Capitolo 6 – La scelta che determina il futuro
Edward perse completamente le forza alla visione di quei tre lupi mostruosi che si erano materializzati davanti ai suoi occhi, dal loro respiro usciva un fumo rosso che li rendeva decisamente indemoniati.
A differenza del diciassettenne terrorizzato Bloom aveva ben capito ciò che stava succedendo, il suo atteggiamento era preoccupato fino ad un certo punto, sembrava proprio avere una certa familiarità con quelle mostruose bestie davanti ai suoi occhi.
Jordan rimase completamente umano, per quanto possa essere considerato umano il suo aspetto, era gelido con un espressione come di chi di vivo avesse solo il nome, il suo solito ghigno maligno e gli occhiali leggermente abbassati adesso che mostravano parte degli occhi con iride rosso fuoco.
Strinse ulteriormente il nodo della cravatta, Edward si stava domandando come facesse a respirare con quella stretta al collo, evidentemente quell’uomo non aveva bisogno di aria per vivere.
I lupi ringhiavano minacciosi mentre tutte le persone in strada correvano disperate come se fosse accaduta una tragedia in città ma sembravano non notare i personaggi strani ed inquietanti sotto la Torre degli Asinelli.
« Bloom, queste tre bestie non mangiano carne viva da… quattro ore ed è un arco di tempo molto lungo per loro » disse Jordan materializzando improvvisamente un orologio nel suo polso. « Basterebbe un mio semplice fischio per farvi sbranare e sai benissimo che il tuo scudo non reggerebbe molto con te in quello stato ».
La ragazza continuava a respirare affannosamente, non si era del tutto ripresa energeticamente per di più lo scudo creato con quella velocità le aveva prosciugato altre energie.
« Ed, stammi vicino » mormorò Bloom riafferrando le braccia del ragazzo che erano crollate alla visione dei lupi. « Stammi ben attaccato perché adesso ce ne andremo ».
Edward non rispose, forse aveva perso pure la voce per lo spavento, nonostante non fosse un amante della quotidianità, quelle situazioni erano davvero troppo per lui.
« Fammi vedere come sanno mordere i tuoi lupacchiotti affamati » gridò Bloom con il suo solito fare audace.
« Ingenua ragazza, le tue ali saranno strappate stanotte! » ghignò Jordan emettendo un fischio acuto con la bocca.
In quel momento i tre lupi si lanciarono con la loro massima aggressività verso lo scudo protettivo di Bloom ma quest’ultima fu ancora una volta più veloce dei suoi terribili avversari e con uno scatto si portò in alto in cima alla torre.
Edward rimase attaccato come un koala al corpo resistente di Bloom, avvolti nel loro scudo blu volò in alto lasciando una scia brillante.
I lupi si schiantarono tra di loro ma sembravano aver attutito senza problemi la botta, la voce di Jordan improvvisamente tuonò nel campo:
« Su in alto bestie! ».
I lupi inferociti ringhiarono all’unisono verso la cima della torre e anche loro con uno scatto altrettanto svelto si portarono in cima a qualche centimetro dallo scudo blu che avvolgeva i ragazzi.
« Tieniti forte Ed! » ringhiò Bloom a denti stretti e facendo un ulteriore sforzo scattarono con tutta la sfera protettiva, urtando anche due dei tre lupi, verso il tetto rosso di un abitazione ad un chilometro di distanza, tutto nella manciata di un secondo.
Le bestie rimasero ancora una volta a bocca asciutta e tornarono giù dal loro leader.
« Insomma avete fame o stasera volete rimanere a digiuno! Bestie! » tuonò ancora una volta Jordan che indicò loro di raggiungere immediatamente le loro prede.
I tre lupi scattarono a tutta velocità verso Bloom ed Edward che si erano portati più lontani di quanto Bloom stessa si aspettava, il suo respiro era diventato più pesante ma doveva assolutamente mettere in salvo il ragazzo.
