Animarum (Cap. 12)

Capitolo 12 – Il Sogno di Bloom

 

Il Tempo trascorreva velocemente all’interno della scuola, le ore di lezione erano raddoppiate, come anche quelle di pratica, ogni giorno si svolgevano tre meditazioni di gruppo e in più ogni studente doveva praticarne altre tre per conto proprio. Bloom stava lavorando sul preparare un proprio esercito di guerrieri, era diventata molto più severa del solito, inoltre anche le missioni segrete tra i maestri erano molto più frequenti, all’interno dell’istituto inevitabilmente si era comunque creata una situazione di tensione.
Ogni fine settimana i maestri aggiornavano della situazione all’intera scuola, purtroppo le cose non andavano bene anzi, peggioravano di continuo, Rander insisteva sul fatto che non doveva esser più detto nulla agli studenti per evitare il panico, diceva persino che qualcuno voleva abbandonare la scuola.
Bloom e Leòn non la pensavano così, tutti dovevano sapere cosa stesse realmente succedendo, per una questione di rispetto e perché ogni singolo studente doveva prepararsi al meglio per ciò che gli aspettava, ormai era una situazione ingestibile per i maestri, la guerra che si preannunciava riguardava tutti.
Infatti il nuovo governo era stato ufficialmente formato, Cornelio Viminetti era diventato Dittatore assoluto dell’intera Italia, non si sa come e in quanto tempo successe ma evidentemente tutto troppo velocemente per far si che la gente se ne rendesse davvero conto.
I cittadini volevano realmente questo? Quando ci sono di mezzo le manipolazioni mentali poco importa chi vuole cosa, ma solo ciò che viene imposto da una forza più grande, infatti molti dei cittadini non si erano ancora resi conto del terrore che stava iniziando a serpeggiare tra le città italiane e che ben presto avrebbe raggiunto l’intera Europa. I metodi erano sempre gli stessi, manipolare con qualsiasi mezzo per raggiungere i propri obiettivi nel minor tempo possibile.
Cornelio era un maestro in questo, assieme al suo esercito di Tenebris che continuavano ad aumentare con le vesti di senatori, politici e gente di un certo prestigio ma che dietro quei vestiti lussuosi si nascondevano ombre terrificanti.
La scuola di Bloom doveva essere preparata a tutto questo, la giovane maestra doveva avere valorosi guerrieri al suo fianco, l’unica salvezza per gli esseri umani era sapere per poter agire.
Inoltre i rapimenti erano aumentati vertiginosamente, ciò che incuteva malinconia era il fatto che negli ultimi rapimenti, ai parenti e amici delle persone rapite gli veniva cancellata la memoria sull’esistenza di quella persona scomparsa, così che non giravano troppe voci e che l’individuo rapito sparisse per sempre pure tra le memorie dei suoi cari.
Ma perché questi esseri volevano arrivare a qualcosa di così terrificante, far sparire la razza umana, chi erano realmente questi esseri? Come era nato tutto questo disordine?
I Tenebris in realtà lavoravano su questo progetto da molto tempo, persino prima della nascita di Bloom e i suoi guerrieri, la politica corrotta da molti anni ne era la prova, il loro piano è sempre stato far le cose poco alla volta e in silenzio, un rapimento oggi, uno la settimana successiva, manipolazioni mentali di basso livello, su poche persone per poi aumentare lentamente. Inserire nel mercato sostanze nocive una alla volta e così per tutte le loro tecniche, il tutto fatto lentamente così che nessuno si allarmasse realmente e che le persone si abituassero ai nuovi stili di vita senza nemmeno accorgersene. L’arma silenziosa era l’arma peggiore, così diceva Cornelio. In effetti così era stato fino a qualche mese fa, quando la situazione fu ormai irrecuperabile ecco che i Tenebris scesero in campo senza pietà in una società che ormai era nelle loro mani. I cittadini italiani ormai erano entrati in un vortice senza via di uscita, la loro vita era totalmente concentrata sul lavoro, nessun tempo libero per le proprie famiglie, per i propri hobby, per i progetti personali, come delle macchine i cittadini lavoravano senza sosta in un mondo privo di sentimenti. I giovani ormai erano perduti, droga e sesso erano diventate le uniche vie di svago, ogni dispositivo elettronico quali televisione, cellulare, computer, fungevano da telecamere per rimanere sotto sorveglianza dai grandi capi del governo. Tutto questo poteva sembrare orribile a sentirselo dire ma vivendoci il tutto era diventato completamente normale.
