CAPITOLO 18 – IL MATRIMONIO CIRCOLARE
Nella capitale di Roundigham, Frolilorf, si trovava la cattedrale di San Ono. Ono fu un famoso sacerdote che scrisse i sette libri che provavano come alla base di tutto ci fosse il cerchio. Spesso la giustifica stava solo nel fatto che le materie che trattava si svolgessero sulla terra, il disco attorno al quale girava il sole. Questa cattedrale era, ovviamente, fatta con una forma circolare contenente al centro un altro cerchio. La cattedrale aveva la peculiarità di essere verticale e non orizzontale, appoggiandosi quindi sul bordo del cerchio. La base della circonferenza conteneva una lunga sala ovale dove avvenivano tutte le cerimonie, al primo piano si trovava l’alloggio del sacerdote mentre tutti i piani sovrastanti erano composti solamente da strutture leggere in legno che servivano a sostenere il tutto e dare la forma tipica roundighiana all’edificio. Tutte le finestre erano a forma di cerchio, le panche erano curve, l’abside aveva una base tonda, le mattonelle per terra avevano la stessa forma ed erano fatte da marmi con diverse sfumature di bianco e grigio, le mura erano interamente ricoperte da affreschi di santi con una cornice disegnata a forma di cerchio e lungo il centro del corridoio c’era un pavimento fatto di vetro e che fungeva da acquario per le tartarughe Oconoco (un tipo di tartarughe acquatiche considerate sacre per il loro guscio completamente circolare) e dolci ninfee argentee e azzurre. Tutta la struttura era decorata da vari candelabri d’oro ricchi di candele che rimanevano sempre accese e luminose.
Ovunque in quella cattedrale si riusciva a vedere segni della religione della “sferita” ma sembravano la loro concentrazione sembrava quasi sobria in confronto all’aspetto del sacerdote Odbo. Egli era un uomo sulla cinquantina che crebbe convinto di essere destinato a fare grandi cose in onore della Sferita dal momento che nacque con un capezzolo in più del normale e che questo capezzolo era “molto più tondo di tutti gli altri” (sosteneva lui). Ma le stranezze del suo aspetto non si fermavano certo a quel pezzo di carne superfluo. Al mento aveva un pizzetto lunghissimo che gli raggiungeva quasi i piedi e che era strozzato da una serie di elastici che conferiva al lungo pelo l’aspetto di una catena formata da tante sfere nere di barba. In testa era riuscito a rasare i capelli in modo da formare una serie di circonferenze alternanti di colore rosa-carne e castano. Le sue sopracciglia erano uniche al mondo in quanto anche quelle erano circolari. La parte del popolo meno colta e più credulona credeva che Odbo fosse santo e che le due strisce di peli sopra gli occhi ne fossero un chiaro segno mentre i più scettici erano convinti che queste fossero un semplice trucco per abbindolare i più stupidi. Solo la sua badante era conoscenza del suo vero segreto: nonostante ciò che voleva far credere, le sopracciglia di Odbo erano sì tonde, ma ne aveva solo una e non due. Il suo sopracciglio destro, infatti, era finto.
In quel momento Odbo stava indossando due orecchini con dei grandi dischi di argento che gli penzolavano ai lobi, sulle spalle aveva una larga pellegrina circolare e anch’essa argentea, sotto aveva un vestito lungo e bianco, decorato con cerchi dello stesso colore della mantellina e con varie grandezze che formavano un interessante disegno sulla sua stoffa, l’estremità del vestito e le maniche finivano allargandosi in modo da formare altri tre cerchi più grandi. Le scarpe nascoste sotto il lungo indumento erano grigie e avevano le punte che si arricciolavano come quella di un folletto. Al collo portava una collana di argento che reggeva un grande disco del medesimo materiale e decorato da tanti piccoli diamanti bianchi. Illuminato dalla luce proiettata dalla finestra del soffitto, i suoi gioielli luccicavano splendenti facendolo quasi apparire ai presenti come un angelo illuminato dalla luce della Sferita.
Sulle panche della cattedrale erano seduti tutti i nobili e i generali più potenti e ricchi dei regni di Roundigham e Vollinsense. Di Rendia, invece, c’erano molti meno presenti. Si riusciva a distinguere molto facilmente la loro provenienza in base ai loro vestiti: i roundighiani avevano acconciature e vestiti tondi, un esempio poteva essere quel signore seduto davanti che aveva la barba completamente sferica e un enorme cappello nero, anch’esso sferico e anche piuttosto irritante per le persone sedutegli dietro, i vollinsesi erano vestiti con indumenti che tendevano di più sul marrone e sul grigio ed erano addobbati con medaglie e spille militari di bronzo e ferro, molti erano semplicemente vestiti con una divisa militare, mentre i Rendiani avevano delle maniche più lunghe di tutte quelle degli altri e, rimboccandole, arrivavano loro quasi fino ai gomiti, inoltre indossavano il papillon doppio (un papillon con quattro “ali” invece che due) come andava di moda in quel periodo nel regno.
