CAPITOLO 20 – A TERRA
<<Che palle>> si lamentò la guardia.
<<Già>> rispose l’altra al suo fianco.
<<Se andassimo a berci qualcosa credi che qualcuno se ne accorgerebbe?>>
<<Molto probabile>>
<<Che palle>> ripeté allora.
Ormai era da ore che la coppia restava in piedi a difendere l’ingresso della cattedrale e come previsto non era ancora accaduto nulla di interessante.
<<Non ho mai capito davvero a cosa servano i matrimoni>>
<<In che senso?>>
<<Insomma… cosa cambia una volta che sei sposato? La coppia che entra in una chiesa rimane uguale anche se quando esce ha un anello al dito. Come mai tutti sono così fissati nell’essere chiamati fidanzato, fidanzata, moglie, marito, moroso, morosa, partner eccetera eccetera? Non basta… non basta esistere assieme?>>
<<Forse è perché le persone sono fissate con i nomi e le parole. Il fatto di dare un nome al legame può farlo sembrare più… concreto, anche se realmente non vuol dire nulla. Per esempio, tu ed io passiamo molto tempo assieme divertendoci, ma solo definendo questa cosa “amicizia”, riusciamo a renderla più… definita. È un po’ come la cornice di un quadro: l’importante sarà sempre il dipinto, ma grazie ad essa riusciamo a distinguerla meglio da tutto il resto>>
<<E allora perché c’è il bisogno di sposarsi? Di dare un altro nome al legame?>>
<<Forse anche il fatto che venga riconosciuto dal regno lo rende più concreto: lo rende più ufficiale.>>
<<E allora perché due uomini e due donne non possono ancora sposarsi? Se col matrimonio l’amore tra la coppia non cambia, che senso ha non lasciare il matrimonio a tutti quelli che si amano? Tanto il legame è uguale a quello tra un uomo e una donna: l’amore c’è in ogni caso>>
<<Non lo so. Secondo te?>>
<<Non lo so. Forse è solo perché ci sono persone che non hanno ancora ben capito che questo amore è naturale e puro come quello tra uomo e donna>>
<<E perché non vorrebbero ufficializzarlo?>>
<<Perché sono dei cr- Hey! Che diamine è quella cosa nel cielo?>> esclamò il soldato puntando la mongolfiera che stava muovendosi nell’aria. Mentre il veicolo volante si posizionava sul tetto della cattedrale, i due rimasero immobili spaventati e sbalorditi allo stesso tempo per ciò che stavano vedendo.
<<Che sta succedendo?>> disse la guardia a destra mentre andava a vedere la chiesa dal fianco per vedere meglio. <<Altonio, vieni un po’ a vedere>>
Altonio corse dal suo collega e vide una cosa che gli fece dubitare della sua sanità mentale: un elfo e un signore baffuto erano appesi ad una corda appoggiati al muro e stavano cambiando il colore della loro pelle diventando dorati e luccicanti.
<<Credo che a questo punto possiamo anche andare a berci qualcosa. Tanto siamo fottuti comunque>> disse Altonio.
<<Già>> rispose l’altro mentre si incamminavano assieme per la loro strada rassegnati al peggio.
<<Seen!>> urlò la principessa.
<<Erien!>> urlò il cantastorie.
I due avrebbero tanto voluto abbracciarsi ma purtroppo non vi era tempo per farlo. Nella cattedrale c’erano otto guardie con armature scintillanti di metallo e avevano tutte sguainato le loro spade e stavano già correndo verso di loro. Seen tirò fuori dalla sua tasca una fionda e alcune palline rosse. Queste piccole sfere le furono date da Idan prima di partire e avevano la caratteristica che, rompendosi, liberavano una polvere rossa in grado di stordire le persone. Quindi il ragazzo tirò l’elastico dell’arma e scagliò il proiettile contro una guardia riuscendo a centrare il suo elmo. Lo sfortunato fece cadere la sua spada e si appoggiò con la mano sul muro mentre tutto attorno a lui si faceva offuscato e confuso. Alla navata opposta un’altra guardia era appena stata colpita da una freccia scoccata dall’arco di Dennen. L’armatura non fu però perforata dall’attacco dell’elfo perché stava accadendo qualcosa di totalmente diverso: dal legno della freccia stavano spuntando tantissime piccole piantine di edera che, crescendo ad una velocità smisurata, andavano avvolgendo il cavaliere. Dopo pochi secondi il soldato era completamente ricoperto dalla pianta, la quale legò le braccia e le gambe dello sventurato impedendogli di muoversi almeno fino a quando qualcuno non lo avesse aiutato. Nel frattempo, dal braccio di Idan stava uscendo un raggio grigio luminoso che avvolgeva il suo avversario con la sua luce. La donna alzò il suo arto muovendo contemporaneamente il malcapitato in aria, e con un gesto veloce lo riabbassò facendo schiantare violentemente l’uomo a terra. Moon fu l’ultima a reagire evocando una magia che creò delle corde verdi e quasi trasparenti che legarono i piedi di un soldato assieme facendolo cadere. Mentre gli altri combattevano Raymond cominciò ad avvicinarsi di soppiatto verso Simon.