Il contrattacco da parte dei guerrieri di luce doveva essere immediato.

In quei giorni Edward aveva sperimentato tecniche ed esperienze nuove, tra cui la proiezione astrale e non solo, assieme a Penny e Lex erano riusciti ad averne alcune condivise, non era da tutti eppure quel formidabile gruppetto assieme stava dando grossi risultati. Trevor sembrava esser guarito da numerosi problemi fisici, ne aveva ancora molti da superare ma era già un bel traguardo, Jacqueline si era avvicinata di più al gruppo aprendosi maggiormente con i suoi compagni.
Edward non badò più a quelle strane sensazioni che aveva avuto qualche settimana prima con Rander durante la visita al drago, inoltre sperava continuamente di passare del tempo solamente con Bloom come egli stessa le aveva promesso, anche solamente per scambiare delle chiacchiere.
Il ragazzo avrebbe tanto voluto visitare il villaggio che si trovava a qualche chilometro dalla scuola, la cittadina formata da intere persone spirituali, interessati ad una vita migliore, più sana ed evoluta.
Quella sera Edward stava esercitandosi ancora una volta con le proiezioni astrali, infatti dopo essersi disteso sul suo letto e aver proceduto con la tecnica, ecco il distacco dal corpo fisico per entrare nella dimensione astrale.
Nella dimensione astrale tutto era possibile, era come diventare un fantasma, Edward poteva attraversare la materia come il tavolo, il muro, volare in cielo e sprofondare sottoterra. Si poteva prendere qualsiasi forma e raggiungere qualsiasi posto, New York, l’Antartide, Tokio, eccetto quei luoghi che avevano uno scudo energetico molto forte. Infatti il ragazzo pensò di trovare le basi segrete dei Tenebris, ma egli non aveva ancora una forza ed esperienza tale da fiutare luoghi del genere, tanto meno abbatterne le protezioni che sicuramente vi erano.
Quell’esperienza si concluse con una svolazzata in giro per l’isola , in effetti non aveva ancora la preparazione adatta nemmeno per andare in luoghi molto lontani. « Uuuh! E anche questa è fatta! Mamma mia, mi sento incredibilmente libero! » disse il ragazzo ancora euforico dopo essere rientrato sul proprio corpo fisico. « Devo assolutamente annotare anche questa esperienza sul mio diario personale ».

In quel momento la televisione all’interno della sua stanza, cadde per terra frantumandosi in mille pezzi.
« Cosa diavolo è stato! » gridò il ragazzo leggermente spaventato. « C’è per caso qualcuno? » gridò.
Dopo qualche secondo ecco che alla porta bussò qualcuno.
« Si? Avanti! » disse mentre si sistemava capelli e vestiti.
Dalla porta entrò Lex Roberts, era rossa in viso e leggermente intimorita. Guardava Edward come qualcuno che avesse appena combinato qualcosa. Lex era una ragazza comunque dolce e rispettosa per i propri compagni e quando combinava qualche guaio ad uno di loro la sua estroversione spariva completamente.
« Tutto bene Lex? » domandò Edward.
La ragazza fece un dolce sorriso, poi mise una mano dietro la nuca come per grattarsela e con un filo di voce disse:
« Scusami tanto Ed, sono stata io a romperti la tv… ».
« Davvero? E come hai fatto? » domandò più sorpreso che arrabbiato.
« Ero in proiezione astrale e volevo fare un forte effetto sul piano fisico, quindi spostando un oggetto, allo stesso tempo volevo farti uno scherzo e farti spaventare ma… non immaginavo di arrivare a questo… » rispose Lex che ad ogni parola che diceva diventava sempre più rossa in viso.
Edward rimase scioccato, la sua compagna aveva comunque avuto un esperienza molto forte e non gliene fregava nulla della televisione rotta.
« Ma va là! Lex! chi se ne frega della tv! hai avuto un esperienza davvero fighissima! » esultò il ragazzo tirando su la sua preziosa compagna.
« Non sei arrabbiato? » domandò Lex che piano piano riassumeva un colorito umano.
« Per niente! Sono felice per te! E poi io non guardo mai la tv ».
« Oh menomale Ed! » disse Lex con tono decisamente squillante, « allora potrò ancora giocherellare con la tua roba in camera! ».  Improvvisamente Edward si buttò addosso alla sua compagna prendendola per i fianchi e scaraventandola sul letto, i due ragazzi scherzando si iniziarono a menare.