« Stai bene? » domandò Edward che non si mosse dalla sua posizione avvinghiata attorno al corpo della sua compagna.
« Non preoccuparti, questo non è nulla a confronto di ciò che ho affrontato in passato » disse lei cercando di rassicurarlo.
Sentirono gli ululati demoniaci che si avvicinavano svelti a loro, si udivano pure il rumore delle robuste zampe che battevano sul suolo mentre quei lupi correvano inferociti, nel giro di pochi istanti le bestie si trovarono di nuovo a pochi metri dai due ragazzi e con un ulteriore lanciò si catapultarono a tutta violenza contro di loro.
Bloom chiuse gli occhi, fece un profondo respiro, in quel momento sembrava come se tutto intorno a lei fosse improvvisamente sparito, nella sua mente non esisteva un filo di pensiero e tutto divenne silenzioso e lento.
Edward non capiva cosa stesse per fare la sua compagna ma sperava con tutto se stesso che lo avrebbe sorpreso per l’ennesima volta, più per salvargli la pelle.
L’ululato si fece così intenso e forte che Edward poté veder bene i denti aguzzi dei lupi che si trovavano a pochissimi centimetri dal suo volto, chiuse gli occhi cercando di sperare in un miracolo ma in quel preciso istante una luce bianchissima che si liberava a tutta potenza dal corpo di Bloom inondò tutto ciò che si trovava nel raggio di cinquecento metri scaraventando con violenza le tre belve che si trovarono distese al suolo prive di sensi. Dopo qualche secondo tornarono nelle loro sembianze umane.
Jordan da lontano vide tutto ciò che era accaduto, sembrava aver la vista di un falco, borbottò qualcosa come:
« stupide bestie, non sanno nemmeno cacciare ».
Ma cosa era realmente accaduto? Cos’era quella luce bianchissima uscita dal corpo di Bloom che aveva inondato quel luogo?
Edward rimase ancora avvinghiato alla ragazza sperando che quella terribile notte sarebbe passata in fretta.
« Stai bene ragazzo? » domandò lei ad Edward.
« Ti direi una bugia se rispondessi di si ».
« Tranquillo adesso ce ne andiamo » continuò la ragazza respirando rumorosamente. Lo scudo era sparito e i due ragazzi erano privi di protezione.
Una voce demoniaca arrivò dritta nella mente di Edward e Bloom, era la voce tenebrosa di Jordan che sembrava infilarsi dentro le più piccole fessure interne del cranio.
“Non mi scapperete e stanotte brinderò con il sangue del ragazzo”.
Una sensazione di paura arrivò verso la direzione in cui si trovava Jordan, in quel momento sembrava averlo a pochi centimetri di distanza nonostante la sua lontananza.
« Sta a guardare Ed! » esclamò Bloom allungando le braccia proprio di fronte al suo viso. Chiuse di nuovo gli occhi e tornò a fare dei respiri profondi, mentre la sensazione di terrore si avvicinava a loro, la ragazza aveva una mente davvero salda e non si fece distrarre da nulla mentre stava cercando di creare davanti a lei qualcosa.
« Qualsiasi cosa tu stia facendo falla in fretta » disse Edward spaventato.
« Taci! » esclamò la ragazza dai capelli blu che aveva in quel momento le mani del medesimo colore.
Ancora una volta qualcosa sorprese Edward, spuntò davanti a loro un cerchio, come uno squarcio in mezzo al vuoto, sembrava una specie di portale che conduceva da qualche parte. Dall’interno uscivano scosse elettriche scintillanti ma non si capiva bene cosa ci fosse dall’altra parte vista la luce blu che emanava da dentro.
« Cacchio! » esclamò Edward decisamente sorpreso nonostante le vicissitudini di quella giornata.
Ancora una voce arrivò penetrante nelle loro teste.
“Stasera brinderò con il suo sangue”.