<<Qualcuno vada a chiamare i miei figli! Cosa aspettate tutti? Andate!>> gridava il magnifico mentre i presenti scappavano urlanti ignorandolo.
Il gruppo di eroi aveva già steso 6 guardie quando dall’ingresso cominciarono ad entrarne altre. Il loro ingresso era però istruito da tutti gli invitati che andavano loro incontro, spingendoli e facendone addirittura cadere qualcuno.
Simon si inchinò per terra e alzò i pantaloni della sua gamba destra rivelando il coltello che nascondeva legato al polpaccio. Mentre estraeva la lama diceva con un’aria irritata << Non lascerò mai che questi pazzi mi uccidano!>>.
Una volta in piedi corse verso di Seen tenendo il braccio alzato pronto a pugnalarlo. Il giovane era troppo concentrato a prendere la mira per accorgersi del pericolo che gli arrivava da sinistra. <<Preparati a morire!>> esclamò mentre il metallo scintillante si avvicinava alla testa del giovane. Ma proprio quando la lama stava per raggiungere i capelli castani, Simon fu colpito da un candelabro sulla testa che lo fece cadere a terra.
<<Lascia stare il mio ragazzo!>> disse con rabbia Erien.
Intanto gli altri quattro avventurieri avevano cominciato ad indietreggiare mentre gli avversari diventavano pericolosamente di più. Poco dopo aver scagliato una guardia contro i suoi colleghi, Idan diede le spalle al nemico e si mise a correre verso i due sposi. Dennen ormai non riusciva più a fermare l’avanzata delle guardie in quanto il loro numero andava continuamente crescendo e le sue forze diminuendo. Moon cercava di fare del suo meglio e continuava a creare corde per fare lo sgambetto o raggi rallentanti, ma a poco a poco anche lei si stava facendo più esausta e i suoi colpi ancora meno efficaci.
<<Misera stronza!>> imprecò Simon mentre riprendeva il suo coltello e si rialzava <<Ucciderò anche te se serve>>. Si preparò a infilzare Seen di nuovo ma quando vide il suo viso non poté fare a meno di avere un attimo di smarrimento. <<Seen?! Seen Narrow?! Ti avevo fatto giustiziare, ho visto la tua testa staccarsi, come fai a essere ancora vivo?>>
<<Magia!>> rispose l’altro mentre preparava la fionda per stordire il magnifico. Mentre alzava il braccio fu però colpito dal gesto più agile di Simon che riuscì a disarmarlo e a strappargli la manica risaltando il suo braccio di legno. Lo sguardo affascinante cominciò a diventare disperato mentre tutto ciò che vedeva diventava surreale e catastrofico.
Nell’altro capo della sala l’afflusso di soldati si era fatto incontrollabile e l’elfo e la strega avevano già cominciato a scappare verso i loro compagni.
<<Mettete giù le vostre armi!>> gridò ad un tratto Idan tenendo Simon stretto a sé con un coltello stretto al suo collo. <<Non osate fare un altro passo o giuro che squarcerò il suo bel faccino!>>
L’ostaggio era pallido e in preda al panico con piccole gocce di sudore che gli scendevano dalla fronte perfetta. <<Non l’avete sentita?! Fermatevi immediatamente!>> ordinò Simon preoccupato per la propria immestmabile vita.
I soldati arrestarono la loro corsa e aspettarono altri ordini.
<<Ora gettate le vostre armi!>> urlò Idan.
<<Fatelo! Fatelo subito!>> ribadì l’ostaggio e così fecero i suoi sudditi. Il rumore del metallo che cadeva o si appoggiava sul marmo suonò per tutta la sala e, subito dopo, ci fu per la prima volta silenzio.
<<E voi andate ad arrampicarvi sulle corde!>> urlò la strega guardando i suoi amici.
<<Vuoi scappare con noi?>> chiese velocemente Seen mentre, tenendo saldamente la mano di Erien, si incamminava verso la vetrata rotta.
<<Sì>> rispose gratificata la principessa.
Idan stava premendo la fredda lama sulla pelle di Simon quando i suoi occhi cambiarono totalmente espressione. Le pupille della strega si abbassarono lentamente fino a riuscire a vedere il sangue che stava sgorgando dalla propria pancia impregnando i suoi vestiti di rosso. La sua mano lasciò la presa del coltello e le sue gambe quella del suo corpo facendola cadere a terra. Dietro di lei vi era Raymond Glown in piedi con la mano destra sporca di sangue mentre piccole gocce cadevano dalle sue dita facendo tante piccole macchie scure sul pavimento bianco.