« Devi solo riprovarci! » strillò Edward prendendo a colpi di cuscino la sua compagna, che nel mentre gli mordeva una gamba.
Un rumore di passi si avvicinò sempre di più verso la stanza di Edward, quando improvvisamente il profumo precedette la persona.
« Oddio è lei! » esclamò Lex saltando in aria.
In quel momento apparve Bloom, sembrava un po’ incazzata per il chiasso che i due combinavano, in quella serata alcuni studenti stavano facendo lezione, inoltre nella torre di meditazione, altri studenti stavano praticando meditazioni guidate da Leòn.
« Ragazzi! Per cortesia! » disse Bloom con tono decisamente severo. « Ci sono persone che stanno praticando, altre stanno studiano ».
I due studenti si coprirono quasi il volto per la vergogna, Edward non era mai stato richiamato e di sicuro non avrebbe voluto iniziare con Bloom, la sua insegnante preferita.
« Si scusaci Bloom… » borbottò Lex, « è decisamente colpa mia, sono venuta ad infastidire Edward che stava praticando ».
« Ma no! » interruppe tempestivamente Edward. « La colpa è di entrambi ».
Bloom restò a fissare un attimo i suoi studenti, poi calmandosi rispose: « non importa, tornate pure alle vostre pratiche e non disturbate gli altri studenti » poi lanciò lo sguardo sui mille pezzi di vetro per terra e concluse « e pulite quel casino ». Poi chiudendo la porta si diresse verso la sua aula di lezione.
Lex preferì tornare nella sua stanza, sapeva che se fosse rimasta ancora con Edward sarebbe uscito fuori qualche altro guaio e un secondo richiamo non era l’ideale in quel periodo.
La serata si concluse tranquillamente, dopo la cena tenutasi tutti insieme, i vari studenti tornarono nelle proprie stanze continuando le varie pratiche personali.
Il giorno seguente, durante la colazione comune, l’insegnante dai capelli blu tornò verso i suoi due studenti che aveva richiamato la sera precedente, ovviamente seduti assieme sullo stesso tavolo.
« Voi due, venite con me! » disse imperiale la giovane maestra.
Senza batter ciglio, Edward e Lex si alzarono dal tavolo, con la marmellata ancora sulle guance si diressero assieme a Bloom fuori dalla sala.
Il cuore di Edward batteva cosi forte che persino chi era accanto a lui poteva sentirlo, stava in estrema ansia, pensò che gli spettava una punizione per il richiamo della sera precedente, in realtà non pensava di aver fatto qualcosa di così grave da meritare una punizione, ma sapeva bene che in quel periodo Bloom era molto stressata per via delle numerose lezioni che teneva e di tutte le missioni che svolgeva.
Poi con tono decisamente inaspettato disse: « sono estremamente felice per i risultati che state avendo ultimamente, per questo motivo ho deciso di portarvi con me al villaggio! ».
Edward non poteva crederci, finalmente avrebbe potuto trascorrere del tempo con la sua maestra preferita, del tempo come due veri amici.
« Wow! Dici davvero? ».
« Certo che dico davvero! » disse la giovane donna. « su su! andiamo a fare quattro passi assieme! »
I due ragazzi sembravano esser appena tornati in vita, volevano esultare per la felicità ma non potevano visto che Bloom ci teneva molto al tenere la privacy su ciò che faceva personalmente con i singoli studenti.
« Oh benissimo! Vado subito a pettinarmi! » disse Lex euforica.
« Non c’è tempo! » esclamò Bloom e tempestivamente prese le mani dei suoi studenti e nel giro di due secondi tutti e tre sparirono in un portale che nessuno dei due studenti vide apparire.
« Eccoci! » disse Bloom allegramente dopo che tutti e tre riapparsero all’ingresso di un cancello.
Edward si piegò in due per qualche istante, poggiò una mano per terra e con l’altra si tenne la fronte. « Giuro che prima o poi vomiterò ».
« Suvvia non fare il molliccio! » strillò allegramente Lex che sembrava invece aver incassato bene il colpo.
« Benvenuti a Logard! Il villaggio dell’isola! » disse Bloom spalancando le porte del cancello che aprivano ad un mondo di persone quasi incantato.