Da lontano si vide arrivare come un missile nero che puntava verso la loro direzione, il viso di Jordan era diventato ben visibile, con il suo solito sorriso maligno e quegli occhi rossi che incutevano terrore.
« Ancora una volta sono stata più veloce di te Jordan » disse Bloom guardando fiera di sé il nemico che si lanciava verso di loro. « Sembra tu stia perdendo colpi con il passare del tempo ».
Jordan arrivò rapidamente quasi davanti ai due ragazzi, ma non più veloce dello scatto compiuto da Bloom con lo scudo quando si lanciò pochi minuti prima dalla Torre degli Asinelli.
« Piccola insolente turchina! » urlò Jordan.
« Ci vediamo Jordan! » esclamò Bloom e con un salto entrò dentro il portale in cui assieme ad Edward furono risucchiati in meno di un attimo.
Jordan era giusto arrivato un secondo in ritardo, sospeso in aria con la sua dote di levitazione si lasciò andare ad un urlo terrificante per non essere riuscito a raggiungere in tempo le sue prede.
“Userò tutte le mie abilità per ritrovarvi e una volta che l’avrò fatto state pur certi che subirete gli esperimenti più atroci”.
Per Edward quella era stata una giornata fuori dal comune, mai si sarebbe aspettato che potessero accadere eventi del genere nella sua vita, che potessero esistere creature così malvagie e uomini senza anima.
I due ragazzi furono catapultati nelle coste della Sicilia, il trasferimento durò brevi istanti ma fu incredibilmente anormale essere catapultati da un’altra parte in un arco di tempo brevissimo, per Edward era la prima volta che saltava su un portale, sebbene durò poco sentì come se le ossa si frantumassero e il corpo gli veniva strappato in mille pezzi, di sicuro avrebbe voluto evitare nuovamente un esperienza del genere.
Si sentivano le onde del mare sbattere contro gli scogli, la luna che si rifletteva quasi all’orizzonte ed illuminava il volto de giovani ragazzi che erano distesi in mezzo alla spiaggia.
Bloom sembrava aver perso i sensi, era sdraiata a pancia in giù e non muoveva nemmeno un muscolo, persino la sua splendida coda blu si era completamente disfatta, per di più inspiegabilmente non aveva più il suo cappotto nero.
Edward si avvicinò a lei, era ancora scosso per quanto aveva vissuto ma lucido da capire dove si trovava e da notare le condizioni esauste della compagna che lo aveva appena salvato. Non era chiaro ciò che stava succedendo, chi erano quegli uomini e perché volevano prelevarlo, soprattutto prima che lo facesse Bloom. Era una notte di febbraio e in riva al mare di certo non faceva caldo, seppure si trovassero in Sicilia; il ragazzo mingherlino tolse la giacca che indossava e coprì la preziosa amica che si era preso cura di lui riparandola cosi da quella fredda notte. Poi si avvicino a lei cercando di tenere il contatto fisico che gli trasmettesse un minimo di calore e si addormentò lasciandosi alle spalle quanto accaduto quella giornata.
La mattina seguente Edward fu svegliato dalle onde del mare che sbattevano sugli scogli, aveva il sole caldo alle spalle ma si ritrovò nuovamente coperto con la sua stessa giacca. Diede un occhiata veloce alla sua sinistra, il punto in cui qualche ora prima aveva lasciato Bloom al suo fianco ma non la trovò. Poi una voce dolce si fece sentire dalle sue spalle.
« Ehi! Buongiorno Edward! » esclamò Bloom mostrandogli un bel sorriso. « Riposato bene? ».
Edward non sapeva se stesse scherzando mostrando il suo lato ironico o stesse facendo sul serio, si alzò lentamente ancora stordito e con la criniera spettinata, aveva ancora un occhio chiuso e metà del viso pieno di sabbia.
« Hai un aspetto orribile ragazzo, sembra quasi tu abbia passato una nottata traumatizzante » disse Bloom mostrando chiaramente un tono ironico.