<<Mia maestà, sono qui per servirla>> disse prontamente Raymond mentre si inchinava dichiarando il suo nuovo re.
Quando Seen vide la daga trapassare Idan, gli sembrò che il tempo si fosse fermato. Tutto attorno a lui si era fatto offuscato e la sua testa aveva cominciato a pulsare mentre cercava di riprendersi da ciò che aveva appena visto. “No!” era l’unica cosa che riusciva a pensare, “No!” si ripeteva mentre i suoi occhi cominciavano a lacrimare.
Quando Moon si voltò e vide tutto il sangue corse subito in soccorso della sua amata. Si chinò per terra appoggiandosi sulla pozzanghera rossa.
<<Non arrenderti Idan!>> implorava disperata la ragazza <<Posso provare a curarti>>.
La fidanzata diede un piccolo colpo di tosse e disse con una voce flebile <<Sto perdendo troppo sangue Moon, non c’è più nulla che…>> si interruppe per tossire di nuovo.
<<Dobbiamo scappare Seen, non è per questo che eravate qui?>> chiese Erien al ragazzo mentre gli stringeva il braccio cercando di farlo tornare alla realtà.
<<No!>> rispose lui poco prima di correre dalle due streghe.
<<Scusami Idan, scusami se non ti ho difeso, tu hai fatto tutto per me e io… e io ti ho ripagata con questo>> disse Seen.
<<Non è colpa tua, è colpa mia se non sono riuscita a proteggerti. Scusami Seen, ti ho sempre voluto tanto bene>>
<<Non devi scusarti, tu hai…>>
<<Seen Narrow>> disse Idan guardandolo dritto negli occhi con un’espressione seria per quanto addolorata <<La chiave, devi portare la chiave e risvegliare Annabell, devi…>> il dolore troppo forte le impedì di finire la frase ma dopo proseguì, stavolta guardando Moon <<Cercate di tornare a Dilganda, in questo modo potrete evitare la guerra>>
<<Certo Idan, lo faremo>> rispose la giovane piangendo a dirotto.
La mano della ragazza stremata si sollevò un’ultima volta per accarezzare il dolce viso ora bagnato di Moon “Quant’è bella” pensò mentre guardava i suoi occhi dolci e arrossati <<Scusa se non sono riuscita a proteggere anche te>> spostò lo sguardo di nuovo su di Seen << Scusa piccolo, e dì scusa anche alla tua Erien e un grazie a Dennen. E manda anche a fanculo Raymond da parte mia>>
Seen non capiva a pieno ciò che Idan gli stava dicendo. “Di che chiave sta parlando? Perché doveva proteggermi?” si chiedeva. E poi gli tornò in mente la chiave più importante di tutta la sua vita, l’unico ricordo dei suoi veri genitori, l’unica cosa che ricevette da loro. “Ma come fa lei a sapere della chiave? Le uniche a saperlo erano Erien, I frati del monastero dove sono cresciuto e…”
<<Mamma!>> esclamò Seen mentre si rendeva conto che chi lo aveva accompagnato in quell’avventura era la stessa persona che lo aveva accompagnato nell’avventura dell’infanzia. <<Idan, tu sei Mamma!>>
Idan non aveva più le forze per rispondere alle sue domande, muoversi o respirare. In quel momento, sdraiata sul fianco su una pozza di sangue, il suo sangue, mentre Dennen cercava invano di respingere con tutte le sue energie gli attacchi dei nemici, con la mano destra stretta a quella di Moon e quella sinistra a quella di Seen, la strega Idan Rowling morì per la seconda volta.
Erien non conosceva quella donna che aveva appena sacrificato così nobilmente la vita per lei, ma sentiva di non poter lasciarla morire invano. Se avessero dovuto ottenere almeno una vittoria da quello scontro, questa doveva essere la morte di Simon Engarion. La principessa cominciò a correre verso il corpo dell’eroica strega e mentre lo raggiungeva perse un secondo a vedere come se la stava cavando l’elfo. In quel momento, una freccia piantata per terra cominciò a crescere trasformandosi in una mangrovia che con il suo tronco e le sue fitte, lunghe e spesse radici ostruì l’avanzata dei soldati. L’arciere ormai aveva finito tutte le frecce ed era così stanco da non riuscire nemmeno ad allontanarsi o a reggere il suo arco e rimase fermo dov’era a cercare di riprendere fiato.
