Beheaded: La mongolfiera (Cap. 19)

CAPITOLO 19 – LA MONGOLFIERA

Come avete già visto, miei pochi ma cari lettori, nel mio scrivere mi piace spostarmi nello spazio e nel tempo in modo da concedervi, o almeno così spero, una lettura più interessante e così da riuscire a tenervi anche un po’ sulle spine. Quindi adesso, anche se immagino vogliate sapere qualcosa di più sulla battaglia della cattedrale di Frolilorf, vi farò ritornare nell’isola delle streghe per mostrarvi cosa avevano fatto fino a quel momento i nostri giovani eroi.

Il sole stava sorgendo all’orizzonte e il vasto prato era tinto da moltissime piccole gocce di rugiada. Moon, Idan, Seen, Raymond, Dennen e Melfox si trovavano dentro una carrozza che si dirigeva verso la cima della collina mentre un gufo-unicorno svolazzava sopra di loro. Tra i passeggeri permeava una tensione palpabile, soprattutto per Seen, che per tutta la notte non riuscì nemmeno a chiudere occhio. Durante tutto il viaggio, il ragazzo rimase a fissarsi le mani di legno mentre se le strofinava nervosamente, preoccupato di ciò che stava per accadere. È buffo vedere come nella vita siano spesso l’attesa delle imprese che dobbiamo ancora compiere a richiedere lo sforzo maggiore. Tutti noi abbiamo provato sulla nostra pelle come l’attesa di una dura prova possa rivelarsi molto più snervante della prova stessa. Per esempio, ora Seen aveva il corpo di legno esausto nonostante non avesse fatto ancora nulla e solo nel momento dell’azione sarebbe riuscito a ricaricarsi di energia come se il suo corpo stesse anticipando la stanchezza per non provarla nel durante.

<<Siamo arrivati>> annunciò ad un certo punto Melfox, mentre i cavalli cominciavano già a rallentare il loro galoppo .
Fino a quel momento, Seen aveva continuato a pensare ad Erien ma, quando vide ciò che si trovava sulla cima di quella collina, riuscì abbastanza facilmente distrarsi dal farlo per qualche secondo. Intorno parevano esserci degli enormi pesci addormentati e fluttuanti. Da quanto aveva detto Idan, questi strani mezzi si chiamavano mongolfiere. Esse erano costituite da piccole barche dalla chiglia piatta e con dei fili legati ai bordi e attaccati ad un enorme pallone pieno di aria a forma ellittica. Le mongolfiere avevano due pinne sui fianchi e una sul dorso fatte di legno e tela, al posto della coda avevano un’elica formata da tre vele. Dentro la barchetta, la quale era situata alla base del mezzo, si poteva vedere un timone, dei posti a sedere e, al centro, tenuto alzato da un sostegno, vi era una grande pietra a forma di uovo che emetteva un fuoco giallo riscaldando l’aria all’interno del pallone. Intorno si riuscivano a vedere sette di queste mongolfiere, una delle quali aveva una fiamma più accesa delle altre ed era controllata da un uomo il quale, vedendo il gruppo arrivare, si avvicinò ad accoglierlo a braccia aperte. Quest’ultimo aveva una grandissima e foltissima chioma afro, la pelle nera e le labbra tinte da un rossetto bianco.
<<Sono onorato dalla sua presenza egregia signora Rowling, sappi che la mongolfiera è già pronta per portarvi ovunque lei voglia>> disse chinando il capo.

