me ».
Il ragazzo non capiva se era una buona notizia o no ma senza perdere tempo si catapultò verso il suo insegnante.
« So che oggi eri completamente distratto dalla promessa che ti ho fatto un mese fa » disse Rander mentre si dirigeva assieme al suo studente per un lungo corridoio.
« Si ammetto di averci pensato per tutta la lezione » rispose timidamente il ragazzo.
Rander sorrise e disse « guarda che lo ricordo benissimo cosa ti ho promesso e so ancora meglio dei risultati che hai avuto in questo mese di pratica, non solo per quanto riguarda la Super Vista ma in tutte le pratiche ».
Il volto di Edward tornò di un colorito umano e gli zigomi si alzarono per il bel sorriso che ne uscì fuori.
« Per questo motivo ti porto adesso da una parte e ti mostro una cosa davvero molto interessante! » in quel momento i due uscirono dall’istituto da uno strano corridoio che avevano appena percorso, sembrava una sorta di via segreta che conduceva quell’aula ad un uscita verso il giardino esterno.
Il cuore di Edward batteva davvero molto forte, non stava più sulla pelle per la curiosità, all’improvviso vide il suo insegnante aprire un portale e la sua espressione cambiò nuovamente, ricordò immediatamente le strane sensazioni che si provavano nell’attraversarne uno.
« Sei pronto ragazzo? » domandò Rander afferrando il braccio dello studente.
« Per niente » rispose lui con un tono per niente confortevole.
Ma l’insegnante non badò molto a ciò che disse il ragazzo e tirandolo con sé verso il portale, nel giro di un istante i due sparirono.
Non passò nemmeno un secondo che Edward e Rander apparsero dall’altra parte dell’isola, proprio davanti un enorme grotta.
« Oddio mi gira la testa… » farfugliò il diciassettenne barcollando.
« Non sei ancora abituato, è normale » rispose Rander dandogli una pacca sulla spalla. « Vedrai come ti piacerà quando imparerai a spostarti con i portali ».
« Lo spero proprio… ».
Rander fece qualche passo avanti verso la grotta, respirando a pieni polmoni rimase qualche secondo ad ammirare quel luogo che sembrava davvero misterioso.
Edward non parlò, aveva imparato a rimanere zitto quando vedeva qualcuno respirare profondamente e rimanere in silenzio, aveva ben capito che stesse svolgendo qualche tecnica.
Si alzò un leggero venticello, le piante che si trovavano lì in mezzo iniziarono ad oscillare lasciando una sorta di scia blu ad ogni movimento, persino gli alberi iniziarono a comportarsi allo stesso modo.
« Edward, stai per assistere a qualcosa mai visto prima » disse Rander voltandosi verso il suo studente.
I sassolini per terra iniziarono a tremare fino a fare dei saltelli ben visibili, il terreno si muoveva e dalla grotta qualcosa iniziò a dimenarsi.
Si intravedeva a tratti del fumo uscire da qualcosa, Edward osservava tutto lo scenario ad occhi spalancati ed il cuore in gola.
Due strani luci spuntarono in mezzo al buio e uno strano ruggito accompagnato da un respiro davvero molto rumoroso iniziò a farsi sentire. Si intravide meglio il fumo che usciva da due grossi buchi, si erano due grossi narici e dei denti aguzzi spuntarono nell’ombra. Gli enormi occhi blu fecero la sua completa comparsa e nel giro di qualche istante dalla grotta era appena uscito un enorme drago blu.
Edward rimase completamente sbalordito, non aveva mai visto in vita sua qualcosa del genere, nemmeno lontanamente, quel giorno davanti a lui vi era un enorme drago blu che lo fissava dritto dritto negli occhi. Aveva un collo molto lungo ed era pieno di squame, presentava quattro enormi ali, due molto grandi sopra le zampe anteriori e due più piccoline sopra le zampe posteriori. Aveva un espressione davvero molto curiosa, sebbene fosse un drago molto possente, i suoi occhi avevano un animo gentile, quasi più espressivi di un essere umano, ma la cosa che colpì immediatamente Edward fu la sensazione che quell’enorme essere davanti a lui era molto intelligente e comprendeva benissimo i suoi pensieri, come se ci fosse una sorta di telepatia ad altissimi livelli.
Rander osservava il suo allievo che quasi non respirava dall’enorme emozione che gli aveva appena procurato, Edward davanti a sé aveva la creatura mitologica più famosa di sempre in carne e ossa.
« Dimmi che… dimmi che non sto sognando » disse tremolante il giovane ragazzo.
Il maestro sorrise e continuò a godersi lo spettacolo.
