Animarum (Cap. 10)

Capitolo 10 – Cornelio Adriano Viminetti

 

Quel fine settimana appariva davvero angosciante per i ragazzi dell’Istituto, improvvisamente una forte tempesta si era precipitata sull’isola mentre i tre insegnanti erano partiti per le solite missioni estremamente segrete del fine settimana, con loro erano presenti Lawrence e Jacqueline, i due studenti più preparati.
Molti degli alunni pensarono si trattasse dei Tenebris che avevano appena trovato il luogo della scuola e stavano approfittando dell’assenza delle colonne portanti per rapire tutti e distruggere l’isola.
Dei forti boati si sentivano al di fuori dell’intera struttura, persino i due cagnoloni, Romeo e Giulietta erano entrati terrorizzati nella cuccia all’interno del piano terra. Si sentiva l’ululato del vento che fischiava in modo davvero incessante, alcuni alberi si spezzarono e dai vetri delle stanze non si riusciva ad intravedere nulla di cosa stesse succedendo lì fuori.
Nessuno studente, fino a quel giorno, aveva assistito a tale bufera nell’isola, in molti si precipitarono verso le rispettive torri di pratica per svolgere dei potenti scudi di protezione intorno all’edificio, alcuni del terzo piano andarono con gli studenti del secondo per poterli guidare meglio vista la loro maggiore esperienza e soprattutto per cercare di non far prendere nessuno dal panico.
Ma i rumori provenienti da lì fuori erano sempre più forti ed inquietanti e i più giovani si lasciavano intimorire molto più facilmente.
Edward e Trevor iniziarono a praticare i loro scudi ricoprendo tutta l’isola cercando di tenere lontano da lì qualsiasi cosa non avesse delle buone intenzioni. Lo scudo di Trevor era molto più resistente di quello di Edward che nonostante la sua poca esperienza stava già facendo dei buoni passi avanti dimostrando anche il coraggio di agire e il sangue freddo.
Le sorelle Roberts si trovavano nella rispettiva torre di missione, portarono assieme a loro Hamine, lo studente più giovane ed indifeso e con loro grande spirito si guadagnarono il titolo di leader cercando di guidare i compagni verso una pratica decisa e sicura.
Passarono l’intero sabato notte a praticare contro quella fulminea tempesta che si era aggressivamente precipitata su di loro, nessuno sapeva cosa stesse realmente succedendo, come sarebbe finita, l’assenza dei veri leader si faceva ben sentire ma in quei casi bisogna solamente agire, nessuna paura, nessun pensiero dovevano entrare nelle teste degli studenti, per molti era l’occasione giusta per dimostrare di aver appreso i rispettivi insegnamenti.

Ma in verità il mal tempo non si era solamente fiondato sull’isola ma molte zone del pianeta in quel momento stavano subendo varie catastrofi. In Giappone numerosi terremoti si fecero sentire, nelle Americhe vorticavano dei potenti tornado che stavano spazzando tutto ciò che trovavano davanti la loro strada. In Italia un diluvio aveva messo in forte crisi l’intera penisola.
Era proprio lì che si trovavano in quel momento Bloom e i suoi compagni, quel fine settimana avevano da svolgere importanti missioni nel territorio italiano.
In quel periodo l’intera politica europea si era riunita per la creazione di un nuovo ordine di governo, con sede esattamente in Italia.
I vecchi princìpi di democrazia sembravano si stessero rielaborando con un nuovo stampo decisamente più in stile dittatoriale, molto più oscuro del solito, questa volta tutti i poteri europei si sarebbero incentrati nelle mani di un solo uomo che avrebbe preso il comando sull’intero continente.
Anche la Russia, gli Stati Uniti e il Giappone sembravano essere interessati a questa nuova politica, sebbene in passato vi erano stati numerosi scontri e momenti di alta tensione, oggi, queste potenze nazionali sembravano essere soggiogate completamente dal potere europeo che stava influenzando notevolmente le politiche estere.
Il tutto era nato segretamente e stava diventando velocemente realtà, infatti nel giro di poco tempo era nato un nuovo movimento politico che inspiegabilmente stava prendendo sempre più potere.