Erien e Simon avevano dei vestiti di colore nero e oro. La sposa aveva un lungo vestito scuro che le arrivava fino ai piedi, con due tagli circolari sui fianchi in modo da mostrare da davanti e dietro due mezzelune del colore dell’indumento sottostante e con un colletto che dietro il capo reggeva una cerchio di stoffa con fantasie degli stessi colori tipici degli Engarion. Il vestito che indossava sotto quello scuro era poco più lungo ed era dorato e splendente. Il ragazzo aveva una camicia dorata con sopra una giacca nera con una linea di cerchi grandi come un palmo sulle braccia. La chiusura della giacca era formata da due file di onde formate da semicerchi e con i bottoni sulle punte da abbottonare nel centro della mezzaluna opposta. In questo modo sotto il collo magnifico scendeva una specie di catena di stoffa dorata. Al lobo dell’orecchio aveva un piccolo orecchino a forma di sole.
La coppia appariva agli occhi dei presenti perfetta, entrambi erano giovani, ricchi, di bell’aspetto e vestiti benissimo. Simon aveva un’aria regale, felice e soprattutto fiera mentre lei aveva un volto duro e lo sguardo immobile fisso su Odbo mentre pronunciava il discorso per unirli nel vincolo del matrimonio.
<<Quando la Sferita creò l’uomo, decise che un corpo con carne e ossa non fosse abbastanza per renderlo perfetto. Provò allora a dargli la possibilità di ragionare e di immaginare, ma l’uomo non aveva ancora nessun motivo per farlo. Con solamente l’intelletto, l’uomo rimaneva inerme, fermo ed immobile e quindi la Sferita decise di creare i sentimenti e di donarceli. Assieme ai sentimenti ci dotò della forza di volontà e di motivi per vivere. Nel farlo dovette creare sentimenti buoni e cattivi perché senza gli uni non potevano esistere gli altri. Senza il male non sarebbe mai esistito il bene, senza la tristezza non ci sarebbe mai stata la felicità, senza la morte non potuto avere la vita. Dandoci i sentimenti ci diede anche il magnifico dono dell’amore. L’amore, come voi tutti sapete, è …>>
“Amore” si trovò a pensare Erien mentre, tenendo la mano di Simon, restava in piedi sull’altare di fronte al sacerdote Odbo che recitava le pagine del libro sacro. In tutta la sua vita la sposa aveva provato amore per molte poche persone, adesso che ci rifletteva di più, si rese conto di aver amato puramente solamente tre persone: sua madre, suo padre e Seen. E adesso due di loro erano morti e l’ultimo rimastole aveva condannato a morte l’ultimo andatosene. Ma nonostante tutto, Erien si rese conto di volere ancora bene a Pyrus Millow. Anche se era praticamente lui la causa per cui adesso si trovava su quell’altare, moriva dalla voglia di riabbracciare il suo vecchio. Provò a guardare velocemente dietro di lei per trovarlo in mezzo ai presenti, ma di lui non c’era nessuna traccia. “È strano” pensò “dovrebbe essere almeno in prima fila ma non riesco a vederlo. Forse arriverà dopo”. La figlia cercava di convincersi sul ritardo del padre, ma aveva un vago presentimento che ci fosse qualcosa che non andava e questo presentimento continuava a crescere fino a cominciare a regalarle un sgradevole peso sullo stomaco. Simon, notando l’aria preoccupata della sua futura sposa, le strinse la mano e le diede un sorriso rassicurante, ma quello che sentì Erien fu solo una stretta opprimente alla mano che riusciva farla sentire soffocare. Voleva scappare lontano da quel ragazzo e non sposarsi mai nemmeno nei suoi incubi più angoscianti.
<<Oggi, sotto lo sguardo protettore della Sferita, uniremo nel matrimonio circolare e sacro la coppia di Simon Engarion, figlio di Dromaca Engarion e di patria roundighiana, ed Erien Millow, figlia di Pyrus Millow e di patria rendiana>> continuò Odbo.
“Manca poco”, si rassegnò Erien, “tra poco sarò moglie”.
