Animarum (Cap. 5)

Capitolo 5 – Il seme della verità

 

Non era ancora chiaro ciò che stava accadendo ad Edward quel sabato di febbraio, uscì di mattina per dirigersi in stazione a prelevare la sorella Jessy che tornava da Roma dopo svariati mesi ma quella giornata non andò come previsto, il giovane ragazzo dai capelli sbarazzini improvvisamente si ritrovò in una situazione del tutto misteriosa e paranormale, all’ombra di una quercia a parlare con una ragazza dai capelli blu di nome Bloom.
Bloom si era dimostrata davvero un interessantissimo soggetto, oltre al suo fisico atletico, la sua capigliatura e quel modo di vestire molto insolito, era capace di materializzare oggetti dal nulla, come un fiore o una pozzanghera d’acqua, inoltre aveva indotto Edward a sua insaputa in uno strano posto ancora sconosciuto ma qualcosa stava iniziando a mettere fretta a questa strepitosa conversazione.

A quelle parole Edward rimase davvero sconvolto, eppure chiunque poteva avvicinarsi a lui è parlargli di robe del tutto sovrannaturali e prive di senso, avrebbe potuto farlo davvero chiunque ma perché fidarsi di uno sconosciuto che ti racconta storie del tutto anormali? Eppure lui stranamente si fidava di quelle parole, di quella persona, nonostante a tratti pensava di stare sognando o di essere stato drogato, si domandava il perché, come mai si sentiva così fiducioso verso Bloom, in fin dei conti poteva essere chiunque, anche se aveva appena dato piccole prove del suo potere, poteva anche essere qualcuno di oscuro e cercare di ingannare quel povero ragazzo.
« Non è che io non mi fidi di te… anche se la situazione è del tutto anormale visto che fino a qualche ora fa ero un semplice ragazzo di 60 kg appena che non sapeva nemmeno quale strada lavorativa intraprendere il prossimo ann » disse Edward calpestando la sua autostima. « E poi.. perché ho questo senso di fiducia verso di te nonostante io ti conosca da qualche minuto, potresti essere chiunque.. ».
Bloom forse si lasciò addolcire un po’ da quelle parole, sembrava quasi che per un istante avesse ceduto quel suo sguardo serio per tornare la ragazza dolce dal sorriso birichino; ma con tono rassicurante continuò a parlare al ragazzo catturando ulteriormente la sua curiosità.
« Ti ringrazio per la fiducia Edward, ci sono cose che non posso dirti subito o ti confonderei davvero le idee ma sappi che sei importante per me e sei molto più importante per te stesso ».
Edward sembrò allentare la tensione per sostituirla con un attimo di gioia per il suo cuore per le parole che aveva appena sentito.
« Ma continuiamo… » fece Bloom tornando decisa al suo discorso. « Posso capire benissimo che per te tutto questo è pazzesco, come potresti mai cambiare la società e migliorare la vita del tuo popolo se, ovviamente, fino a poco fa non sapevi cosa fare del tuo futuro dopo il diploma ». Improvvisamente Bloom iniziò a cambiare forma e colore del fiore che aveva fatto sbucare dal nulla, passava da un giallo canarino ad un rosso molto vivo per poi cambiare in un verde smeraldo. « Vedi Ed? Perché tutto può essere cambiato, basta capire di cosa sono fatte realmente le cose che ci circondano e chi siamo veramente noi », poi facendo ritornare l’attenzione interamente sul ragazzo, gli domandò:

« Tu pensi davvero di essere solo il riflesso che vedi davanti al tuo specchio? Pensi davvero di essere solamente un ragazzo che va a scuola, mangia, studia, ma tutto questo perché? Dove vuole arrivare l’essere umano? A che scopo tutto ciò? ».
Il cuore di Edward tornò a battere così forte che si sentiva pure dall’esterno del suo corpo, per un attimo si guardò le mani, come faceva di solito quando sentiva di non essere solamente un ragazzo che svolgeva una banale vita.
« Benissimo! Parlo proprio di questo! » esclamò Bloom con enfasi, « adesso lo senti bene che non sei ciò che stai vedendo? Lo so che lo senti bene, anche io prima di conoscere tutto ciò che attualmente so, mi guardavo spesso le mani con un senso di sconforto, come se volessi avere delle risposte in un mondo di menzogne ».