Il drago iniziò lentamente a girare attorno al ragazzo cercando di coglierne ogni particolare, sembrava fosse diventata una gara a chi fosse più curioso di vedere l’altro. Iniziò ad annusarlo quasi come per familiarizzare con il nuovo conoscente, la sua testa era così grande che Edward barcollava ad ogni respiro che faceva la possente creatura. Da quelle enormi narici usciva un aria calda di un bel blu brillante, quando quest’aria toccava il giovane ragazzo, quest’ultimo sembrava caricarsi di energia, era strano ma vero.
« Rander » disse Edward voltandosi verso il suo maestro, « come è possibile che qui davanti a me c’è questa enorme creatura? Ho davvero visto di tutto in queste ultime settimane ma mai mi sarei aspettato una cosa del genere ».
Rander ovviamente doveva dar delle spiegazioni ad Edward, doveva almeno portare un po’ di chiarezza in quella mente che stava delirando.
« Capisco perfettamente ragazzo, tutti abbiamo avuto la stessa impressione quando ne abbiamo visto uno per la prima volta ».
« E quindi? scusami ma ho bisogno di capire… » rispose lo studente che con le lacrime agli occhi iniziò ad accarezzare l’enorme muso che aveva davanti. Il drago in effetti non perse tempo a familiarizzare con Edward, sembravano molto in sintonia, inoltre come aveva ben intuito il ragazzo, i draghi erano estremamente intelligenti ed avevano un empatia smisurata.
Rander si sedette vicino quell’enorme bestia blu, accarezzandogli una zampa iniziò a spiegare ad Edward quanto doveva.
« I draghi sono creature davvero meravigliose Edward! Sono molto più intelligenti e percettivi di noi esseri umani, per questo nel corso della storia hanno avuto tantissimi attacchi contro e molte sventure, così tante da arrivare ad estinguersi quasi completamente e quei pochi rimasti a nascondersi in luoghi molto protetti ».
Edward continuava ad ammirare quella bellissima creatura davanti a se, sebbene non avesse una percezione ancora molto evoluta, il ragazzo sentiva l’enorme aura che emanava quel drago, soprattutto quel coraggio che gli sprizzava da quei grossi occhi blu, da quelle sensazioni emanate ci si poteva ricaricare il cuore di una forza incredibile, un energia che faceva respirare a pieni polmoni.
« Lui è uno dei pochi rimasti, lo teniamo protetto qui perché possa vivere in pace e fuori da ogni pericolo ». Continuava Rander. « Non sappiamo di preciso la sua età e ne come è arrivato a noi, semplicemente l’Universo ci ha messi sulla stessa strada, forse per proteggerci entrambi ».
« Quindi… i draghi esistono… » continuò Edward ancora sconvolto.
« Da sempre » rispose Rander.
L’enorme drago emesse improvvisamente un profondo ruggito, così forte che le pietre in terra furono spazzate via, un ruggito che avrebbe fatto scappare via qualsiasi Tenebris ma che allo stesso tempo non incuteva nessun terrore e fastidio alle anime positive.
« Oh oh! » esclamò il maestro, « credo abbia voluto convincerti completamente della sua esistenza e che tutto questo non sia assolutamente un sogno ».
Edward rideva con le lacrime agli occhi, un sorriso misto tra singhiozzi di commozione, assieme a lui in quel momento stava ridendo di gioia anche il suo cuore.
« Lo sai che sei la creatura più bella che abbia mai visto? »     disse il ragazzo accarezzando nuovamente quell’enorme muso davanti ai suoi occhi.
Il drago, fiero della sua maestosità, spalancò le enormi ali ricoprendo quasi tutta la zona, provocando un vento caldo tra i due umani, si alzò in alto spiccando il volo verso il cielo del medesimo colore. Il suo ruggito dominava l’isola.
« Non lo sente nessuno? » domandò Edward curioso.
« Oh si che lo sentono! Ma solo da chi vuole essere sentito lui » rispose Rander che ammirava volare l’enorme drago come se fosse di nuovo la prima volta.
« Quindi, fammi capire… a scuola tutti sanno di lui? » continuò il ragazzo cercando di portare chiarezza nella sua mente.
Rander si volse verso il suo studente, con tono serio sembrava intraprendere una raccomandazione severa da fare.
« Non tutti, ma lo mostriamo sempre dopo un bel po’ di tempo, quando sentiamo che lo studente è pronto ».
Edward si sentiva quasi uno studente privilegiato, forse lo era realmente, era da poco tempo all’interno di quella scuola eppure già aveva avuto l’onore di vivere un esperienza che pochissimi ne avevano avuto la fortuna di vivere, cosa voleva dire tutto questo?
« Perché mi hai mostrato questo drago dopo solo un mese Rander? » domandò giustamente.