Le droghe, i rapimenti e le brutali tasse da pagare da parte dei cittadini, sembravano stessero diventando il problema minore, dall’oscurità sembrava stesse sorgendo un vero sistema dittatoriale che aveva pieni poteri e consensi dalla maggior parte degli stati mondiali. Come se non bastasse, i controlli di massa sulle persone erano diventati all’ordine del giorno, si usava qualsiasi mezzo per spiare e tenere sotto controllo ogni singola persona.
In effetti il tutto sembrava essere diventato improvvisamente tetro e pieno di tensione, persino gli insegnanti dell’Istituto di formazione Spirituale erano stati presi alla sprovvista, visto che fino a poco tempo prima i Tenebris non avevano dato nessun segno di creazione di un nuovo ordine politico.
Infatti dietro questo movimento dittatoriale vi erano proprio loro che silenziosamente si andavano inserendo sempre di più in politica, il punto di accesso per il governo di un popolo.
Le loro missioni erano centrate su rapimenti di quelle persone che dimostravano una predisposizione maggiore ad un evoluzione spirituale, sulle droghe che stroncavano queste Anime prima di nascere e sull’inserimento nella vita politica così da prendere il dominio senza avere nessun intralcio. Da non nascondere che piano piano iniziarono a rapire anche quelle persone con nessun interesse spirituale, il tutto doveva essere fatto senza destar troppi sospetti.
Quel fine settimana era stato davvero molto burrascoso per l’Italia, molti dei Tenebris più oscuri si erano giusto riuniti per attuare le ultime procedure di manipolazione di massa per la salita al potere. Bloom, Leòn e i restanti del gruppo si erano avventurati in Italia per cercare di racimolare più informazioni possibili e poter impedire in qualche modo la nascita di questo nuovo governo ma le cose non sembravano assolutamente mettersi bene.
Si trovavano nella capitale italiana in quella notte tempestosa, Roma tra fascino e oscurità sembrava stesse diventando il punto centrale per il nuovo governo.
Il gruppo di Bloom si trovava proprio nelle zone di San Pietro, la fitta pioggia non permetteva nemmeno di intravedere lucidamente le strade, ci si aiutava molto con la telepatia per scambi di informazioni e gli immancabili scudi di protezione qualora si presentassero dei guai.
Rander sembrava avere dei malesseri, ogni tanto il suo scudo spariva per poi ritornare nuovamente, anche se più debole, Bloom e Leòn erano più energici che mai, i loro scudi brillavano di un blu fiammeggiante. Lawrence e Jacqueline, più inesperienti, cercavano di restare vicini per darsi appoggio l’un l’altra.
Indossavano tutti le loro divise, cappotti viola per le ragazze e quelli blu per i ragazzi. In testa tenevano i loro berretti dei medesimi colori.
« Ragazzi riuscite ad intravedere qualcuno? » domandò Bloom tormentata dalla pioggia.
« Nessun segnale qui » rispose Rander che mostrava chiari segni di affanno.
« Forse dovremmo ripararci un attimo e sentire meglio le loro posizioni » suggerì Lawrence.
Improvvisamente Leòn con uno scatto lampante si portò in alto cercando di rimanere sospeso con il suo scudo. In qualche modo stava tentando di vedere se riuscisse ad intravedere qualcosa in quel quartiere così tempestoso ma la pioggia anche lì impedì una buona visuale.
« Nemmeno usando la super vista si riesce a localizzare la posizione di questi bastardi! » ringhiò a denti stretti Jacqueline che nonostante fosse la sua prima missione non mostrava alcun segno di timore.
Lawrence cercava di tenere il suo solito stato tranquillo e pacato, nonostante la bufera gli permetteva a malapena di tenere un occhio solo aperto e con quello cercava in qualche modo di tenere d’occhio la sua giovane compagna.
« Ma tu guarda! La prima volta che vengo nella splendida Roma e non riesco nemmeno a godermela » borbottò.
Improvvisamente dei fulmini precipitarono violentemente tra i ragazzi creando un enorme bagliore che per la prima volta in quella nottata aveva permesso di vedere chiaramente i volti dei proprio compagni lasciandoli senza fiato.
« Ragazzi cerchiamo di metterci al riparo, qui ancora non c’è nulla e stiamo rischiando grosso » disse Leòn dopo aver assistito a quella tragica scena.