« Esattamente, mi capita spesso questa sensazione… » disse Edward continuando a guardare ogni dettaglio delle sue mani.
« Eh! Lo so mio caro! Per questo sono qui, è ora che tu sappia la verità su chi siamo realmente, voglio sfamare di risposte le tue domande che da anni ti poni, ma non solo mio caro ragazzo, insegnerò a te stesso a saper sfamare le tue domande, così non sarai mai dipendente da qualcun’altro » disse Bloom ora mostrando un chiaro sorriso incoraggiante.
Edward non credeva a quelle parole, come poteva una sconosciuta motivarlo così tanto, dargli quella fiducia in sé stesso che da sempre è venuta a mancare.
« Si Bloom… la voglia di sapere chi sono realmente mi assilla da tutta la vita, nonostante come dici tu ho sempre vissuta nella menzogna, ho sempre sentito che c’era qualcosa che non andava, ed è stato sempre difficile andare avanti cosi ».
« Lo so mio caro ragazzo, ti capisco fin troppo bene, ci sono passata io prima di te e quando è toccato il mio momento ero al settimo cielo, per questo motivo ci tengo davvero a dirti tutto ».
Il momento si era fatto più intenso, si poté notare pure come il venticello iniziò ad aumentare, si sentiva benissimo il rumore delle foglie muoversi, dei fili d’erba, il ronzio delle api che giravano lì vicino.
« L’essere umano non è capace soltanto di leggere, studiare, lavorare, non è capace soltanto di amare qualcuno, di ridere, di costruire enormi città o apparecchiature tecnologiche… l’essere umano è molto più strepitoso di quanto siamo abituati a credere perché dentro di esso risiede un potere incredibile, che va oltre ogni immaginazione, oltre ogni film di fantascienza, l’essere umano ha qualcosa dentro di davvero unico, un vero e proprio potere e se imparato a gestire può trasformare la materia attorno a sé, può cambiare gli eventi, può materializza e smaterializzare qualsiasi cosa e tutto questo sai perché? » domandò in fine Bloom « perché tutto ciò che ci circonda è fatto di pura energia manipolabile e con il giusto allenamento potrai sviluppare abilità che ti permetteranno di saperla manipolare e sviluppare le cosiddette “capacità paranormali” o “poteri paranormali” o come vuoi chiamarli.. ».
Edward rimase fisso davanti a Bloom, non batteva ciglio, ciò che aveva appena sentito aveva dell’incredibile, poteri paranormali? Energia? Gli esseri umani non erano solamente “esseri umani”..? Cosa stava realmente dicendo Bloom?
« Ovviamente ci sono esseri umani più predisposti di altri ma di base tutti possiamo fare tutto ciò che ti sto dicendo ».
Edward aveva dentro di sé un esplosione di emozioni, avrebbe tanto voluto alzarsi e correre più in fretta che poteva, fare salti enormi e toccare il cielo con un dito, ma era davvero tutto vero? Anche lui poteva fare tutto ciò? Il dubbio si faceva leggermente sentire, nonostante avesse avuto delle prove dirette.
« Capisco Bloom… quindi è per questo che mi sentivo sempre diverso? » chiese cercando di ricevere più informazioni possibili.
« Ti sei sentito sempre diverso perché dentro di te hai sempre saputo chi sei davvero, arrivato fin qui in questo corpo che oggi credi debole per una missione molto importante, sapevi che la tua vita non sarebbe stata solo lavoro e famiglia come tutti gli altri, hai sempre sentito che dentro di te risiede un grande potere » rispose Bloom sfiorando con l’indice della mano destra il cuore di Edward.
Il ragazzo per un attimo pensò a tutte le persone che aveva conosciuto fin ora, i suoi genitori, Jessy, Leo, Giorgia, persino Bicipite, si domandava del perché loro non avessero mai avvertito nulla dentro di loro, del perché svolgevano la loro vita normalmente senza cercare queste risposte, anzi criticavano pure chi come lui aveva il sentore dentro riguardo tutto ciò che si era appena sentito dire da Bloom.
Ad un tratto si sentì quasi rispondere dentro la testa con la voce della ragazza che aveva di fronte, una risposta chiara e diretta.