<<Ti ringrazio Rogitto, chiedo scusa per il poco preavviso ma ti assicuro che sarai pagato adeguatamente per tutti i tuoi servigi>> rispose Melfox.
<<La ringrazio mia signora>> proseguì Rogitto poco prima di allontanarsi, <<Io andrò già a prendere posto, quando voi siete pronti possiamo partire>>
Nel frattempo il gufo-unicorno planò sul prato, si trasformò nel ragazzino quindicenne e si avvicinò agli altri.
<<Siate prudenti>> disse Melfox mentre appoggiava la mano sulla spalla di Idan per raccomandarle <<Ti hanno già tagliato la testa pochi giorni fa, cerca di non perderla di nuovo. Ok?>>
<<Va bene mamma>> rispose la figlia.
<< E lo stesso vale per tutti voi. Se qualcosa andrà storto non sarò in grado di mandarvi aiuti, altrimenti gli umani potrebbero finire per scoprire Dilganda e questo comprometterebbe molto gravemente la sicurezza di quest’isola>>
Il gruppo annuì: erano tutti consapevoli dei rischi che stavano per correre.
<<Posso venire anche io con voi?>> chiese il giovane Martin.
A rispondergli fu Idan <<Sei troppo debole e piccolo, finiresti per morire cadendo dalla mongolfiera>>
<<Non è vero! Posso trasformarmi in ogni animale che voglio!>>
<<Davvero? E qual’è la bestia più forte in cui riesci a trasformarti? Un cavallo?>>
Martin abbassò lo sguardo imbarazzato, in effetti non aveva mai incontrato nessun animale potente e feroce.
<<Sei così debole da farti ammazzare anche dal solletico>> disse la strega mentre andava sfregando le dita sulla pancia del suo nuovo fratello, il quale, cercando di sfuggire dalla sua stretta, si trasformò in un gatto e poi in un cane.
<<Adesso ti prendo stronzetto!>> urlò Idan mentre il quadrupede cercava di scappare da lei.
<<Idan ci sa davvero fare con i bambini>> disse Dennen a Seen mentre assistevano all’inseguimento sfrenato.
<<Sarà. Ma non capisco perché non possa lasciarlo in pace per un istante>> disse l’umano all’elfo.
<<Prova ad osservarli più attentamente, Seen. Il povero Martin ha una madre e un padre che lo trascurano fin da quando era piccolo. Per non parlare di ciò che è successo l’altra notte, non vuole darlo a vedere ma il suo animo è stato profondamente turbato. Ora guarda ciò che sta facendo Idan, anche se continua a canzonarlo e tormentarlo gli sta dando ciò di cui ha sempre avuto bisogno: gli sta dando una distrazione. Facendo arrabbiare Martin chiamandolo “stronzetto” o in chissà quanti altri modi, riesce a distoglierlo dal pensiero triste della famiglia in cui vive. Inoltre, se guardi attentamente la coda di Martin, puoi vedere che non gli dispiace affatto giocare con Idan>>
Seen notò allora come Martin stesse scodinzolando allegramente. <<Ora che me lo fai notare è vero, Idan è stranamente brava con i bambini>>
Sentendo la frase, Dennen si voltò verso il giovane e sorrise compiaciuto.
Dopo un po’ i due scatenati smisero di giocare e la strega si ricongiunse al gruppo.
<<È arrivato il momento di partire>> disse mentre si affrettava ad entrare nella barca della mongolfiera seguita dagli altri.
Rogitto prese in mano una piccola boccetta di vetro contente un liquido giallo e annunciò <<Si parte figliuoli!>> mentre versava un po’ del contenuto sulla fiamma emessa dalla pietra ovale sul treppiede. La mongolfiera cominciò ad ondeggiare lentamente e, quando Rogitto slegò le funi che tenevano il veicolo a terra, la mongolfiera cominciò ad alzarsi verso il cielo. Dopo una decina di minuti avevano la città azzurra già lontana alle loro spalle, in parte resa invisibile dalle sue alte mura lasciando intravedere il mare.

