Beheaded: Oro (Cap. 9)

CAPITOLO 9 – ORO

Raramente si può trovare una parola in grado di riassumere un intero luogo. Per un porto la parola può essere mare, per un grande castello mura o per un deserto sabbia, ma trovarne una in grado di catturare l’essenza del posto e non trascurare gli altri dettagli è difficile. Eppure per la sala dei banchetti del castello degli Engarion, la parola “oro” riusciva a sintetizzare e dare la miglior immagine di tutta la stanza con molta facilità e accuratezza. Tutto era fatto interamente d’oro dal pavimento al soffitto, il lungo tavolo per la cena era dorato e la stessa cosa valeva per le posate, i bicchieri, i candelabri… e tutto ciò dove l’occhio riusciva a posarsi. Le uniche cose ad essere di un materiale diverso erano le persone con i loro vestiti ed il delizioso cibo che veniva servito.
Immagino riusciate a capire la grande eccitazione che provava Erien mentre era seduta su una sedia fatta di quel materiale prezioso mangiando una cena che sembrava essere stata cucinata dal più talentuoso dei lobelli. Inoltre, a migliorare la situazione c’era la bella ed affascinante voce di Simon che continuava a divertire la principessa raccontando le sue avventure più bizzarre. Anche il principe di Roundigham stava indossando vestiti di colore dorato mentre Erien ne aveva uno molto pomposo e di colore blu, risultando più appariscente del solito in quell’ambiente prezioso.
<<E allora gli dissi: Hey! Stai forse insinuando che non sarei in grado di mangiarla tutta una seconda volta? E fu così che mi ritrovai con una grande vittoria e una ancor più grande pancia!>> disse il futuro re concludendo la sua gara di torte più epica e lasciando Erien in una serie di risate incontrollabili. Era abituata a dover contenersi ma con lui tutto risultava più facile. Fin da quando era bambina aveva sempre dovuto comportarsi come una perfetta principessa e questo spesso la portava a passare cene noiosissime, soprattutto per questo motivo sfruttava la sua immaginazione: essere libera intrappolata nella realtà. Ma adesso, adesso era tutto così diverso! La sala reale andava anche oltre la sua immaginazione e le storie di Simon erano tutt’altro che noiose. Era da quando aveva visto Seen l’ultima volta che non era così felice e spensierata. “Seen”. Bastò ripensare al suo nome per rattristarsi, cosa avrebbe pensato di lei vedendola il giorno dopo la sua morte con un nuovo ragazzo.
Le sue risate divennero velocemente più deboli e il suo sorriso si spense un po’, ma Simon non avrebbe mai lasciato che i brutti ricordi rovinassero il presente.
<<Allora… che ne dici se andiamo a fare una passeggiata per il giardino? Ho sentito che gli alberi umani affascinano molte persone.>> propose il magnifico.
<<Mi stai dicendo che hai davvero l’albero delle lingue? E anche quello degli occhi? Quello delle mani? Pensavo fosse solo una leggenda>> chiese Erien eccitata e curiosa.
<<Tutti, anche l’albero dei nasi>>.