Non tutti gli esseri umani sono uguali, ci sono evoluzioni diverse, alcuni vogliono vivere la loro vita tranquillamente, lavorando, mettendo su famiglia, magari un giorno anche loro decideranno di evolversi, altri invece sentono da subito dentro di avere un potere e devono assolutamente seguire questa strada anche per proteggere le popolazioni da minacce oscure.

 

In quel momento Edward sobbalzò, proprio per quell’ultima frase:
« come sarebbe minacce oscure? » domandò a Bloom sapendo di aver appena ricevuto una sua risposta telepatica.
« Si Edward… purtroppo non tutte le persone sviluppano il potere per fare del bene, alcuni lo fanno per avere ricchezze, potere materiale, comandare gli altri, ed ecco che qui torniamo al punto di partenza della nostra conversazione, chi manipola la nostra società, la nostra politica, le droghe affinché tutte queste disgrazie distruggano l’essere umano e rimanga schiavo di altri esseri umani crudeli » rispose Bloom.
All’improvviso si sentì leggermente il terreno tremare, i ciottoli di pietra che stavano in mezzo all’erba stavano facendo piccoli salti come se ci fosse un lieve terremoto, da lontano si sentirono come delle bombe esplodere ma era parecchio strano perché sembrava quasi che Edward e Bloom si trovassero dentro una bolla e queste esplosioni avvenivano da fuori.
I due ragazzi si guardarono intorno, su nel cielo, Edward sembrava iniziare a spaventarsi, istintivamente toccò con la mano destra la quercia che aveva proprio vicino a sé e inspiegabilmente si sentì tranquillizzare. Bloom sembrava sapere cosa stava succedendo ma rimase comunque calma per non agitare il ragazzo che era già parecchio scosso per le notizie appena ricevute.
Il leggero tremolio del terreno e le esplosioni durarono qualche secondo e poi tutto tornò di nuovo normale, Edward non sapeva se fare delle domande riguardo a quell’evento strano per paura di ricevere risposte che già si immaginava o semplicemente far finta di nulla.
« Stai tranquillo Ed, è tutto sotto controllo, in questo momento non devi preoccuparti di nulla ma solo di apprendere il più possibile dalla nostra conversazione ».
« Certo… si… è solo… » sibilò Edward con voce sottile ed insicura.
« Ehi.. ragazzo, stai tranquillo, ci sono io! » disse Bloom mettendo la mano sulla spalla del ragazzo in segno di incoraggiamento, « non ti accadrà nulla di male finché ci sarò io al tuo fianco ».
Edward sentiva un senso di protezione da Bloom, infatti riuscì subito a tranquillizzarsi e rimettersi all’attenti riguardo la conversazione.
« S – si, continuiamo ».
Anche la ragazza dai capelli blu avrebbe voluto dirgli tutto ciò che sapeva in un unico fiato ma doveva procedere per gradi e soprattutto doveva organizzarsi bene il discorso per ottimizzare i tempi visto che qualcosa sembrava minacciare la loro incolumità.
« In giro per il mondo ci sono davvero tantissime persone di qualsiasi età che cercano risposte, alcuni di loro imparano a saper destreggiare in minima parte i loro poteri, altri si sentono davvero perduti in un mondo che non li capisce completamente, altri ancora sanno tutto ma bramano il potere e decidono di eliminare chi sta cercando con tutte le sue forze di ricevere risposte e sottomettere la restante popolazione assicurandosi che un domani non si sveglino anche loro ».
Arrivò un’altra leggera scossa ma i due ragazzi non si fecero distrarre molto, Bloom non smosse nemmeno gli occhi da quelli di Edward.
« Quindi… emh… devo aspettarmi che qualcuno voglia farmi fuori adesso? »  chiese Edward guardandosi attorno facendo un piccolo riferimento alle scosse e le esplosioni che sentiva, sembrava di aver capito qualcosa.
Bloom lo guardò fiera, il ragazzo aveva intuito ciò che stava succedendo e si mostro sveglio agli occhi vivaci della ragazza, ma lei non rispose a quella domanda, sorvolò cercando di portare l’attenzione di Edward su un altro punto.
« Guarda qui ragazzo » disse Bloom aprendo, ma non troppo, il palmo della mano sinistra, « osserva bene ».