Il gruppo stava volando sopra la costa di Vollinsense che si affacciava sul Mar Blast in mezzo ad un gregge di nuvole bianche. Tra tutti, l’unico a non ammirare la magnificenza del paesaggio era Seen, il quale non poteva fare a meno di essere completamente terrorizzato. Guardando sotto di lui riusciva a vedere gli alberi così lontani da sembrare piccoli come fili d’erba, se fosse caduto da quella mongolfiera, pensava, sarebbe morto con tutto il corpo rotto in pezzetti di legno e la testa in pezzetti di cervello. Mentre si faceva più forte nella sua mente l’immagine della sua caduta e del suo cadavere, la presa sui bordi della piccola barca si fece molto più forte e il suo colorito più pallido.
<<Non c’è nulla di cui preoccuparsi figliuolo>> cercò di rassicurarlo Rogitto <<Siamo sostenuti da questo infallibile pallone di aria>>
<<E come è possibile che riusciamo a muoverci?>> chiese il ragazzo mentre pentendosi guardò di nuovo il lontano panorama che si estendeva sotto di lui.
<<La spiegazione è molto semplice figliuolo. L’aria calda è più leggera di quella fredda e quindi tende a “galleggiare”. Questo pallone riesce ad alarsi sfruttando proprio l’aria calorosa che contiene. Inoltre, con le pinne della mongolfiera riusciamo a sfruttare il vento e a dirigerci dove vogliamo un po’ come fanno le barche a vela o i pesci. A renderci ancora più veloci c’è quell’elica messa al posto della coda. Sopra questo uovo c’è una piccola tanica piena di acqua che viene riscaldata fino ad evaporare, il suo vapore passa attraverso un tubo dentro la quale c’è un piccolo mulinello che fa girare questa elica. È come se stessimo facendo girare un mulino eolico al contrario producendo del vento che ci spinge in avanti>>
<<E cosa sarebbe esattamente questo “uovo”?>> chiese adesso incuriosito Narrow.
<<Alcuni le chiamano uova di drago, ma la verità è che sono semplici calderoni contenenti pozioni infiammabili che fanno uscire un fuoco più o meno forte. Le uova di drago sono molto usate anche in cucina, sai?>>
Per quanto la paura non lo avesse ancora abbandonato, l’attenzione del giovane fu ora spostata su quel magico veicolo. Era meraviglioso come una cosa così ingombrante e pesante come quella riuscisse a muoversi così veloce e leggera nell’aria. Quando il suo sguardo si poggiò sui tre regni si ricordò il motivo per cui era salito sulla mongolfiera. Sentiva che Roundigham si stava facendo sempre più vicina, proprio adesso riuscivano a vedere la vasta capitale di Vollinsense, Arterva, e la sua torre così alta e fina da sembrare una grande lancia conficcata nel terreno.
Proprio quando Seen stava quasi per dimenticarsi di trovarsi ad un’altezza pericolosamente mortale da un duro suolo Rogitto aggiunse alla sua precedente spiegazione <<E comunque ci sono state solamente meno di venti morti con le mongolfiere. Nulla di cui preoccuparsi>>