« Vedo in te un ragazzo estremamente forte e voglioso di un modo migliore, vedo in te il me del passato, il Rander diciassettenne! » rispose il maestro, poi mise una mano sulla spalla del ragazzo e continuò con il suo discorso. « Siamo molto simili noi e siamo fatti della stessa pasta, vogliosi di un mondo forte, potente, glorioso ».
In quel momento accadde qualcosa che Edward non si sarebbe mai aspettato, sentendo tali parole sentì come se il suo cuore volesse rinnegare ciò che avevano le sue orecchie appena sentito, uno strano desiderio di allontanarsi dal suo maestro lo pervase da dentro facendogli fare un quarto di passo indietro, non capiva perché, eppure non erano cattive parole quelle appena sentite.
« Tutto bene ragazzo? » chiese Rander sorpreso dalla reazione di Edward, seppur minima, quasi impercettibile.
« Si scusami, sono ancora un po’ scosso per la bellissima sorpresa » disse distogliendo lo sguardo da quello del suo maestro. In quel preciso istante l’enorme drago atterrò di nuovo tra i due umani, provocando un boato non indifferente.
« Benissimo allora! Direi che possiamo anche lasciar riposare il nostro grosso amico e tornare all’istituto, cosa ne dici? » propose il maestro guardando ancora un po’ stranito il giovane allievo.
« Oh si! Direi che per oggi va bene cosi! Non vorrei mi proponessi anche di doverlo cavalcare! » risposte Edward mezzo ironico.
Rander si lasciò prendere da una risata e commentò la battuta di Edward: « nessuno riesce a cavalcarlo, è indomabile! ».
Poi prese la mano dello studente pronto a riportarlo a scuola, Edward si trovava tra un misto di emozioni incredibili, aveva appena visto un drago vero, lo aveva accarezzato, in qualche modo anche comunicato, ma qualcosa in quegli ultimi minuti lo aveva scosso, una sensazione che gli procurò una piccola frattura in quel pentolone di emozioni intense, la sua percezione gli stava sussurrando qualcosa che non andava?
« Avanti Edward! Si torna a scuola! » disse Rander aprendo il portale.
Edward fissò profondamente gli occhi del drago, tra i due sembrava si stesse istaurando un ultima comunicazione, sembrò quasi che una scintilla ne uscì da quei grossi occhi blu pronta ad arrivare in quelli del ragazzo, come un messaggio che stava per arrivare. I due umani entrarono dentro il portale e sparirono in un batter d’occhio per ritrovarsi nuovamente all’interno dell’aula di lezione svolta prima.
« Eccoci a casa! Come ti senti? » domandò l’insegnante che si portò una mano tra i capelli come per sistemarli.
« Molto emozionato Rander! Così tanto che non ho nemmeno avvertito i malesseri del teletrasporto! » rispose Edward cercando di mostrare quanto più entusiasmo possibile.
« Oh benissimo! Direi che ho fatto bene allora! » aggiunse l’insegnante.
Edward in realtà si sentiva in tensione, in quel momento voleva solo andar via dritto in camera sua, ma non poteva farlo così improvvisamente, così cerco di far sembrare tutto molto naturale cercando comunque di concludere quella conversazione.
« Ah… i draghi… fantastici… ».
« Mi raccomando ragazzo, evita di parlarne troppo in giro! » ribatté Rander per sicurezza.
« Assolutamente! » disse Edward, « grazie ancora per questa bellissima esperienza ».
Istintivamente si voltò per uscire dall’aula, sebbene si fosse impegnato per non destar sospetti, il suo corpo si muoveva quasi da solo.
« Edward! » esclamò Rander tempestivamente.
Il ragazzo si voltò nuovamente verso il suo maestro, cercò di avere un espressione più naturale possibile.
« Si? ».
« Sicuro che va tutto bene? » domandò un ultima volta l’insegnante cercando di capire cosa passasse per la mente in quel momento al suo studente, sembrava quasi volesse indagare tra i suoi pensieri con un fare leggermente preoccupato.
Edward sorrise, cercò di disciplinare la sua mente come aveva imparato grazie alla meditazione, fece un leggero sorriso e con molta scioltezza rispose:
« Certamente prof! » e mettendosi una mano in fronte concluse « devo solo riposare un po’ per il troppo scombussolamento di emozioni », subito dopo fece un cenno di saluto con la mano e si portò via da quell’aula. Rander rimase a guardarlo comunque stranito, in fine anche lui lasciò l’aula e andò a passo leggermente più svelto verso la propria stanza concludendo la scena con qualche leggero colpo di tosse.
Edward invece entrò nella sua stanza, si sedette per terra e iniziò una sessione di meditazione, si lasciò andare in un profondo silenzio mentale cercando di comprendere meglio quel po’ di comunicazione che ebbe con il drago, quell’ultima scintilla che gli comunicò “anche io la penso come te”.

 

Emanuele

 

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