« Figurati, sto benissimo, passerei ogni notte in questo modo » disse Edward assecondando l’ironia della sua compagna.
« A proposito! Grazie per la giacca, è stato molto carino da parte tua ».
« Nessun problema, era il minimo dopo ciò che hai fatto ieri notte » disse il ragazzo che si reggeva in piedi barcollando.
Bloom era seduta a mezzo loto ed aveva un aspetto del tutto nuovo, come se ieri avesse passato l’intera giornata in un centro benessere e avesse dormito in un letto di un hotel a cinque stelle.
« Dovremmo essere in Sicilia qui, nella costa meridionale » commentò alzandosi anche lei ed osservando la costa.
« Sei anche un esperta in geografia adesso… » ribatté Edward stirandosi le braccia.
« Ieri ero sfinita, ho creato un collegamento con la prima zona in cui potessi arrivare nonostante quelle condizioni » disse Bloom continuando ad osservare il mare. « Scommetto che il trasferimento è stato molto fastidioso e doloroso ».
« Puoi ben dirlo, immagino che da ora ci sposteremo con gli autobus o con mezzi normali ».
Bloom fece una dolce risata, la sua solita dolce risata coprendosi la bocca con la mano, si avvicinò al suo nuovo compagno rassicurandolo:
« Suvvia Ed! Ti assicuro che con il tempo non sarà così doloroso ».
« Con il tempo? » domandò Edward.
« Beh si…» rispose Bloom, « a proposito, dobbiamo parlare di una decisione che dovrai prendere adesso ».
I due tornarono a sedere comodamente sulla sabbia morbida e bianca della costa siciliana, il sole batteva sulle loro teste ma fortunatamente non era così forte come poteva essere un sole nei mesi estivi.
« Spero che ciò che è successo ieri notte non ti abbia spaventato davvero molto, avrei voluto andarci piano ma come hai potuto vedere… non è dipeso da me » disse Bloom facendosi scorrere tra le dita delle mani la sabbia calda.
« Chi erano quegli uomini? » domandò Edward con sguardo ancora scioccato.
« Ricordi che ti dissi che non tutti usano il potere per fare del bene? ».
« Si ».
« Bene, queste persone, tra cui quelle che hai sfortunatamente avuto il piacere di incontrare ieri, sono dei Tenebris, uomini con un anima completamente marcia. Sono loro che manipolano tutto da nascosto guidando i popoli come burattini, sono loro che giostrano i fili » spiegò la ragazza che assunse nuovamente il suo atteggiamento serio.
« Tenebris? E perché cercavano me? » domandò ancora Edward cercando di capire il più possibile.
« Mi sembra ovvio a questo punto, perché non vogliono che tu ti risvegli e compia la tua missione, sanno chi sei, ti studiavano da anni ma io ti ho trovato prima. Ieri notte erano lì per prelevarti e portarti nei loro laboratori per fare su di te le robe peggiori. Hanno fatto così anche con me e con altri, sanno quanto siamo forti e pericolosi per loro! ».
Edward non batté ciglio ma dopo la nottata trascorsa sembrava quasi esser diventato più coraggioso.
« Capisci bene che loro sarebbero arrivati da te anche se tu non mi avessi incontrato, dal nulla sarebbero sbucati fuori e ti avrebbero anestetizzato con qualche sostanza e portato via » continuò Bloom. « Sono proprio loro che stanno compiendo tutti questi rapimenti che senti ogni giorno, in tutta Italia, in tutto il mondo ».
Edward ripensò a tutte le sparizioni che aveva sentito in quel periodo, persino della figlia del professor Merinelli.
« Stanno rapendo tutti coloro che hanno un potenziale energetico? Presuppongo… ».