Era persino difficile spostarsi con lo scudo, il forte vento faceva traballare le protezioni e occorreva una concentrazione massiccia per rimanere ben saldi.
Lawrence si mise accanto a Jacqueline cercando di proteggerla con la sua grossa statura, intanto Bloom tentava di soccorrere il compagno Rander che mostrava continui cedimenti.
Proprio mentre stavano per riaprire il portale che li avrebbe condotti verso una zona più tranquilla, tra le grosse pozzanghere si sentirono dei passi, sembravano andature tranquille e che non subivano le tormenta della pioggia.
Quattro uomini erano apparsi sulla scena tempestosa, i soliti vestiti eleganti e scuri e la cravatta che indossava uno di loro di quel rosso scarlatto. Erano un gruppo di Tenebris, probabilmente proprio quelli che stavano cercando Bloom e i suoi compagni.
Come al solito a capo del gruppo vi era Jordan Helkins con il suo immancabile ghigno malvagio, questa volta attorno a lui vi erano altri scagnozzi, sembravano avere un aspetto più terrificante. Avevano degli occhi completamente neri e un viso pallido con fosse grigie sotto gli occhi.
Erano tutti e tre senza capelli e in testa avevano una specie di codice con una serie di numeri.
A differenza degli altri, questi non portavano nessun anello, solamente Jordan.
Rander notò subito la mancanza degli anelli, infatti sussurrò qualcosa ai suoi compagni facendogli notare le dita libere da ogni oggetto.
« Ragazzi… non portano nessun anello della trasformazione, forse questa volta sarà molto più semplice ».
Infatti gli anelli che portavano i Tenebris permettevano loro di trasformarsi in enormi lupi mannari, esattamente come quelli che aveva affrontato Bloom la settimana precedente.
« Come mai in giro per la splendida Roma in una nottata così pericolosa? » disse Jordan con la sua solita finta apparenza gentile.
« Stavamo giusto cercando dei bastardi come voi! » disse Bloom mostrandosi più agguerrita della volta precedente.
« Oh tesoro! L’ultima volta che ci siamo visti non sei stata molto educata, andartene così senza nemmeno salutarmi » continuò il temibile Tenebris.
« Questa volta siamo pronti a chiudere la faccenda Jordan » disse Rander sforzandosi parecchio nel pronunciare quella frase. Infatti l’insegnante, quel fine settimana mostrava degli strani ed insoliti momenti di debolezza.
Jordan non sembrò badare a ciò che aveva appena detto Rander ma concentrò la sua attenzione sul nuovo membro del gruppo, Jacqueline.
« Ma che meraviglia! » esclamò con tono terrificante. « Jacqueline Noel! Anche tu adesso in giro a fare l’eroina? ».
« Bada a come parli! » rispose subito la giovane ragazza mostrandosi all’altezza del suo avversario.
La pioggia continuava ad infittirsi, era quasi impossibile guardare negli occhi il proprio nemico.
« Siete sempre così scortesi con me » disse Jordan fingendo un espressione facciale delusa. « Eppure io sono sempre alla vostra ricerca! ».
Leòn sembrava stesse iniziando a perdere la pazienza, la sua statura imponente da guerriero iniziò a farsi avanti verso il gruppo dei Tenebris. I suoi occhi iniziarono a lampeggiare con una luce blu e il suo petto si gonfiò mostrando una muscolatura fuori dal comune.
« Sappiamo ciò che state creando! Sappiamo del nuovo governo dittatoriale! Dove volete arrivare? » disse Leòn aggressivo.
« Ovvio no? Vogliamo inginocchiare l’umanità! Stiamo già distruggendo i falliti come voi, sapeste quanti ce ne sono nel nostro laboratorio! » rispose Jordan davvero provocante. « A proposito! Lo avete trovato? ».
I Tenebris non conoscevano l’esatta posizione dell’Istituto di formazione Spirituale ma nemmeno i membri di quest’ultimo conoscevano la posizione del laboratorio centrale dei Tenebris, era una guerra aperta a chi trova prima chi.