Si alzò un venticello caldo attorno ai due ragazzi, la mano di Bloom sembrò riscaldarsi molto. Dopo pochissimi istanti proprio sul palmo spuntò una sfera blu elettrico che vorticava su se stessa, attorno aveva una fiamma di un blu leggermente più chiaro che permetteva di vedere la sfera all’interno di essa, spuntarono piccole scintille del medesimo colore attorno alla mano che si illuminò altrettanto.
Edward per l’ennesima volta rimase sbalordito da quella visione, qualcosa che aveva visto solo nei film di fantascienza, una sfera fiammante blu sul palmo di una persona, uno spettacolo a cui non aveva mai assistito prima.
« Vedi ragazzo? Questa è energia! Energia davvero pura! » esclamò con enfasi. « Tutto ciò che vedi attorno a te è energia come ti ho detto poco fa e può essere manipolata a tuo piacimento modificandola, spostandola con la cosiddetta telecinesi, ma c’è qualcosa di veramente unico ancora, è energia anche ciò che attualmente non vedi, perché essa compone ogni cosa, visiva e non visiva ».
Il ragazzo sembrava leggermente confuso, non disse nulla, era come se aspettasse che Bloom completasse il discorso per chiarire tutto quanto.
« Lo so, ti senti leggermente confuso ed è normale » disse Bloom.
« Mmm, si, cioè… in che senso ciò che non vedo è energia, cosa c’è da vedere? » domandò il ragazzo confuso.
« Una delle tante pratiche che ti insegnerò sarà quella di sviluppare la Super Vista, ovvero riuscire a vedere tutto ciò che c’è di materiale e non, vedere l’energia astratta, usarla a tuo piacimento, vedere Esseri Astratti che non tutti riescono a vedere ma ne esistono davvero a migliaia » disse Bloom cercando di portare un po’ di chiarezza al ragazzo, poi quest’ultimo domandò:
« tipo i fantasmi? ».
« Si, tipo i fantasmi ma lasciami dire che loro sono solo una piccolissima parte di ciò che vedrai » rispose Bloom.
Edward rimase qualche secondo a riflettere, aveva capito di cosa parlava la sua compagna ma sperava solo che tutto ciò che stava accadendo non fosse solo un sogno e al risveglio l’indomani mattina non si sarebbe ritrovato alla solita vita quotidiana.
Improvvisamente Bloom, con calma e convinzione poggiò la sua mano destra sopra la testa di Edward, chiuse gli occhi e iniziò a fare dei respiri profondi, inspirando ed espirando rumorosamente. Edward rimase immobile, lasciò fare ciò che stava facendo la ragazza, davanti a sé vedeva un volto angelico ma allo stesso tempo sembrava quello di una guerriera che aveva combattuto tantissime battaglie e si sentiva profondamente ammirato da ciò che vedeva, poi come d’incanto tutto attorno a lui iniziò a cambiare.
Il cielo era sparito, il terreno non esisteva più, la quercia pure, tutto intorno diventò nero e subito dopo quella visione scura fu sostituita da un insieme di colori che armoniosamente travolgevano i due ragazzi, uno spettacolo mai visto, occhi e bocca spalancata ad ammirare ciò che stava succedendo; Edward e Bloom si trovarono a viaggiare in una specie di tunnel multicolore.
Il diciassettenne non si sentì più il corpo fisico, pure la ragazza dai capelli blu che gli stava donando quell’esperienza sparì  dalla sua vista e si ritrovò seduto a viaggiare in questo tunnel che ben presto diventò un paesaggio cosmico, pieno di pianeti, galassie, si trovò ancora improvvisamente a viaggiare nell’universo, i suoi occhi brillavano di vita e non battendo ciglio continuò a godersi quella stratosferica esperienza. Poi sembrò andare più profondo come se si fosse unito con lo spazio celeste e fu inondato da luce bianca e luminosa che componeva tutto, persino lui stesso era fatto di questa luce, anzi lui non esisteva più ma era un tutt’uno con lo spazio bianco ed infinito.
Dopo qualche secondo si sentì ritornare in lui, riprese a percepire le mani, le gambe, il corpo fisico e persino il terreno in cui era seduto, percepì la mano di Bloom sopra la sua testa, stava ritornando nella dimensione terrena, dolcemente, come se fosse accompagnato premurosamente, con gli occhi chiusi, non aveva nessuna visuale, dopo qualche secondo aprì gli occhi.