« Esattamente ragazzo e non è tutto… quando avranno finito con noi inizieranno con le persone più deboli, estendendosi su ogni tipo di essere umano, cosciente e non » disse Bloom cercando di non far sentire il terrore che provava anche lei stessa. « Jordan e i suoi scagnozzi sono solo dei Tenebris che ci perseguitano da molto tempo ma non sono i soli, ne esistono di peggiori ».
« Ma dove si trovano i loro laboratori? » domandò Edward.
Bloom tornò a fissare l’orizzonte, si sentì un leggero venticello che fischiava nella costa, era piacevole quasi quanto stare seduto sotto la quercia del pomeriggio precedente.
« Per quanto possiamo essere telepatici e pieni di poteri, non abbiamo trovato ancora il loro laboratorio centrale, ne abbiamo distrutti alcuni inferiori in questi anni ma molto irrilevanti ».
Il ragazzo assunse un espressione leggermente confusa, non capiva il perché Bloom stesse parlando al plurale.
« Posso chiederti a chi ti riferisci quando dici “noi”?».
« Proprio qui volevo arrivare ragazzo » rispose Bloom, « come esistono organizzazioni malvagie che lavorano per schiavizzare l’umanità, esiste anche un organizzazione che si occupa di portare la speranza tra le persone, che sia l’appiglio per i ragazzi come te che cercando risposte, che sia una casa per coloro che cercano di salvarsi da persecutori, che sia un luogo di pura evoluzione per chi cerca il risveglio ».
« Wow… non sarà mica…» stava per dire Edward ma la sua frase fu completata da Bloom.
« Esattamente! L’Istituto che hai sentito nominare ieri notte da Jordan, ed io ne sono il Maggiore Rappresentante! L’insegnante! ».
« Quindi ci sono tantissime altre persone che hai salvato? » continuò a chiedere Edward in preda alla curiosità.
« Beh… alcuni si, altri sono stati salvati da miei colleghi, altri ancora in qualche modo ci hanno trovato tramite gli studenti stessi ».
La faccenda si faceva molto più attraente per il ragazzo con la criniera ancora spettinata ed il viso insabbiato, iniziò a pensare a tantissime persone, tra cui ragazzi della sua età che erano come lui, che pensavano nel suo stesso modo, cercando risposte ed evolvendo poteri straordinari. Non era solo, non più.
« Nell’Istituto conoscerai molte persone, di svariate età, provenienti da ogni angolo del mondo, potrai scegliere se seguire le lezioni teoriche e pratiche per imparare a sviluppare il tuo potere e aiutarci a distruggere i maledetti Tenebris, cosa che in realtà mi auguro o semplicemente vivere nel piccolo villaggio poco distante e svolgere una tua vita normale con altrettanti individui spirituali ma che preferiscono una vita più tranquilla » disse Bloom cercando di portare sempre più chiarezza possibile al ragazzo.
« Wow! Sembra quasi un sogno! » esclamò Edward iniziando a sentire dentro di sé una grande eccitazione.
« Ma ti devo chiedere una cosa importante Edward e qui voglio essere ben chiara ».
Edward frenò di botto la sua euforia, ecco che sarebbe arrivato il prezzo da pagare per tutta questa bellezza.
Bloom si rimise in piedi, si scrollò la sabbia di dosso e tornò a chiudere gli occhi accompagnato dal suo solito respiro profondo. Successivamente allargò le braccia puntando le mani una a destra e l’altra a sinistra e di botto facendo spuntare altri due portali. Erano molto più lucenti di quello della notte precedente, un blu che illuminava i visi dei due giovani.
« Voglio essere sincera con te, come con tutti in fin dei conti… se deciderai di venire con me ed entrare nell’Istituto potrai evolverti insieme a noi, svolgere la vita che hai sempre desiderato, conoscere esseri umani come te, Anime come te, aiutarci a cambiare la società mondiale e distruggere i Tenebris » iniziò a spiegare Bloom con il viso illuminato di blu.
Edward aveva aperto le orecchie per ascoltare bene ogni singola parola della ragazza che sembrava mostrargli due vie… due vite.