A quelle parole Leòn esplose emanando un bagliore blu accecante, delle forti scosse elettriche avevano avvolto il suo corpo che sembrava più divino che umano, i suoi occhi erano completamente blu e le vene si intravedevano nel suo viso. La pioggia sembrava non infastidire più il coraggioso insegnante.
Al suo fianco si avvicinò Bloom che allo stesso modo sembrava più agguerrita che mai. Il suo corpo era diventato luminescente e ad intermittenza spuntavano scariche elettriche pure attorno a lei.
Si avvicinò anche Jacqueline, con grande sorpresa per tutti i presenti, mentre Lawrence restò indietro cercando di sostenere l’insegnante malandato.
La pioggia non era più un problema per le Anime guerriere che in quel momento stavano mostrando quanto fosse pericoloso far arrabbiare dei buoni.
« Credete di intimorirci? » disse Jordan con le mani sui fianchi. « Vi dirò una cosa. Stiamo progettando l’ordine dittatoriale più terrificante e spietato che sia mai esistito, metteremo in ginocchio questo pianeta e poi partiremo con la conquista di altri. Siamo in troppi e siamo troppo forti per voi ».
Il gruppo di Tenebris fu preso da una maligna risata, risuonavano voci davvero inquietanti.
« I rapimenti, le dure leggi, il Bacio del Diavolo, tutti piccoli assaggi di ciò che avverrà, ma devo dire anche che sono state ottime distrazioni per voi, non avreste mai pensato che potesse nascere un movimento così spietato » disse Jordan allargando lentamente le braccia. « Gli esseri umani incoscienti sono solo delle pedine e fanno ciò che gli ordiniamo e questa notte, miei cari, brinderò con il vostro sangue, al nuovo governo! ».
In quel momento il cielo fu coperto da tantissime figure che spuntarono dall’alto, erano decine e decine di Tenebris che coprirono l’intera zona circostante non lasciando alcuna via di fuga ai ragazzi che illuminavano con scintille blu.
« Buon appetito miei spietati guerrieri! » urlò Jordan e con un segno di avvio invitò tutti i Tenebris presenti a scaraventarsi sanguinari verso il gruppo illuminato ancora dal bagliore blu.
Bloom e Leòn non si lasciarono scoraggiare, benché si fossero trovati poche volte in quelle situazioni disastrose, non si persero assolutamente d’animo ma anzi, da grandi eroi dimostrarono come la quantità fosse irrilevante, ciò che realmente contava era la qualità.
Si lasciarono esplodere da una potente luce blu che fulminò molti dei Tenebris che si erano fiondati per primi verso di loro, alcuni ne furono letteralmente folgorati e caddero stecchiti sul suolo bagnato. Altri ancora furono feriti e riuscirono per qualche istante a sobbalzare indietro per proteggersi.
Dalle mani di Bloom uscirono delle potenti saette che si schiantarono con estrema violenza verso altri gruppi di Tenebris lasciandoli privi di vita. Leòn creò attorno a sé un enorme vortice infuocato che proiettò verso altri Tenebris polverizzandoli. Sembrava più uno scontro tra Dei.
Jacqueline non perse tempo e cercò allo stesso modo di far la sua parte, si scaraventò direttamente verso Jordan, cercando di folgorargli con la sua energia parte della testa ma il tentativo fallì, il nemico era più agile e con un calcio roteante colpì la giovane ragazza buttandola verso un cassonetto dell’immondizia.
A quella vista Lawrence si gettò tra la mischia, anche lui fu avvolto da delle fiamme blu e con grinta sparò verso Jordan un raggio di luce che scaraventò il nemico di qualche metro.
Subito dopo, senza lasciare secondo di ripresa, Lawrence si fiondò addosso a Jordan che stava disteso in una pozzanghera d’acqua e iniziò a malmenarlo più che poteva.
Qualche secondo dopo, Jacqueline si rialzò, aveva subìto un bel colpo ma il suo carattere determinato la rimise in piedi velocemente e fece il possibile per aiutare il compagno Lawrence.
La tempesta sembrava proprio non voler cessare, addirittura dei fulmini iniziarono a cadere sul campo di guerra illuminando per qualche secondo i volti sanguinari dei combattenti.