Davanti a lui vide il volto di Bloom leggermente affaticato, respirava con affanno e dalla fronte scendevano delle gocce di sudore, anche lei riaprì gli occhi e tolse la mano dal capo di Edward, nonostante lo stato affaticato, fece un sorriso al ragazzo sicura di avergli donato qualcosa che mai nessuno avrebbe potuto donargli.
Edward rimase immobile senza muovere nemmeno una fibra muscolare, occhi spalancati senza batter ciglio, forse pure il sistema respiratorio era bloccato; dolcemente si distese sull’erba assumendo una posizione a quattro spade, braccia e gambe divaricate, non disse nulla, rimase ad ammirare il cielo celeste che aveva dinanzi agli occhi.
Subito dopo anche Bloom si distese accanto a lui, entrambi sembravano aver una connessione maggiore, davanti a loro iniziarono a vedere delle crepe sul cielo, erano molto strane come se il cielo si stesse spaccando ma questo non turbò molto il ragazzo perché aveva appena finito di vivere un esperienza del tutto incredibile, Bloom accanto a lui respirava pesantemente, sembrava di aver finito un intenso allenamento fisico, sicuramente l’esperienza regalata ad Edward le aveva tolto moltissima energia.
Il cielo si faceva più scuro e si avvicinava il tramonto, quante ore erano passate? Edward non ne aveva la più pallida idea, sembrava che il tempo non esistesse più in quella dimensione, stranamente diventò molto più percettivo, sentiva il vento muoversi anche da lunghe distanze, il passo degli insetti che si nascondevano nell’erba, i granelli del terriccio che si muovevano spostati dal vento, persino il sangue scorrere nei suoi capillari, tutto era diventato molto più chiaro e limpido. Si voltò verso la quercia e vide come un albero fosse veramente vivo, sembrava quasi che respirasse, che avesse dei sentimenti, notò come nel tronco e nei rami anche più piccoli ne scorreva all’interno come una sorta di luce brillante donando vitalità a quella quercia, persino nelle radici sotto il terreno si potevano intravedere piccoli fiumi brillanti.
Bloom vedeva e sentiva tutto ciò normalmente, come se ne fosse abituata, era fiera di sé e del ragazzo che stesse vivendo un esperienza del genere, che tutto finalmente era molto più chiaro, il suo sforzo ed il suo discorso non erano stati inutili ma avevano acceso finalmente quella scintilla dentro Edward.
Poi la ragazza sfiorò con la sua mano destra la mano sinistra del ragazzo, sorridendo gli disse:
« Vedi? Adesso è tutto più chiaro? ».
« Adesso è tutto più vivo » rispose Edward con voce molto sottile. « Cosa è successo Bloom? ».
La ragazza adesso si sentiva molto più libera di parlare, sapeva che in quello stato Edward avrebbe capito maggiormente.
« Hai vissuto un esperienza ultraterrena, hai toccato con mano ciò che è realmente tutto ».
« Energia pura » disse Edward con tono affermativo.
« Bravo ragazzo » rispose Bloom soddisfatta « ma adesso dobbiamo sbrigarci ad andar via da qui, saprai tutto il resto con il tempo, inoltre avrai bisogno di svolgere delle pratiche costantemente perché tu rimanga in questo stato di coscienza o tutto tornerà annebbiato come prima ».
Edward girò la testa verso Bloom dando la nuca alla quercia, gli occhi del ragazzo erano cambiati, più vivi e delle sfumature azzurre erano comparse nell’iride.
« Che pratiche? E perché dobbiamo andarcene subito? » domandò alla ragazza.
« Pensavo ti saresti accorto del posto in cui ci troviamo in questo momento ma forse è ancora presto per questo stato di coscienza » rispose Bloom con il respiro ancora affannato.
Intanto le esplosioni ed i terremoti erano aumentati e sempre più crepe spuntavano in cielo.
« Siamo dentro una dimensione che ci sta proteggendo, l’ho creata quando siamo arrivati qui cosi che avremmo potuto parlare tranquillamente » spiegò Bloom alzandosi in piedi con fatica.