« Ma non ti nascondo che ci saranno pericoli, si rischierà la propria vita per se stessi e per i propri compagni, si avranno da superare prove durissime e tante volte sarai preso dallo sconforto di non farcela e ti assicuro che è molto dura » poi girò lo sguardo verso l’altro portale e continuò: « oppure potrai scegliere di tornare a casa, vivere la tua vita normale, trovare un lavoro, una moglie e fare dei figli un giorno. Goderti i tuoi genitori, la tua famiglia, le tue passioni e chi si è visto si è visto… sperando che i Tenebris non ritornino a prenderti, cosa molto improbabile ormai ». Edward aveva già preso la sua scelta ma sapeva che qualcosa ancora doveva uscire dalla bocca della sua futura insegnante.
Bloom concluse dicendo:
« Ma se verrai con me ti devo chiedere di non rivedere per un po’ di tempo la tua famiglia, i tuoi vecchi amici, tua sorella e tutto ciò che riguarda la tua vecchia vita, mi dispiace ragazzo ma è una faccenda molto seria e non accettiamo distrazioni o problemi dalle famiglie di chi entra nell’Istituto e conoscendo benissimo il carattere di tuo padre…».
Edward si alzò e iniziò a fissare entrambi i portali.
« Capisco ciò che vuoi dire ».
« Ti assicuro che se deciderai di tornare a casa ti cancellerò la memoria e farò la stessa cosa con la tua famiglia così per loro non sarà successo nulla di strano in questi giorni e tu sabato sarai andato a prendere tua sorella e poi sarete tornati a casa » concluse definitivamente Bloom. « A te la scelta ».
Era una scelta davvero difficile nonostante Edward dentro di se desiderava ardentemente andare con Bloom ed entrare nel misterioso Istituto di cui parlava, ma doveva scegliere così di non rivedere più la sua famiglia, la sua dolce madre, Giorgia, Leo, persino al padre pensò.
Bloom entrò dentro il portale che li avrebbe condotti dritti nell’Istituto, tese la mano ad Edward in segno di aiuto per il trasferimento; inspiegabilmente stava galleggiando al di là dello squarcio.
Il diciassettenne si voltò verso il portale che lo avrebbe invece condotto a casa, al di là vide la sua camera, poi l’immagine iniziò a cambiare e spuntò Bologna, la città in cui era cresciuto.
« A te la scelta ragazzo » ripeté Bloom.
Dentro il portale adesso Edward vide i volti dei suoi due amici più cari, Leo, poi Giorgia. Gli venne in mente del malinteso che aveva avuto con quest’ultima e sarebbe stato straziante sparire così senza nemmeno aver chiarito.
« Capisco esattamente ciò che dici Bloom, è un intera vita che cerco risposte e adesso ho l’opportunità di sapere tutto » disse il ragazzo con una lacrima che gli scendeva per il viso. « Chiudi pure il portale di casa, vengo con te ».
E così fu, il cerchiò iniziò a chiudersi lentamente mentre Edward intanto entrava in quello opposto aiutato da Bloom. Poi si girò e l’ultimo viso che vide in quel cerchio che ormai era quasi sparito fu il volto di sua madre, sorridente, quasi sapeva della scelta che stava facendo il figlio e approvava ma nonostante questo Edward si sentì parte del cuore ritornare a casa per riabbracciare l’amata madre.
« Vedrai ragazzo, la scelta di oggi un giorno aiuterà anche i visi delle persone che hai visto » disse la ragazza dai capelli blu cercando di tener su di morale il quasi nuovo membro dell’Istituto.
« L’unica cosa che mi preoccupa adesso è il trasferimento » farfugliò Edward spaventato per i secondi successivi.
« Conta fino a tre e partiremo » le propose la giovane insegnante.
Edward chiuse gli occhi e con voce tremolante iniziò a contare:
« Uno ».