Altri Tenebris spuntarono dal cielo, sembravano raddoppiare e come pioggia si buttavano in mezzo alla mischia, nonostante la grande inferiorità numerica, Bloom, Leòn e i due studenti stavano seriamente dimostrando una qualità di combattimento non indifferente mettendo in serie difficoltà i nemici che erano molti di più.
Ad un certo punto, uno dei Tenebris si allontanò dalla mischia, aveva una specie di telecomando in mano e sembrava intenzionato a far qualcosa senza rischiare di ricevere qualche brutto colpo da parte dei ragazzi che scintillavano di blu.
Rander sembrava averlo visto ma le sue condizioni fisiche sembravano peggiorare, infatti si accasciò a terra con la mano che stringeva il suo petto.
« Jacq! Vai da Rander! Allontanalo da qui! » gridò Lawrence mentre cercava di tenere a bada Jordan.
« Stupido! Non posso lasciarti qui da solo, non vedi che ci sta tenendo testa già così? ».
Bloom e Leòn sembravano i più scatenati, erano davvero micidiali nel combattimento assieme e svolgevano le loro tecniche con una coordinazione incredibile, sembrava usassero una sorta di telepatia istantanea mentre combattevano.
« Vai! Fallo adesso! » gridò Jordan rivolgendosi al suo scagnozzo che si era allontanato con uno strano telecomando in mano. Subito dopo con due lame energetiche più nere della pece ferì brutalmente i due ragazzi che cercavano di tenergli testa, anche se con scarsi risultati.
« Leòn! » gridò Bloom indicando l’uomo con lo strano aggeggio in mano. « Vai da lui! ».
Ma Leòn non fece in tempo e il pulsante sul telecomando fu premuto.
Per qualche istante tutto si fermò, i vari guerrieri dei due schieramenti avevano smesso di combattere ed uno strano tremolio arrivò da sotto il terreno.
« E adesso? » disse Jacqueline con la fronte sanguinante per il taglio procurato da Jordan.
« Fermi tutti! » gridò Bloom. « Rinforzare i vostri scudi! ».
« Mi dispiace fata turchina, è troppo tardi ormai, stanno arrivando! » disse Jordan che mostrava comunque chiari segni di affaticamento.
La terra prese a tremare molto più forte, quasi diventò un violento terremoto e all’improvviso da sotto il terreno sbucarono cinque grosse figure oscure. Non avevano una forma ben definita, non ancora, erano figure avvolte da un fumo nero.
« Questa non ci voleva! » esclamò Leòn che aveva chiaramente capito di cosa si trattassero. Subito dopo lanciò uno sguardo alla compagna Bloom.
« Vediamo quanto siete forti adesso, voi dell’Istituto » disse Jordan.
Le figure iniziarono a prendere forma e davanti agli sguardi sorpresi dei combattenti, spuntarono cinque enormi serpenti neri. Erano grossi, troppo grossi e con due denti molto affilati, avevano gli occhi rossi che emanavano una sorta di led e sibilavano qualcosa di incomprensibile come se stessero parlando una lingua.

« La cena è servita figli miei! » gridò Jordan invitando i serpenti a nutrirsi.
Uno di loro si scaraventò con tanta violenza verso Leòn che riuscì con la sua inumana potenza a bloccargli la bocca cercando di chiudergliela con lui al di fuori.
Un altro di loro puntò Bloom e spalancando l’enorme bocca cercò di mandar giù in un sol boccone la ragazza dai capelli blu che con sua grande prontezza schivò la bestia e dalle sue mani istantaneamente spuntarono due saette che furono scaraventate sul serpente.
Ci fu un enorme esplosione ma la creatura sembrava aver ricevuto solamente qualche graffio.
« Così non va! » disse la ragazza con tono di sconforto.
Intanto gli altri due serpenti puntarono i restanti tre combattenti dell’Istituto, i quali uno di loro era inspiegabilmente più morto che vivo.
Leòn era riuscito ad allontanare di qualche metro la bestia che lo aveva aggredito, sembrava iniziare ad accusare grossi segni di stanchezza ma adesso erano veramente in netto svantaggio e se non inventavano immediatamente qualcosa non ne sarebbero usciti vivi da quella guerra.
« Bloom! » gridò Leòn, ma non disse altro, sembrava che tra i due si fosse instaurata nuovamente la connessione telepatica. A loro si aggiunse anche Lawrence e con molta più fatica Jacqueline.

