Cronache di Mirko: Scende la notte (Cap. 7)

CAPITOLO 7 – SCENDE LA NOTTE

Si leva nel cielo un grido che scuote la notte, la mia gola è aperta e dilaniata, nelle vene il sangue e l’energia scorrono impetuosi, messi in moto dalla rabbia che sovrasta ogni cosa.

Ti odio, ti odio!

Scaglio un bicchiere contro l’armadio e le schegge di vetro rimbalzano ovunque, luccicando alla luce del sole all’orizzonte. Prendo a pugni lo specchio, finché non si distrugge in mille frammenti che squarciano la pelle diafana delle mie mani e si infilano sottopelle, strappandomi gemiti di sofferenza. Il dolore è acutissimo, il sangue ricopre le mie mani e gocciola sulle lenzuola e sui resti di ciò che è già stato distrutto dalla mia furia. Già, perché in quei momenti niente è risparmiato, la collera polverizza ogni cosa.

Il cameriere si precipita nella stanza, è un vecchio vestito sempre elegante e onnipresente nella mia vita quotidiana, piazzato appositamente dalla mia famiglia. <<Mio signore, state bene?>>

<<Sì, ora vattene!>> gli strillo io. Non si può contenere la rabbia quando arriva il suo momento, essa acceca e esplode e non si può fermare.

Scendo dal letto e prendo pugni l’armadio, nel farlo i piedi calpestano i resti del bicchiere. Il latrato di dolore è come benzina per il fuoco della rabbia. Sfondo un’anta dell’armadio e la scaravento contro la finestra, travolgendo tutto quello che c’è nel mezzo.

<<Perché?!>> grido, mentre le mie unghie strappano i vestiti, le seggiole si sgretolano come un castello di sabbia e tutto si fa polvere, sotto ai miei occhi ridotti a fessure, rossi come il fuoco che arde nel camino.

I ricordi iniziano a frammentarsi, è sempre così quando scendo nell’abisso… vedo il mio corpo che si agita come se non fosse più mio e io scivolo nell’oblio, perdo conoscenza e mi annullo nel mare dell’incoscienza.

Quando riapro gli occhi sono cosparso dei segni della mia furia. Ho mani e piedi martoriati, una guancia tagliata e la camera è sottosopra. Le lacrime scendono bollenti sulle ferite del viso, facendole bruciare. La sofferenza dura un attimo, poi non c’è più niente, non sento più né il dolore né senso di colpa né qualsiasi altro sentimento umano. Ho una sola consapevolezza a guidarmi.

<<Ero in pace ma poi ti ho visto, ho riconosciuto il tuo amabile sorriso, ho visto come la guardavi e ti ho odiato dal profondo della mia esistenza>>. Mormoro le parole senza nemmeno rendermene conto, mentre la notte scende nella stanza, ottenebrando ogni cosa.

<<Se tu sarai forte io diventerò debole, se tu ti ribellerai io non avrò più potere su nessuno, nemmeno su di te>>.

Scaravento via i pezzi dell’anta dell’armadio finiti sul letto e mi ci siedo sopra, tra i trucioli e le schegge di vetro.

<<Ho dato la vita per essere ciò che sono, ho affondato l’anima in un bagno di catrame, ho brindato col sangue e seminato odio e sconforto come semi sui campi>>.

La stanza si fa sempre più scura e cupa. Le mie unghie affondano nelle lenzuola e le lacerano mentre il sangue delle ferite macchia irrimediabilmente i tessuti pregiati.

<<Mirko, tu non puoi resistermi, non avrò pietà con te, distruggerò ogni tuo sorriso, minerò ogni tua sicurezza e allontanerò da te ogni affetto e ogni fortuna. Tu odierai il mondo!>>

L’oscurità avviluppa ogni cosa, come se fosse diventato mezzanotte in un lampo. <<Tu odierai le persone! Tu odierai tutto! Finché alla fine tu mi amerai>>.

Il buio inghiotte ogni cosa. <<E sarai mio per sempre>>.

La notte scivola fuori, attraversa le città, i popoli e i mondi, fino a trovare la sua preda.

<<Ti ho trovato, Mirko>>. Sogghigno, i miei occhi si spalancano e nelle mia parole scende un accento grave e spaventoso.