Ma nemmeno arrivati al due, Bloom chiuse il portale e i due ragazzi furono tremendamente risucchiati e sparirono dalla calda costa siciliana.
Nel giro di due secondi si ritrovarono sospesi nel cielo sopra un vastissimo oceano azzurro dalle acque limpide.
« Due…» continuò a contare Edward guardando la sua compagna con espressione leggermente inferocita.
« Scusami ma è stato troppo divertente » commentò Bloom scoppiando in una dolce e sonora risata.
I due giovani erano sospesi in aria dentro lo scudo protettivo che aveva appena creato Bloom, permetteva loro di rimanere galleggianti in cielo sopra un vastissimo oceano che non mostrava alcun segno di terra da ogni parte si guardasse. Il vento soffiava forte, i capelli di Edward svolazzavano più di quelli della ragazza che li teneva ben legati.
« E quindi? Che facciamo qui? » chiese Edward voltandosi un po’ intorno.
« Mio caro, qui sotto c’è terra ma vista da qui non si vede nulla, solo oceano ma è una pura illusione ».
« In che senso? Io vedo solo acqua ».
Bloom puntò il palmo della mano verso l’oceano che stava sotto di loro e spedì una sorta di sfera energetica blu verso le acque, improvvisamente dal nulla iniziò a spuntare una nebbiolina che diventava sempre più bianca e densa, fin quando iniziarono ad intravedersi degli alberi, delle montagne, dei prati verdi e in lontananza una sorta di cittadina.
Si, era spuntata proprio un isola sotto i due ragazzi che erano ancora sospesi in aria. Edward spalancò ancora una volta la bocca per le meraviglie che gli mostrava Bloom, questa ragazza straordinaria che aveva conosciuto il giorno prima e fra i due si prometteva un intenso legame.
« Benvenuto Edward, questa è la nostra isola, come puoi vedere laggiù si trova la cittadina e da li a qualche minuto la sede della scuola ».
I due ragazzi scesero nel bosco che si trovava proprio sotto di loro, Bloom aveva tolto lo scudo ed entrambi iniziarono una piacevole passeggiata tra la strana flora che presentava l’isola. Si intravedevano strane piante mai viste, dalla forma e il colore del tutto sconosciute ad Edward, infatti alcune erano di un viola brillante, vivo, che emanava forte vitalità, altri alberi sfumavano sul blu chiaro e scuro. La particolarità dell’isola era che vista da lontano poteva sembrare un pezzo di terra del tutto normale con flora verde, avvicinandosi molto e addirittura entrando dentro il boschetto tutto prendeva una forma e colore diverso mostrando l’isola per come era realmente.
Degli strani animaletti piccoli come scimmie schizzavano tra un albero e l’altro, emettendo verso che ricordavano delle melodie. In mezzo al terreno degli insetti rossi giravano tra le piante e delle strane libellule viola e blu di grandezza il doppio del normale volavano tra i due ragazzi come in segno di benvenuto per il nuovo arrivato.
Edward ammirava tutto ciò, era di uno spettacolo straordinario e che solo nei film veramente ben fatti si poteva godere. Quei colori brillanti e vivaci misti tra un continuo blu, viola e verde, rendevano quel paesaggio davvero incantato e di un’altra dimensione.
Alla destra di Bloom improvvisamente spuntarono dei felini simili a gatti giganti, poco più piccoli di una tigre, avevano un aspetto del tutto insolito. Erano dei gattoni celesti con strisce dorate dall’espressione per niente malvagia, anzi sembravano anche loro accogliere con entusiasmo l’arrivo di Edward.
« Bloom » disse il ragazzo che guardava il paesaggio con occhi sognanti di un bambino. « Ma che posto straordinario è mai questo? ».
La giovane turchese lo guardò compiaciuta di ciò che stava mostrando al nuovo speciale arrivato.
« Per questo motivo ho deciso di proseguire a piedi, perché tu potessi già ammirare le meraviglie dell’isola! ».
Emanuele