I quattro ragazzi dovevano trovare subito un modo per uscire da lì.
« Non fateli scappare! » gridò Jordan che aveva capito l’intesa che si era instaurata tra i ragazzi. « Fatela finita subito! ».
Quattro serpenti si riunirono tra di loro, mentre uno intanto aveva accerchiato Rander per tenerlo a bada.
Dai loro occhi non si sentiva nessuna traccia di Anima, erano proprio folgorati dall’oscurità.
« Ammirate le nostre nuove creature, Tenebris che possono trasformarsi in enormi serpenti ».
« Avete dei nuovi giocattoli per trasformarvi ora? Menomale perché i lupi mannari ci stavano annoiando » rispose a tutto tono Bloom.
« Adesso! » gridò nuovamente Jordan cercando di chiudere definitivamente la partita.
I quattro serpenti si scaraventarono di colpo verso il gruppo che improvvisamente, dopo che si furono posizionati l’uno accanto l‘altra, crearono un unico grosso scudo che fece ribalzare di poco le quattro bestie. Era lo scudo di gruppo, molto più forte e resistente di uno scudo personale, ma non avrebbe comunque retto molto all’attacco di quelle grosse creature.
« Andiamo! Non vorrete stare lì tutto il tempo! » esclamò Jordan. « E poi… avete il vostro amichetto fuori dallo scudo e avvolto da un mio serpente » continuò indicando il povero Rander.

« Non preoccuparti, usciremo presto » disse Leòn mentre cercava una soluzione per portare i suoi compagni in salvo.
« Devo ammettere che trovo davvero incredibile la vostra voglia di aiuto reciproco » ghignò Jordan. « Ma trovo davvero buffo il vostro continuò tentativo di voler portare in salvo la razza umana ».
« Ma cosa stai dicendo? » grintò Bloom. « Anche voi siete umani! ».
« Eravamo umani, scusami se ti correggo signorina ».
Intanto i quattro serpenti accerchiarono il grosso scudo.
« Stanotte chiuderemo definitivamente la partita e fra qualche giorno il nostro nuovo leader salirà al potere italiano e successivamente a quello europeo » disse Jordan.
« Per quale ragione dovete essere così spietati? » domandò Jacqueline con un tentativo ingenuo di capire il perché di tutto ciò. Infatti lei era la più giovane ed inesperiente, nel suo viso innocente era spuntata una chiara espressione di terrore accompagnata a delle lacrime di rassegnazione, sembrasse iniziar a credere che non ne sarebbe uscita viva da lì.
« Chi sarebbe questo nuovo leader? » domandò Leòn che sembrava stesse tramando qualcosa per prendere tempo. Il suo respirò diventò sempre più profondo e la sua cassa toracica si espandeva più di sempre. Nonostante stesse guardando in faccia Jordan e il serpente che si era appostato davanti a lui, il suoi veri occhi erano volti da tutt’altra parte, verso qualcosa che non era visibile a nessuno ma che si trovava dentro di lui.
« Non avete sentito in TV? Già da qualche giorno il suo nome è apparso un po’ ovunque e come una macchia d’olio si sta espandendo sempre di più » rispose Jordan in modo tenebroso.
« Non ne abbiamo avuto il piacere » disse Bloom.
Jordan si lasciò prendere da una risata terrificante, sembrava sentir ridere il diavolo.
« Il suo nome è… Cornelio Adriano Viminetti! ».
Un fulmine era appena caduto sul campo di battaglia creando un enorme boato illuminando ancora una volta i visi sconvolti dei ragazzi.
« Un italiano » disse quasi sottovoce Lawrence.
Anche Bloom sembrava aver iniziato la respirazione profonda, con il compagno Leòn stavano tramando qualcosa, ma avevano ancora bisogno di qualche secondo.
« Come già detto, prenderà il potere ovunque e quelli come voi verranno portati in laboratorio e trasformati in Tenebris, altri verranno squartati vivi » continuò il temibile Tenebris.      « Per finire… sappiamo benissimo che la vostra scuola senza di voi non reggerà molto, se non saremo noi a trovare i restanti membri, prima o poi saranno loro a venire da noi ».