« Per questo motivo non riconosco questo posto? » chiese Edward seguendo con lo sguardo il movimento della ragazza che si era appena alzata. Bloom allungò la mano verso Edward per aiutarlo ad alzarsi ed entrambi si ritrovarono in piedi.
« Esattamente » rispose lei, « le crepe sono dovute al fatto che la dimensione si sta per spaccare e non ci saranno belle notizie al di fuori di qui ».
Gli occhi del diciassettenne sconvolto erano tornati totalmente castani e pure il suo livello di coscienza si era abbassato di nuovo, iniziò a girarsi intorno con il cuore che era tornato a battere forte e il senso di paura che gli rendeva le gambe molle.
Era ormai buio, il tempo all’interno di quella dimensione creata da Bloom non seguiva una logica a cui gli umani erano abituati, a momenti tornava un leggero sprazzo di luce che li riportava al tramonto, in altri momento ritornava il cielo blu notte.
Ad un tratto ci fu uno scoppio che si sentì molto più forte rispetto ai precedenti e i ragazzi alzando lo sguardo in alto videro una parte del cielo che si era totalmente spaccato, arrivarono forti emozioni di paura ad Edward, non capiva perché ma da quello squarcio sopra di lui sembrava stesse arrivando qualcosa di inquietante.
« Oh cavolo! » esclamò Bloom, « di già! L’esperienza di prima deve avermi tolto così tanta energia da indebolire la dimensione di difesa ».
« Come indebolire!? » balzò Edward, « e adesso? Cosa sta succedendo? » domandò con volto terrorizzato.
Dalla spaccatura in alto si videro spuntare quattro puntini, piano piano diventavano sempre più grossi fino a quando si poté notare che erano quattro persone che scendevano come se fossero sospese in aria.
« Come diavolo fanno ? » domandò Edward con tono decisamente più spaventato che sorpreso.
« Sta zitto e lascia parlare me » disse Bloom mettendosi davanti al ragazzo in segno di protezione.
Davanti a loro erano appena atterrati dal cielo quattro strani individui, avevano la pelle molto chiara e lucida, capelli unti e neri, tra cui uno di loro li portava lunghi e legati. Altri due avevano una barba lunga e curata, il quarto non aveva nemmeno un pelo ne in viso ne in testa. Indossavano tutti e quattro degli occhiali da sole nonostante fosse buio ed erano vestiti molto eleganti con giacca, camicia, pantaloni e cravatta tutti dello stesso colore, nero, solo uno di loro, colui che aveva la coda nei capelli, aveva una cravatta rosso sangue.
Avevano uno sguardo inespressivo, come se dentro di loro non vi fosse felicità, vita, emozioni, fissavano tutti i due ragazzi e sembravano proprio non avere delle buone intenzioni.
Restarono a studiarsi per qualche istante, mentre tutta la dimensione andava piano piano crollando a pezzi.
Uno di loro si fece avanti, sembrava essere la voce e la mente del gruppo, proprio il soggetto con la cravatta rossa.
Edward in quel momento si sentiva svuotato di emozioni, un nodo fortissimo allo stomaco si fece sentire accompagnato da forti dolori alle tempie.
« Chi sono Bloom? Li conosci? » sussurrò Edward cercando di non farsi sentire da quegli strani tizi.
Bloom non distolse nemmeno per un secondo lo sguardo dalla sua visuale, come suo solito non sbatteva palpebra e cercò di rispondere ad Edward telepaticamente.
Non dire nulla, ci penso io”.
Ad un certo punto una voce gelida si alzò nello scenario, il tizio dalla coda e la cravatta rossa disse rivolgendosi alla ragazza dai capelli blu:
« E cosi ancora una volta sei arrivata prima tu ».
Edward non capiva, cosa voleva dire? Poi il tizio continuò:
« Ti sentirai ancora una volta un eroina dico bene? ».
« Cerco di fare il mio lavoro » rispose Bloom senza mostrare un pelo di esitazione.
Lo strano uomo fece un piccolo ghigno davvero malvagio accompagnato da una leggera risata per niente rassicurante.
« Oh, lo vedo bene mia cara Bloom », poi il tizio fece qualche altro passo avanti verso i ragazzi, « sei giusto arrivata in tempo qualche ora prima di noi ».