Due ore dopo erano circondati da quelli che erano noti come gli “alberi umani”. La loro particolarità era che non erano fatti di legno e che sui loro rami non c’erano foglie. Bensì, erano fatti di carne: la corteccia era come pelle umana e i rami ricordavano più braccia anche se con molti gomiti e molti arti. A determinare il tipo di pianta c’erano quelle che dovevano essere foglie ma che invece erano sostituite da occhi, mani, lingue o nasi. Un’altra differenza dai tipici vegetali era che questi si muovevano: gli occhi finivano spesso per fissarti e le mani per agguantare ciò che potevano.  Si dice che siano stati creati da streghe per torturare prigionieri o alcuni dicono che provenissero dall’inferno. Nemmeno gli Engarion erano a conoscenza della loro precisa natura o non-natura.
Erien fin da bambina era cresciuta ammirando le leggende e le favole che le venivano raccontate e essere circondata da una di queste la faceva sentire viva e gioiosa, per quanto le piante fossero piuttosto inquietanti e disturbanti.
<<Questo posto è fantastico!>> disse Erien estasiata mentre Simon la ammirava soddisfatto di averle tirato su il morale. Quanto avrebbe voluto che Seen fosse lì! Seen. Aveva di nuovo cominciato a pensare a lui. Sentiva che lo stava tradendo ma allo stesso tempo sapeva che il cantastorie avrebbe voluto che lei fosse felice. Non lo stava certo pugnalando alle spalle se si concedeva di avere una bella vita, anche se in compagnia di un’altra persona. Questa volta il ricordo di Seen non la aveva abbattuta. Non si sarebbe mai dimenticata di lui ma era lei quella viva, e lei quella che con o senza amore avrebbe dovuto sposarsi con Simon, quindi lasciare che il suo cuore si affezionasse ad un’altra persona era la cosa giusta da fare.
Erien lo guardò negli occhi, entrambi felici, e gli strinse le mani. <<Sono felice che tu mi abbia portata qui>>.
<<Ed io che tu sia venuta>> rispose il principe romantico.
I due si guardavano dritti negli occhi come se stessero cercandovi un tesoro mentre l’albero di occhi continuava a cambiare obiettivo dei suoi. Un secondo fissava intensamente Erien e l’altro fissava Simon in attesa che accadesse qualcosa. Spesso i discorsi più intensi sono quelli senza usar la voce e quello che stava avvenendo tra i due non potrebbe essere espresso con normali e banali parole. Pian piano Simon inclinò la testa avvicinando le sue soffici labbra a quelle della principessa. Appena si baciarono le piante cominciarono ad esprimere ciò che provavano per il loro amore. Alcuni occhi si commossero, le mani fecero il pollice in su o strinsero il pugno gioiosi per la coppia, i nasi si limitarono ad arricciarsi mentre le lingue si tesero come se un sorriso invisibile si fosse appena allargato.
I due sorrisero appoggiandosi sulle reciproche fronti. A quel punto Simon si inchinò e guardando intensamente Erien negli occhi disse: <<Lo so che è da poco che hai finito duramente una relazione, e io non voglio assolutamente metterti fretta, ma… tra pochi giorni diventerò re e vorrei che tu fossi la mia regina quando questo accadrà>>. Lentamente tirò fuori un piccolo involucro fatto di foglie dorate e mentre proseguiva il suo discorso lo aprì lentamente. <<Erien Glown, principessa del Regno di Rendia, vuoi… vuoi sposarmi?>> A quel puntò si rivelò il scintillante contenuto prezioso. Questo era un piccolo drago fatto d’oro rosso con due occhi di diamante e il corpo attorcigliato in modo da formare il più bel anello che Erien avesse mai visto.  La principessa sorrise emozionata per l’offerta inaspettata per quanto in programma.  Il magnifico Simon era lì, inginocchiato che le chiedeva di sposarla. Il magnifico Simon. Erien avrebbe passato sicuramente una bella vita se fosse rimasta al suo fianco e, anche se era difficile da credere, Simon era innamorato di lei.  Inoltre era addirittura meglio di come veniva descritto: la sua bellezza andava oltre la perfezione ed era senza dubbio la persona più interessante che avesse mai conosciuto.  Quasi non riusciva a crederci. “Ma… ma non è Seen” pensò la principessa. Era strano vedere come l’imperfezione sia preferibile alla perfezione. Non avrebbe esitato nel dire che Simon era lo sposo ideale per non parlare del fatto che il loro matrimonio avrebbe fruttato entrambe le famiglie, ma non era lui che Erien voleva.
<<Sì!>> rispose tutto d’un fiato mentre una lacrima scendeva lentamente dal suo occhio sinistro.

 

Thomas Belvedere

 

2 Commenti

  1. Voglio saperne di più di questo magico mondo, troppo belli gli alberi umani! Anche se è un po’ inquietante pensare a tutti questi occhi che ti fissano ahahaha

  2. Ho bisogno di un altro capitolo ahaha questa storia è come una droga per me! Non so se preferisco Erien con Simon o Seen, spero di riuscire a decidermi presto ahaha ho adorato le reazioni degli alberi umani al bacio tra Erien e Simon, sei davvero bravissimo a scrivere, riesci a portarmi in un altro mondo e spesso vorrei che i capitoli non finissero mai 😂


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