« Questo è ancora da vedere » rispose a tono Leòn cercando di tenere alto il nome della scuola. « In qualunque battaglia e in qualsiasi luogo, l’Universo darà sempre una mano a chi combatterà per la Luce, a chi combatterà in nome suo! ».
« Buffoni! » esclamò infastidito Jordan e rivolgendosi ai suoi serpenti urlò: « avanti! Sfondate quella inutile barriera! ».
In quel preciso istante il gruppo di Leòn si illuminò di una potente luce bianca che abbagliò tutti i presenti, i serpenti ne furono per qualche istante accecati, sembravano aver un bruttissimo rapporto con quell’energia bianchissima.
Bloom aprì immediatamente un portale e prese per mano la sua studentessa, Jacqueline che a sua volta afferrò il braccio di Lawrence.
Immediatamente Leòn si lanciò verso il lato opposto in direzione del compagno Rander. Davanti a lui trovò prima uno dei serpenti che lo aveva accerchiato precedentemente ma che era appena stato indebolito da quella immensa luce bianca. Creò istantaneamente un enorme lama blu elettrico che squartò il primo serpente. Senza perdere nemmeno un secondo, si lanciò verso l’altra bestia che stava accerchiando Rander e con una grinta impressionante squartò anche la seconda. Il corpo di Leòn era mostruosamente forte, avvolto da un fuoco blu e gli occhi luccicanti dello stesso colore.
Afferrò immediatamente la mano di Rander e con tutte le forze che aveva si lanciò verso il gruppo che era pronto a sparire velocemente attraverso il portale.
Il bagliore era sparito e i serpenti ripresero lucidità. Anche i Tenebris e Jordan erano tornati attivi.
« Non lasciateli scappare! » urlò per la medesima volta.
Lawrence allungò più che poteva la mano verso i due compagni che si stavano avvicinando cercando di far avvenire il contatto il prima possibile.
Mancava davvero poco, Bloom che emanava ancora parte del bagliore guardando intensamente gli occhi perfidi di Jordan disse:

« Questo è solo un assaggio della potenza dell’Universo! »
E prima che i serpenti riuscissero ad aggredire i ragazzi del gruppo, avvenne il contatto tra le mani di Leòn e Lawrence e tutti sparirono istantaneamente dalla tenebrosa scena.
« Brutti bastardi! Mi sono sfuggiti ancora una volta! » ringhiò Jordan sbattendo i pugni sulla strada bagnata.
Il gruppo di missione dell’Istituto era riuscito a mettersi in salvo, era stata una nottata davvero dura per loro, soprattutto per la giovane Jacqueline che verso la fine aveva mostrato segni della sua giovinezza.
Bloom e i suoi compagni si ritrovarono in mezzo alla flora dell’isola, feriti e malconci avevano comunque dimostrato di saper reggere gli attacchi dei Tenebris, infatti prima che arrivassero le enormi bestie, i fatti parlavano chiaro, stavano tenendo testa a decine e decine di spietati nemici.
I loro visi erano sconvolti, la fronte di Jacqueline gocciolava ancora di sangue, Lawrence aveva un grosso taglio sul petto e Rander non si era ancora ripreso dal suo improvviso malessere.
« Ma che ha?! » urlò incazzato Leòn indicando il collega. « Se stavi male non dovevi venire con noi! Porca miseria! Abbiamo rischiato grosso stanotte! ». Leòn era fuori di sé.
« Scusa Leòn… » mormorò Rander privo di forza.
« Adesso non è il momento di litigare ragazzi » interruppe immediatamente Bloom. « Avete sentito tutto ciò che ha detto Jordan ». La ragazza aveva un tono davvero preoccupato.
« Di quel dittatore? Cornelio? » domandò a voce bassa Jacqueline.
« Esattamente… a quanto pare il problema è più grosso del previsto e dobbiamo trovare alla svelta una soluzione o… ».
« O cosa? » domandò con voce tremante Jacqueline che aveva intuito come sarebbe dovuta finire quella frase.
I cinque ragazzi si guardarono negli occhi, ognuno di loro aveva un espressione terrorizzata che veniva messa in evidenza ogni qual volta un lampo illuminava i loro volti.

 

Emanuele

 

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