Edward fece due passi indietro, la situazione non prometteva nulla di buono e inoltre cosa voleva dire quell’uomo con “sei giusto arrivata in tempo qualche ora prima di noi”.
« Perché non ci presenti il tuo nuovo amichetto? » domandò malefico il tizio vestito di scuro mentre si sistemava leggermente la cravatta.
Bloom assunse una posizione protettiva davanti ad Edward, allargò le braccia e le gambe come da barriera per il ragazzo e con tono severo rispose:
« lui è roba mia, non abbiamo bisogno di presentazioni quindi per questa volta girate altrove ».
« Girate altrove? » ripeté l’uomo, « sei la solita scortese eh Bloom? Vogliamo far amicizia con il tuo amichetto » continuò sporgendo la testa bianca di lato per vedere meglio Edward che stava dietro Bloom. « Anche se a vederlo non sembra nulla di grandioso ».
« Beh sapete meglio di me che l’aspetto fisico è irrilevante » incalzò la ragazza che sembrava intenzionata a tener a bada quella squadra di uomini.
Quest’ultimi si lasciarono travolgere da una risata maligna, sembravano divertiti da quanto appena detto.
Un particolare che Edward notò su quegli strani tizi era che ognuno di loro indossava un anello nero sull’anulare della mano destra.
« Sai Bloom, la tua tenacia mi ha sempre colpito » disse ora l’uomo sistemandosi quei peli quasi invisibili che uscivano fuori dalla coda, « è davvero curioso come una donna sia molto più coraggiosa di tanti altri uomini, uomini persino del vostro istituto ».
Istituto? Che Istituto?” pensò Edward cercando in qualche modo di far sentire quel pensiero alla sua compagna, ma non ricevette risposta.
Bloom fece anche lei qualche passo avanti e con il suo sorriso per niente spaventato rispose:
« come ti ho già detto questo ragazzo è roba mia! ».
I tre uomini che erano vestiti completamente di nero e si trovavano dietro al loro rappresentante, iniziarono a muoversi lentamente in cerchio attorno ai ragazzi cercando di chiudere ogni via di uscita.
« Capisco, è ammirevole il tuo senso di protezione per quel ragazzino » continuò quell’uomo, « ma vedi oggi andiamo di fretta quindi spero di non dovertelo ripetere più volte, togliti di torno e consegnaci… come hai detto che ti chiami? » domandò l’uomo rivolgendosi adesso direttamente ad Edward.
Edward non disse una parola e Bloom gli fece segno con la mano di non parlare.
« Ok non importa, era solo per essere cortese, sappiamo tutto di te Edward Baskerville ».
Quest’ultimo fu decisamente sorpreso da quanto aveva appena sentito e non ne fu per niente entusiasta.
« Chi siete voi? E perché mai dovrei venire con voi? » cercò di urlare Edward ma uscì fuori una vocina tremolante.
« Cosa ti avevo detto Ed? » disse Bloom innervosita.
I quattro uomini avanzavano lentamente verso i ragazzi da ogni direzione con quel ghigno malefico che procuravano solo sensazioni di terrore, poi il solito rappresentante rispose:
« Perdonaci, che sbadato non mi sono presentato, mi chiamo Jordan Helkins e loro… beh non ha molta importanza, siamo dipendenti di una società che… beh nemmeno questo importa ».
Bloom si lasciò prendere da una risata aumentando nel frattempo la guardia verso il ragazzo contro gli uomini che si avvicinavano a passo lento. « Bella presentazione! E vorresti che il ragazzo venisse con te? ».
«Vedi Bloom… stiamo solo cercando di fare le cose per bene senza spargimenti di sangue, quindi o lui viene con noi o morirete ora stesso » disse Jordan facendo uscire dal suo viso un espressione sempre più maligna.
« Parli come se non mi conoscessi » incalzò Bloom.
L’atmosfera si faceva sempre più tesa e cupa, Edward stava vivendo attimi di terrore, era stata davvero la giornata più strana della sua vita, stamattina era un semplice studente che svolgeva una vita normale, il pomeriggio era diventato un essere umano con poteri ed una missione da svolgere mentre di sera avrebbe dovuto far i conti con degli strani uomini guidati da un certo Jordan Helkins che lo voleva a tutti i costi.