<<Erien Millow!>> esclamò con un sorriso splendente Simon mentre vedeva la sua sposa avvicinarsi <<Te l’avevo detto che non sarei morto oggi. Quale stupido e vano tentativo è stato il vostro!>>. Il suo viso ora spettinato manteneva un sorriso costante mentre si godeva la morte scampata e la vista dei suoi soldati che spezzavano le radici delle mangrovie e si apprestavano a raggiungere il loro re, “imperatore” si corresse Simon soddisfatto. Ma proprio mentre assaporava il suono di quel nuovo titolo, Erien tolse la daga dal corpo inerme di Idan e con un gesto veloce andò a pugnalare il suo sposo che fu colto alla sprovvista.
Lo scatto della principessa fu molto veloce, ma non fu con carne umana che finì per colpire la principessa. In quel momento Ciferro veloce e silenzioso come un’ombra era giunto in soccorso di suo padre e, mettendosi di mezzo tra i due sposalizi, lasciò che la lama della daga si scontrasse sul suo ventre di ferro. Il figlio rispose all’attacco con un duro pugno dotato di nocche di metallo al viso di Erien.
<<Erien!>> urlò Seen mentre la sua amata cadeva a terra. Cercò di raggiungerla ma quando alzò il ginocchio per muoversi il suo corpo di legno fu trapassato da una lama lunga e affilata, molto diversa da una normale spada. Gli occhi del giovane si riempirono di terrore quando videro che il metallo non era quello di un’arma ma apparteneva alla protesi del braccio di una persona.
<<Non uccideteli!>> ordinò l’imperatore <<Ci sono molto più utili da vivi che da morti>>
Mentre Moon stava piangendo la sua amata, un altro dei figli di Simon appoggiò la lama del suo braccio sulla sua spalla dell’angosciata e con una voce ferma e senza sentimento disse <<Non osare muoverti, papà non vuole che io ti uccida ma posso ancora ferirti>>
Tutto i potenti soldati che erano entrati nella cattedrale sembravano dei bambini mingherlini rispetto al mostro umano che stava correndo verso l’elfo. La stazza di quest’ultimo era più simile a quella di un elefante che a quella di una persona e il modo in cui si muoveva veloce, spezzando senza difficoltà le radici della mangrovia e scansando i soldati che trovava nel suo passaggio, lo faceva assomigliare ad rinoceronte imbizzarrito . Dennen, vedendo arrivare il colosso verso di lui, tirò fuori un pugnale piccolo e affilato che teneva appeso alla cintura ma non riuscì nemmeno a tenerlo in mano quando le potentissime mani del nemico sollevarono il suo corpo da terra per scaraventarlo metri più in là. Il lungo volo lo fece schiantare addosso ad una colonna facendogli perdere i sensi.
Erien assisteva alla tragedia da per terra mentre la sua guancia cominciava a regalarle un dolore sempre più lancinante. Ora il suo ragazzo era trafitto da una spada o braccio, la strega dai capelli blu era morta e quella dai capelli bianchi era minacciata da uno dei figli di Engarion, l’elfo era per terra svenuto, l’uomo baffuto rimaneva silenzioso ad osservare il tutto come se fosse un libro da leggere, i soldati la stavano circondando come se fosse una criminale, fuori la finestra stava cadendo una strana barca legata a un enorme telo, e, più irritante tra tutto e tutti, Simon stava ancora sorridendo.
<<Povera ragazza, così bella e gentile, sarebbe bastato che non ti fossi invaghita di quel Seen Narrow, e nulla di tutto ciò sarebbe mai accaduto>> diceva l’imperatore mentre cercava il piccolo cerchio di legno per unirsi in matrimonio. <<Eccolo>> esclamò dopo averlo trovato nella pozzanghera di sangue della strega. Si chinò a prenderlo, si avvicinò da Erien e si chinò di nuovo verso di lei. <<E adesso hai perso per sempre la tua occasione di stare al mio fianco. Peccato, forse un giorno avremmo anche potuto innamorarci per davvero. Ma, almeno, hai imparato una lezione: mai mettersi contro la famiglia Engarion!>>
<<Quando mio padre saprà di ciò che hai fatto dichiarerà subito guerra. Non pensare di passarla tanto liscia>> disse la ragazza.
Simon scoppiò in una risata durante la quale appoggiò il cerchietto sulla spalla della ragazza.
Mentre lo spezzava su di lei lasciando che la perfezione del cerchio si distribuisse all’le rivelò <<Oh, povera illusa. Come hai fatto a non averlo ancora capito? Tuo padre è già morto e sepolto. C’è chi dice sia stato avvelenato ma sono solo supposizioni>>
Fece ancora una breve risata mentre osserva gli occhi spalancati dell’ imperatrice <<Piccola Erien, piccola, stupida e debole Erien. Come facevi a non vederlo fin dall’inizio? Tutti i tre regni dovevano essere miei in un modo o nell’altro, era destino che lo fossero>> si alzò e lasciò cadere i pezzetti del cerchio dandole le spalle.
<<Io sono il nuovo imperatore!>>
Thomas Belvedere
Povera Idan!! 🙁