<<Da ora io ti comando, oscurità, blocca ogni capacità di Mirko, rendi cieca la sua vista energetica e non vedrà mai più l’aura e l’energia, infila sospetto nei confronti dell’umanità, semina discordia nel suo rapporto con Caterina, fallo strillare di dolore, soffoca i suoi respiri, dilania il suo cuore, spezza la sua mente! Da domani, Mirko, il mondo cadrà sulle tue spalle, gli impegni ti soffocheranno e tu smetterai di meditare perché non ne avrai più il tempo. Da domani, tu non frequenterai più Caterina perché è solo colpa sua e della meditazione se ora tu stai male. Se tu stai male è perché Dio non esiste e non fa nulla per gli uomini>>.

Grido nella notte, spalancando le braccia. <<Da domani tu abbraccerai l’oscurità che ora ti sta plasmando, non amerai più e non avrai più pietà. Se mi resisterai io distruggerò ogni cosa a te cara finché tu ti arrenderai a me, perché io sarò il tuo salvatore>>.

Quando ho finito inizio a ridere convulsamente. <<Quanto siete stupidi umani, non fate nulla per aiutare gli altri, lasciate che l’oscurità vi contamini e distrugga tutto quello che avete caro e poi ve la prendete con Dio e così finite per abbracciare anche voi l’oscurità e iniziate a seminare zizzania, a inquinare il pianeta e ad odiare… siete così insignificanti che mi fate ribrezzo>>.

<<Hai proprio ragione>> dice una voce nel buio. È il Maestro, colui che mi ha istruito e salvato. <<I buoni sono stolti, noi siamo i furbi>>.

Il Maestro si fa avanti, incute molto rispetto, e tutti hanno timore nel guardarlo in viso.

<<Ora fai scendere la notte anche sulla fanciulla. L’hai riconosciuta, vero?>>

Un impeto di odio sale come acido alle mie labbra. <<Sì!>> ruggisco io, <<ogni volta che io cerco di avere Mirko lei me lo porta via, ogni volta!>>

<<Allora fai scendere la notte su di lei, falle credere che Mirko la sta usando o quello che ti pare, basta che trovi il modo di separarli. Divisi sono più deboli>>.

<<Avevo fatto tutto il possibile per seppellire il suo desiderio di scoprire la verità, gli ho mandato problemi di salute, persone che lo trattassero male e lo umiliassero>>. La mia voce s’incrina per lo sconforto. <<Eppure ogni volta quel ragazzo si rialza e sorride ancora, non cova nel cuore la rabbia, non serba rancore verso nessuno. Lui è una stella che brilla nel cielo e la sua luce si fa sempre più forte, di vita in vita. Io non lo avrò mai, Maestro, lui è puro>>.

Il Maestro mi guarda con indifferenza e disprezzo. <<Provi ancora dei sentimenti nei suoi confronti, vero? Stupido idiota! Ha troppo potere su di te quel ragazzo, lui ti cancellerà se continua così e allora non ci sarà nessuno a salvarti>>.

Abbasso lo sguardo e stringo i pugni.

<<Sei ancora in tempo per distruggerlo, non sa ancora nulla e non ha nemmeno una protezione energetica, la sua anima non lo difenderà all’infinito>>.

Annuisco con vigore. <<Ci riuscirò, Maestro!>>

Lui non mi ascolta nemmeno, guarda ciò che mi circonda. <<Cos’è tutto questo macello?>>

<<Odio gli specchi>> è la mia risposta.

Il Maestro si avvicina e sento la sua energia che preme sul mio addome, è lacerante di dolore.

<<Se quello stupido ragazzino entra in quella scuola tu sei morto, impegnati di più altrimenti togliti dai piedi>>.

Resto in silenzio e il mio sguardo si perde nel vuoto e infine si alza verso il cielo notturno. Chissà come si vedono le stelle da casa sua.

<<Vorrei non odiarti, Mirko, figlio dell’aurora>>.

 

Davide Dan

 

3 Commenti

  1. Ogni combattente deve affrontare i suoi nemici, ma sono sicura che Mirko non si lascerà fermare!

  2. grazie Davide, 😊 il tuo racconto è bellissimo 😍

  3. Eh già!! Vai Mirkooooooo


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