« Piccolo amico, scommetto che questo pomeriggio questa donna ti ha riempito di sciocchezze giusto? Missioni particolari, poteri energetici… e chissà che altro ancora ».
« Edward non è così stupido da venire con voi, non vi conosce ma ha già capito le vostre intenzioni » intervenì tempestivamente Bloom.
I quattro uomini erano ormai molto vicini ad Edward che nel mentre aveva pure iniziato a tremare, di loro ce ne stava uno particolarmente inquietante, era il personaggio senza capelli, aveva una pelle davvero troppo bianca e lucida, nessun segno nemmeno di sopracciglia, nemmeno una ruga, per di più era davvero molto magro, più di Edward stesso e questo lo rendeva maggiormente strano vista la sua altezza che non sarà stata meno di un metro e novanta.
« Te lo ripeto un ultima volta Baskerville, vieni con noi o ti preleviamo versando il tuo sangue e di chi si mette in mezzo » disse Jordan assumendo un atteggiamento molto più impaziente.
Bloom che si trovava davanti Edward afferrò da dietro le sue mani e lo avvicinò maggiormente a lei, poi con tono provocatorio rispose a Jordan.
« Venite a prendervelo codardi! ».
In quel preciso istante i volti dei quattro uomini diventarono decisamente più minacciosi e puntando le mani verso i due ragazzi fecero partire all’unisono quattro raggi energetici di un rosso inquietante amalgamato con scosse elettriche nere provocando una grandissima esplosione che distrusse definitivamente la protezione che aveva creato Bloom lì intorno quel pomeriggio.
In cielo si alzò il fumo, ci fu puzza di bruciato e quella quercia che sembrava tanto vigorosa andò in fiamme.
I quattro uomini sorridevano convinti del successo del lavoro che avevano appena compiuto, avevano sparato un raggio distruttivo contro Bloom ed Edward ad una distanza di pochi metri, impossibile da evitare.
Ma il fumo iniziò a sparire pian piano e si poté intravedere in mezzo una sfera celeste che diventava sempre più scura tendente ad un blu elettrico man a mano che il fumo si dissolveva.
Dentro questa sfera vi stavano i due ragazzi che non avevano subito nemmeno un graffio e Bloom teneva gli occhi completamente fluorescenti con mani infuocate.
Le espressioni degli uomini cambiarono totalmente facendo sorgere in loro un viso del tutto folle.
« Lurida… sei riuscita a formare uno scudo protettivo nel giro di attimi, come diavolo hai fatto? » ringhiò Jordan stringendo i denti bianchissimi.
« Te l’ho detto serpe! Lui è roba mia, per questo motivo contro di voi posso bastare io » disse Bloom mostrando quel carattere da guerriera che aveva accennato quel pomeriggio ad Edward.
Lo scudo attorno ai due ragazzi scintillava di un colore blu che emanava una forte sensazione di protezione e potenza, dentro aleggiava un energia celeste e bianca che affettuosamente avvolgeva Edward.
In quel momento uno degli uomini che fino a quel momento non aveva aperto bocca, come gli altri due del resto, disse con voce rauca:
« Bloom l’ Angelo Guerriero la chiamano » e sorridendo a trentadue denti continuò: « Forse è arrivato il momento di strapparle a morsi quelle dolci ali ».
Improvvisamente piombò nel quartiere un intensa sensazione di terrore, ad Edward era ben chiaro dove si trovavano adesso, proprio sotto la Torre degli Asinelli, la dimensione strana era sparita, persino la quercia che qualche minuto prima era in fiamme.
Da lontano si sentì urlare, di seguito un’altra voce strillante spuntò da un’altra parte, nel giro di dieci secondi il quartiere era intasato di urla di cittadini presi dal panico senza una reale ragione.
Bloom intuì ciò che stava accadendo conoscendo bene quei tizi viscidi, in qualche modo avevano seminato con la loro energia il terrore nell’intero quartiere che fu invaso successivamente da persone scese in strada completamente impazzite.
Edward era totalmente confuso ma si affidò completamente a Bloom che lo teneva stretto a se stessa.
Piombò un altro boato di terrore e i tre uomini, escluso Jordan, si trasformarono improvvisamente in tre grossi e spaventosi lupi dal pelo nero come la pece e gli occhi rossi che ricordavano l’inferno.

 

Emanuele

 

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