I due studenti rimasero a bocca aperta, persino per Lex era la prima volta, davanti ai loro occhi si presentava un paesaggio magnifico formato da persone che felicemente svolgevano la loro vita seppure ognuno facesse delle cose quotidiane. Infatti si poteva percepire un atmosfera felice e familiare, come quel calore che può trasmettere una famiglia, un ambiente che tiene a proprio agio le persone.
Bloom iniziò a guidare i ragazzi all’interno del villaggio spiegando a poco a poco ciò che si presentava ai loro occhi.
Logard era formata da casette di campagna ma molto bene ristrutturate, i tetti erano viola e a punta con un bel caminetto che usciva nella parte superiore. Era in misto tra abitazioni antiche e moderne, infatti i cittadini indossavano abiti dell’ottocento ma con una rifinitura più moderna, quasi un miscuglio tra reale e fantasy.
Inoltre attorno alle abitazioni vi era molta natura, grandi giardini, animali che svolgevano una propria vita tranquillamente in mezzo alle persone ma la cosa che più fu scioccante fu vedere strane creature presenti in mezzo agli esseri umani, creature che fino a quel momento Edward aveva visto solo su libri e film di fantasia.
Infatti vi erano numerosi folletti che vivevano nel villaggio, erano molto carini, piccoli e dolci in viso, tutto il contrario di come se ne parlava, creature brutte e deformi. In alcune vie si poteva notare anche dei centauri, anche loro molto pacifici e collaborativi con la popolazione.
A qualche passo da lì ci fu un laghetto che colpì l’attenzione dei due ragazzi, Bloom sapeva benissimo cosa ci fosse lì infatti non distolse la loro attenzione che fu attirata notevolmente in quel punto. Ebbene in quel piccolo lago delle sirene stavano facendo dei giochi d’acqua, altre pettinavano la propria chioma di capelli lunghissima e piena di colori vivaci, rosse, blu, viola, verdi e dorate.
Era incredibile tutto ciò a cui stavano assistendo i giovani studenti, per i primi minuti non riuscirono nemmeno ad aprir bocca ma osservavano tutto con estrema curiosità.
Bloom intanto spiegava tutto ciò che i ragazzi vedevano, forse invano visto che Edward e Lex sembravano essersi fatti di una droga pesante, per qualche istante erano immersi in un mondo fantasy che non avrebbero mai immaginato potesse esistere.
Ma ciò che rendeva tutto molto incantato fu il notare come creature completamente diverse tra di loro potevano in realtà collaborare benissimo, infatti in quel villaggio ognuno svolgeva anche attività del tutto normalissime, come responsabili di negozi, macellai, responsabili di supermarket, alcuni avevano anche una sorta di banca in cui depositavano soldi e oggetti preziosi. Quindi la collaborazione tra esseri viventi era veramente possibile, tutto ciò suonava anche molto strano visto che paradossalmente in quel periodo storico l’essere umano non faceva altro che pugnalarsi a vicenda, eppure delle creature completamente diverse tra di loro riuscivano benissimo a vivere insieme.
Edward fu colpito molto da una scena, una giovane signora che stendeva i panni e un grossissimo centauro che gentilmente le passava le mollette per tener i vestiti ben appesi al filo in cui venivano poggiati ad asciugare al sole.
Lex notò come dei bambini piccoli, umani, giocavano allegramente a palla con dei folletti, sembravano della stessa razza, non tanto per l’altezza ma per la familiarità che era instaurata tra le due specie.
Il villaggio era una sorta di riunione di varie creature, tra cui l’essere umano, che tutte insieme portavano avanti un sogno, vivere felici collaborando per la salvaguardia dell’altro. Tutto ciò a livello mondiale sarebbe stato incredibile.
Tra le case di Logard, giravano anche dei piccoli torrenti di acqua naturale, poteva essere sorseggiata tranquillamente dalle rive, era pura e fresca, Edward ne assaggiò un po’ per rimanerne completamente dissetato.
« Sembra il paradiso terrestre » commentò Lex con le lacrime agli occhi.
« Assolutamente lo è » rispose Bloom « Immaginate tutto questo a livello mondiale ».
Edward si sedette su una panchina di legno proprio vicino al laghetto, iniziò ad ammirare tutto ciò che lo circondava, poi con una voce quasi incantata disse: « tante specie di esseri viventi, tutti che collaborano con tutti, poteri straordinari quali la guarigione, la super vista, la proiezione astrale, tutte abilità che risiedono in noi, sembra ancora tutto un sogno, eppure è tutto davanti a me, perché non si riesce a portare tutto questo a livello mondiale… ».