<<Direi che è l’ora di ripassare il piano>> disse ad un certo punto Dennen mentre si trovavano sopra il Regno di Roundigham << Seen, dimmi cosa faremo appena arriveremo a Frolilorf>>
<<Ci fermeremo sopra il tetto della cattedrale e ci prepareremo per irrompere dentro>> rispose il ragazzo pronto.
<<Giusto, e come lo faremo?>> chiese guardando Raymond.
<<Ci caleremo lungo le mura con delle corde, romperemo le finestre con i nostri piedi e ci lasceremo cadere sul pavimento protetti dalla magia di Moon>>
<<E perché faremo così?>>
<<Per cogliere i presenti alla sprovvista>> rispose il baffuto
<<E anche perché ha decisamente più stile che entrare dalla porta>> aggiunse Idan.
<<E chi sarà il nostro bersaglio principale?>> chiese ancora l’elfo.
<<Simon Engarion>> risposero tutti assieme.
<<E cosa faremo dopo essere riusciti ad averlo come ostaggio?>>
interrogò Moon che ci mise un po’ per rispondere, non certo perché non sapesse la risposta ma semplicemente perché non era abituata a parlare ad un gruppo così numeroso di persone.
<<Tenendolo come ostaggio in modo che le sue guardie non ci attacchino, convinceremo Erien a venire con noi e scapperemo arrampicandoci sulle corde che saranno tirate dalla mongolfiera in movimento>>
<<E brava Moon>> disse l’elfo.
<<E cosa succede se il piano andrà storto?>> stavolta era Rogitto a porre la domanda.
<<Tu te ci lascerai al nostro destino e scapperai>> rispose Dennen
<<Esattamente figliuolo>> rispose il pilota prima di iniziare una risata sonora.
Adesso Frolilorf si stava facendo sempre più vicina e Seen cominciò ad avere delle terribili farfalle nello stomaco. Il cantastorie era ancora tremendamente preoccupato per come sarebbero andate le cose più tardi: su come stesse Erien Millow, se avrebbe accettato di scappare con loro e soprattutto se ce l’avrebbero fatta. Dubitava fortemente che la sua amata avrebbe lasciato il regno di Rendia agli Engarion per via matrimoniale, quindi Seen era abbastanza sicuro che la sua ragazza lo avrebbe seguito, anche se questo avesse voluto dire guerra. Guerra in cui, se fosse avvenuta, Rendia si sarebbe trovata con un armata decisamente più debole rispetto a quella degli altri due regni. Forse Badirir sarebbe stata una possibile alleata nella loro guerra visto i buoni rapporti commerciali col regno e il fruttuoso bottino che avrebbe comportato la vittoria, ipotizzava Seen. Inoltre, il regno avrebbe potuto ricevere una mano da Dilganda, sempre che i ministri fossero disposti a rivelare l’esistenza della loro isola per farlo.
Il ragazzo si stava arrovellando il cervello dentro ambiti che non conosceva a pieno e alla fine la risposta alle sue domande fu quella di aspettare e vedere cosa sarebbe successo. Tuttavia, c’era ancora un dubbio che lo tormentava tanto quanto gli altri.
<<Perché state facendo tutto questo per me?>> fece agli altri Seen.
<<Sentilo che egocentrico!>> disse Idan <<Innanzitutto la principessa ha bisogno del nostro aiuto indipendentemente dal fatto che sia la tua fidanzata o meno, è lei che stiamo andando a salvare non te, e, secondo di tutto, ti voglio bene stronzetto e se per renderti felice devo salvare una persona in pericolo e irrompere in una stupida chiesa roundighiana sarò molto lieta di farlo>>
<<Inoltre…>> aggiunse Dennen << Gli Engarion sono una famiglia avara e sempre pronta alla guerra. Dargli un regno in più sarebbe solo un’ottima occasione per dar loro ancora più potere e sappiamo tutti che se ciò accadesse non passerebbe troppo tempo prima che vadano a riconquistarsi le montagne dei nani. E dopo averlo fatto punterebbero al regno dei fauni o addirittura al mio, e questo comporterebbe ancora più morte e distruzione di quanta ne avessimo mai avuto bisogno. Questo è solo un motivo per cui dobbiamo irrompere in quella chiesa. Quando tutti gli invitati vedranno piombare dal cielo due persone che dovrebbero essere morte, due streghe e un elfo, non solo li incuteremo paura, ma dimostreremo a tutti che gli Engarion non sono così potenti come tutti credono e che ci sono ancora persone come gli elfi e le streghe che sono ancora in grado di violare le leggi della natura. Per non parlare che ai loro occhi sembrerà che noi abbiamo rapito la principessa Millow. Provate a pensare a quanto si sentiranno vulnerabili i presenti sapendo che anche loro potrebbero essere catturati da un momento all’altro quando meno se lo aspettano. Dopo averci visto non penseranno più di andare all’attacco di altri regni ma piuttosto di difendere il proprio. In brevi parole, stiamo cercando di fermare gli Engarion senza spargimento di sangue e, se la nostra impresa andrà a buon termine, potremmo anche farcela>>
<<Sembra che tu abbia pensato proprio a tutto, figliuolo>> disse a quel punto Rogitto<< Ma non ho ancora capito una cosa: perché non siete venuti qui con più persone e altre mongolfiere? In questo modo avreste compiuto il vostro intento molto più facilmente >>
<<Hai ragione su questo, ma purtroppo abbiamo saputo del matrimonio soltanto ieri e per mandare un gruppo di guardie di Dilganda a Roundigham per salvare la principessa avremmo dovuto come minimo convocare un’assemblea con tutti i ministri. Riunire il consiglio ci avrebbe fatto perdere almeno alcuni giorni, senza nemmeno la certezza che tutti avrebbero approvato il soccorso>>
<<Capisco>> aggiunse il pilota mentre la loro méta si faceva sempre più prossima.