<<Se qualcuno vuole opporsi a questa unione o ha qualcosa da dire a riguardo questo è l’ultima occasione per farlo. In caso contrario la cerimonia proseguirà come previsto>>
La sala rimase completamente muta, e d’altronde Erien non poteva aspettarsi diversamente. Solo lei avrebbe avuto fatti da rivelare in quel momento, solo lei era l’unica ragazza di Rendia a conoscere i segreti di Simon, ma solamente lei doveva sposarlo. Passò un intero minuto e l’unica cosa che si sentì furono il coro di uno stormo di cornacchie che spiccò il volo vicino alla cattedrale. Se solo avesse potuto, Erien avrebbe urlato a squarciagola ciò che sapeva.
<<Bene. Desideri tu, Simon Engarion, unirti nel sacro matrimonio circolare con Erien Millow e passare il resto della tua vita, percorrendo tutti i suoi infiniti percorsi dalla meta ignota, in sua compagnia?>>
<<Lo desidero>> rispose lo sposo sorridente.
<< E desideri tu, Erien Millow, unirti nel sacro matrimonio circolare con Simon Engarion e passare il resto della tua vita, percorrendo tutti i suoi infiniti percorsi dalla meta ignota, in sua compagnia?>>
La principessa aveva alla sua destra il suo futuro marito e alla sinistra il suo ragazzo immaginario morto che le stringeva, anche lui, saldamente la mano.
“Non lo voglio” pensò, <<Lo desidero>> rispose.
<<Bene, ora la coppia potrà spezzare il cerchio e lasciare che la sua perfezione fluisca dentro entrambi solidificando così il vostro legame e rendendovi così ufficialmente marito e moglie>>
Odbo prese da un cuscino tenuto in mano da una monaca vestita di bianco dietro di lui un piccolo cerchio di legno. Questo non era un semplice oggetto dalla forma circolare ma, grazie alla sua sagoma, era anche un oggetto sacro. Rompendolo assieme, la coppia avrebbe anche spezzato la sua essenza divina lasciando che essa entrasse per metà nella donna e per metà nell’uomo. Avendo l’essenza di due semicerchi dentro di loro, solo stando assieme avrebbero potuto definirsi perfetti. Proprio per questo motivo, per iniziare il matrimonio circolare, i due dovevano prima compiere quel rito sacro.
Il sacerdote prese in mano il cerchio e lo pose ai promessi sposi ma ,credendo che ormai Simon lo stesse tenendo stretto nelle sue dita, lasciò la presa e la forma di legno cadde a terra.
<<Oh mi scusi mio imperatore, le chiedo onorevolmente scusa>> disse Odbo mentre si chinava a riprendere l’oggetto caduto. Quindi, lo riporse alla coppia e aspettò che entrambi lo tenessero in mano prima di lasciarlo la seconda volta.
<<Miei cari signori>> disse allora il sacerdote <<da quanto dichiarato dal precedente re del regno di Roundigham e Vollinsense, Dromaca Engarion, quando il cerchio sacro sarà spezzato, i due regni passeranno automaticamente a suo figlio data la sua recente abdicazione e, con essi, passeranno a Simon Engarion anche il regno di Rendia di Erien Millow. Ora potete spezzare il cerchio sacro>>
Simon stava già stringendo fortemente il bordo ma Erien era ancora titubante.
<<Vai>> le disse Seen sorridendole <<Sono certo che ce la farai. Se so io vuol dire che lo sai tu>>
La futura imperatrice cominciò a premere il legno e ad inclinare le dita tirando mentre il futuro imperatore faceva un simmetrico gesto. Il fatidico momento tanto aspettato stava finalmente per compiersi sennonché, dalle finestre della cattedrale, arrivò il tanto inaspettato. In quel momento 5 vetrate dai colori bianchi e argentei si ruppero in mille pezzi emettendo un fragoroso crepitio e da esse piombarono a terra cinque persone dall’apparenza luminosa. Mentre cadevano, i numerosi frammenti di vetro riflettevano la luce del sole facendo apparire delle costellazioni cadenti che circondavano le cinque figure appena apparse e dando loro un’aria magica, fino a quando atterrarono poi ai loro piedi. La coppia, presa dallo spavento, lasciò cadere il cerchio e si mise ad osservare gli intrusi in cerca di spiegazioni. Alla sua destra, Erien vide un uomo baffuto e un ragazzo con le orecchie a punta, mentre alla sua sinistra c’era una giovane donna dai capelli blu scuro, una ragazza dai capelli bianchi e un altro giovane dai capelli castani. Quando capì di chi si trattava l’ultimo, Erien non riuscì a fare a meno di urlare il suo nome assieme al suo ragazzo fittizio.
<<SEEN!>> urlò la principessa e il cantastorie immaginario contemporaneamente.
<<ERIEN!>> rispose lui, reale quanto non mai.
Thomas Belvedere