Bloom si avvicinò al giovane studente, sapeva benissimo ciò che stava provando, quasi non servivano parole, ma volle comunque commentare il breve discorso del suo allievo.
« Ciò che hai appena detto è il mio grande sogno, tutto ciò un giorno sarà possibile e sai perché? Perché una volta era così, questa è la vera natura di questo pianeta, ma con il tempo ci siamo addormentati, piano piano non ci siamo accorti dei continui cambiamenti che venivano imposti nella nostra vita, così da arrivare a credere che un fantasma non esistesse, un centauro non esistesse, che l’energia, unità fondamentale che compone questo universo… non esistesse… ». I due studenti erano ancora una volta colpiti dal discorso della loro insegnante.
« Tutto ciò che state vivendo in quest’isola è la pura realtà di questo pianeta, ma forze oscure, come ormai ben sapete, non vogliono che tutto questo venga realizzato, perché per dominare il mondo bisogna separare i propri avversari gli uni dagli altri così che si diventa più vulnerabili ».
« Perché non portiamo queste creature meravigliose in mezzo alla gente, tra le città, le nazioni, i continenti, così che tutti possano vedere la vera realtà e tornare tutti a vivere insieme serenamente » propose Lex con estremo desiderio di veder il sogno di Bloom realizzarsi. L’insegnante sorrise, poi guardando la sua studentessa rispose: « se fosse stato così facile lo avremmo già fatto, ma sulla Terra in questo momento padroneggiano sentimenti quali avidità, voglia di potere assoluto, ricchezze, competizione, quanto credi ci mettano le persone per cercar di fare una propria fortuna con queste creature, a costo di renderle schiave. Quanto credete che gli esseri umani non si sentirebbero invasi vedendo queste creature, siete sicuri che tutti la prenderebbero positivamente? C’è ancora una bassa coscienza dovute dalle manipolazioni oscure, per questo motivo dobbiamo prima abbattere quest’ultime e far si che il tutto avvenga più naturale possibile ».
I due ragazzi rimasero a riflettere su quanto detto da Bloom, poi quest’ultima continuò. « Ovviamente questi sentimenti negativi sono portati dai Tenebris, non c’è dubbio, ma prima di tutto dobbiamo diventare più forti per cacciarli via a calci nel sedere, così da ripristinare le emozioni positive in questo pianeta e portare alla luce del sole la vera verità ».
Edward era profondamente colpito dal discorso che stava tenendo Bloom, poi con più grinta che riflessione disse la sua.
« Perché non ci alleiamo tutti assieme e oggi stesso andiamo a far fuori i Tenebris? Ognuno con le proprie capacità, ogni razza con le proprie qualità, perché non farlo? ».
« Lo stiamo già facendo Edward, ma una guerra va combattuta anche con strategie militari, non solo con forza fisica, per questo motivo dobbiamo scovare la base centrale dei Tenebris, abbattendo quella sarà tutto più facile, non avranno più un posto sicuro dove ricaricarsi, rigenerarsi, portare le persone rapite per poi trasformarle in Tenebris, tutto va studiato, è la guerra, chi fa il primo passo falso, si scopre e viene fregato ». Successivamente l’insegnante cambiò tono. « Questo è il mio grande sogno, tutti che collaborano tra di loro, ognuno in estrema libertà, cosciente di chi è realmente, delle proprie abilità della propria natura spirituale, con una tecnologia al proprio servizio ma non alla sua dipendenza, un mondo giusto, onesto, libero e soprattutto reale con Coscienza e Conoscenza! »
Poi Lex ad un tratto interruppe il discorso, presa da una sua insolita curiosità e quasi con un fare orgoglioso di se stessa disse:
« Bloom, io ed Edwad siamo gli unici studenti all’interno della scuola ad aver visto la vera realtà di questo villaggio? Ovviamente escludendo gli studenti che ci vivono ».
La giovane insegnante venne presa da una irrefrenabile risata, forse fuori luogo vista la discussione che stavano avendo i tre ma ovviamente lei sapeva bene il perché di quella insolita risata.
« Emh… cosa ho detto di così buffo? » chiese imbarazzata la studentessa.
« Perdonami Lex, ma non sono riuscita a trattenermi ma la verità è che tutti all’interno della scuola hanno visto questo villaggio, persino tua sorella Penny ».