<<È arrivato il momento di prepararci>> disse Idan alzandosi e prendendo una borsa nera da terra. La mano vuota entrò dentro la sacca, quindi uscì con 5 boccette contenenti un liquido color oro e ne consegnò una ad altre quattro mani.
<<Quella che vi ho appena dato è la pozione dell’ invulnerabilità fatta da Moon. Ma ricordate, colpi letali come quello di una freccia o un fendente di una spada sono ancora piuttosto mortali. Inoltre il suo effetto non è duraturo. Basterà per non tagliarsi rompendo il vetro, non ferirsi nella caduta e ancora per qualche secondo, quindi dovrete berla solamente prima di buttarvi giù con le corde. Dunque se avete un po’ di sete è meglio che ve la teniate>>
<<Cominciamo a scendere figliuoli>> avvisò Rogitto mentre i tetti rotondi di Frolilorf cominciarono a farsi più vicini.
Seen teneva stretta in mano la boccetta, “Tra un po’ rivedrò Erien” pensò mentre diventava ancora più ansioso, così tanto che ormai il fatto di essere in un veicolo volante non gli faceva più alcun effetto. Provò a guardare il panorama per distrarsi e riuscì a vedere la cattedrale con la sua peculiare forma. Anche gli altri passeggeri erano tesi quanto lui, Dennen pizzicava teso la corda del suo arco bianco elfico, Idan e Moon si tenevano stretta la mano rassicurandosi l’un l’altra, Raymond si accarezzava i baffi mentre teneva il suo sopracciglio sinistro ancora più alzato del normale e Rogitto diminuiva la potenza del fuoco emesso dall’uovo. Più sotto qualche roundighiano cominciava a chiedersi quale strano tipo di uccello stasse volando sopra la sua testa.
In pochi minuti la mongolfiera stava già volando pochi metri sopra i tetti della capitale veloci mentre le tegole passavano sotto di essa come i fili d’erba sotto un cavallo in corsa. Molti abitanti avevano notato lo strano pesce volante, ma non sapendo cosa fare reagirono tutti in un modo piuttosto differente. Alcuni continuarono a fare ciò che stavano facendo senza farci caso, non trovando senso nel cercare di spiegare l’inspiegabile, alcuni cominciarono ad urlare istericamente, i bambini si misero ad ammirare lo strano oggetto e a seguire il suo percorso per non perderlo di vista, alcuni si misero a venerare l’estraneo chiamandolo segno divino o nuovo Dio, altri ancora, convinti di essere finalmente impazziti, andarono al locale più vicino a bere e ubriacarsi. Non furono molte le guardie che riuscirono a notare lo strano evento perché la loro visiera o il loro elmo impediva loro di scrutare per bene il cielo azzurro e nessuna di loro andò a fare rapporto di ciò a cui avevano assistito per paura di non essere creduti e di finire in manicomio o accusati di eresia.
La mongolfiera cominciò a rallentare e ad abbassarsi ancora di più mentre si preparava ad atterrare sulla cattedrale. Mentre il legno della barca si appoggiava sul tetto, uno stormo di passeri mezzi addormentati spiccò il volo per sgomberare l’area al colosso. Quando la barca si poggiò sul tetto qualche tegola cadde a terra e si ruppe ma fortunatamente non causò sfortunati feriti.
<<In bocca al lupo figliuoli>> augurò Rogitto mentre gli altri erano già in piedi. Ognuno prese la corda legata alla barca e andò verso i bordi del tetto. Seen decise di andare allo stesso lato della cattedrale da cui si sarebbero buttate le streghe, strinse ancora più forte la corda mentre lentamente scalava il muro avvicinandosi alla vetrata sottostante.
Da dentro si riusciva a sentire la forte voce soffusa del santo sacerdote Odbo predicare.
<<Tirate fuori la pozione e bevetela>> ordinò Idan e gli altri obbedirono.
Il liquido era denso, tiepido e più insapore dell’acqua, ma la sensazione che faceva provare da ingerito era decisamente più ricca del suo gusto. Seen sentì che tutto il suo corpo stava diventando più resistente, come se il sangue che gli scorreva nelle vene fosse diventato stranamente più viscoso e, a provare che qualcosa dentro di lui stava davvero cambiando, c’era il fatto che la sua pelle stesse prendendo un colore dorato e sempre più luminoso. Tutti erano chinati verticalmente sul lato del muro pronti ad irrompere al segnale di Idan mentre diventavano scintillanti come stelle, e ad un certo punto la strega urlò l’ordine con un tono forte e deciso che riuscì a dare immediatamente la carica a tutto il gruppo: <<Forza ragazzi! Andiamo a spaccare un po’ di culi!>>

 

Thomas Belvedere

 

1 Commento

  1. Sono molto curioso di sapere come evolverà l’irruzione!


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