Lex rimase sbalordita per quanto avesse appena sentito, soprattutto riguardo la sorella che non le aveva mai accennato nulla.
« E come mai lo sto sapendo solo adesso? » chiese ancora una volta Lex con tono sconfortato.
« Beh! Edward è uno degli ultimi arrivati, ovviamente dovevo dargli tempo… ma tu… tu Lex… » un’altra risata si era impossessata della giovane maestra dai capelli blu. « Tu Lex meritavi una punizione per i guai che combini sempre e così anche un po’ per dispetto ti ho voluto tenere tutto questo segreto, fino ad oggi! ».
Anche Edward fu preso da una insolita risata, era divertito dal vedere quella buffa espressione sconfortata della compagna.
« Suvvià Lex, almeno anche tu alla fine ce l’hai fatta! » disse il ragazzo ironicamente prendendosi gioco di Lex.
« Taci tu! che vomiti ancora con i viaggi attraverso i portali! » rispose a tono la giovane studentessa.
I due ragazzi avevano preso una tale confidenza da stuzzicarsi spesso, ovviamente sempre per gioco ma era innegabile che entrambi amassero far dei piccoli dispetti all’altro.
« Benissimo ragazzi! » disse Bloom alzandosi dalla panchina, « direi che l’escursione di oggi, seppur breve ma sicuramente intensa, sia giunta al termine, vorrei tenervi ancora un po’ qui ma abbiamo del grosso lavoro da fare a scuola ».
Era giunta l’ora di andar via ed Edward non avrebbe mai voluto lasciar quel posto incantato in cui dominava la serenità ed allegria, ma sapeva benissimo che i tempi duri si stavano avvicinando e che quindi c’era del duro lavoro da fare. I momenti di svago erano sempre più brevi e ognuno doveva avere la maturità di mettere al primo posto il proprio allenamenti, inoltre il rimando all’interno della scuola non era accettato, quasi come una legge.
« Ovviamente potrete venire altre volte qui, come ben sapete alcuni studenti dell’istituto vivono proprio in questo villaggio, ho detto loro più volte di tenere nascosta l’esistenza della vera essenza di questo posto, ma certamente non è un luogo vietato, certo un po’ lontano dalla scuola per questo è consigliabile usare i portali ma considerate che molti studenti fanno questa strada ogni giorno » disse Bloom che intanto preparava i due ragazzi al ritorno a scuola.
« Certamente torneremo ancora » rispose Lex come se ormai ne avesse il pieno diritto. « A costo di far chilometri camminando ».
Bloom prese le mani di Edward e Lex e in pochi secondi si teletrasportarono nei giardini della scuola.
Il diciassettenne non sentì molto gli effetti del teletrasporto, si stava abituando o forse era troppo incantato dal villaggio che aveva appena visto. In effetti quel luogo lì, oltre ad essere bello da vedere, aveva anche un energia davvero così positiva che bastava andar lì per sentirsi davvero meglio e felice. I valori umani, quelli veramente buoni, emanavano un energia davvero brillante che il solo provarli e portarli avanti creavano una guarigione generale sul luogo.
« Perfetto ragazzi, adesso ognuno vada alla propria aula, le lezioni stanno per iniziare ».
Cosi fu, i due ragazzi rientrarono nell’istituto e con ancora gli occhi che brillavano si diressero nelle proprie aule.
In quel momento proprio accanto a Bloom, che rimase nel giardino davanti l’entrata, si aprì un portale da cui uscì Leòn. Sembrava avesse scalato una montagna, era tutto sudato e respirava con fatica ma nonostante quello stato la sua potenza fisica gli permetteva di rimanere ancora in piedi, qualsiasi cosa lui avesse fatto. Infatti, proprio grazie alla sua forza fisica, si diceva che il maestro dalla stazza enorme discendesse da Eracle e da una serie di antenati con una forza smisurata.
« Ehi! Cosa è successo? Sembra che hai scalato l’Everest » domandò Bloom leggermente preoccupata.
Leòn prese la collega sotto braccio e la invitò ad allontanarsi assieme a lui dall’entrata della scuola. Dopodiché parlando sottovoce, tra un respiro affannoso e l’altro le disse:
« Ci siamo Bloom! ».
La giovane ragazza dai capelli blu sembrò aver capito immediatamente di cosa stesse parlando il collega.
« L’ho trovata! ».

 

Emanuele

 

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