Capitolo 2 – Al chiaro della Red Moon
« Nel mezzo del cammin di nostra vita… ci ritrovammo a cercare quella matta di Pesca… » così stava per finire quella rara volta in cui Edward, Leo e Giorgia decisero di ritrovarsi a Bologna per un week end da trascorrere assieme e Leo stava già sbottando frasi senza senso per sdrammatizzare ma anche per i nervi che iniziavano a riscaldarsi.
Ruggine teneva sulle spalle un grosso zaino, pesava circa quanto Edward e un braccio di Giorgia, entrambi erano pieni di roba da campeggio; si diceva che quella notte, per tutta la notte, ci sarebbe stata la luna completamente rossa o come era chiamata “La Red Moon”, che avrebbe emanato su tutta la città un bagliore altrettanto dello stesso colore, un evento che si ripeteva ogni 1300 anni. Così i tre ragazzi ne stavano approfittando per passare la notte in un parco a godere di questa meraviglia.
« Non posso crederci Ed, per una volta che decidiamo di stare tutti insieme sta’ ragazza decide di darci buca, sono tre ore che aspettiamo qui in stazione » continuava a lamentarsi Ruggine, « ancora cinque minuti e ti giuro che stasera l’unica cosa rossa che vedrete sarà il mio viso che esplode di rabbia ».
« Vedrai che avrà avuto un imprevisto, con tutti i difetti che può avere Giorgia, non ci lascerebbe qui come delle piante, sugli impegni è molto precisa lo sai… » disse Edward provando a calmare un po’ il suo compagno che, minuto dopo minuto, il suo viso diventava unica tinta con la sua barba.
« Io so solo che un giorno la strozzo questa ragazza, anzi quella oca! Non so quando, non so perché ma lo farò! » continuò il ragazzo che stava iniziando a sclerare, « potrebbe anche mandare un cavolo di messaggio per avvisarci di qualsiasi cosa le sia passata per la testa, giusto per… » non finì nemmeno di completare la frase che da dietro si sentì arrivare un odore di pesca, in quel momento Leo capì di chi si trattasse e girandosi lentamente completò dicendo « …giusto per farle un delizioso regalo.. ». L’espressione di Leo era un misto tra Vorrei ammazzarti e Spero non mi abbia sentito.
« Giorgia! Cosa è successo? Ci stavamo preoccupando! » domandò subito Edward cercando di coprire il povero compagno.
« Mmm è successo che “l’oca” ha sbagliato treno e quindi ha fatto un giro della madonna e adesso per la gioia di Ruggine è qui!! » disse la compagna guardando con un terribile sguardo Leo « e non è tutto! L’oca ha anche dimenticato il cellulare a casa e non poteva avvisarvi! ».
« Bè porca miseria! A questo punto sei davvero un oca! » disse ridacchiando Ruggine e nello stesso tempo facendo qualche passo indietro.
« Pintelli! Oggi come vedi non è giornata, ti pregherei di smetterla o ti rispedisco a casa senza dover prendere il treno! » tuonò la ragazza che stava iniziando a diventare più rossa del fuoco.
Edward si mise subito tra i due e con il suo modo di far riappacificante cercò di calmarli; era ormai abituato ai due che litigavano di continuo, cosi abituato che quando stava con entrambi, nella sua mente spuntavano calcoli matematici con formule fisiche oltre ogni livello per permettere che tutto andasse liscio nel gruppo.
« Basta ragazzi! Abbiamo già perso metà giornata, che ne dite di smetterla e iniziare a goderci il nostro week end? Se non ci sistemiamo per bene stasera moriremo di freddo e non vedremo nulla ».
« Si hai ragione Ed, a volte forse esageriamo » disse Giorgia con un tono molto più tranquillo, « direi di iniziare ad allontanarci dalla stazione e dirigerci alla Montagnola, che dite? Ho delle robe da raccontarvi! ».
Leo ed Edward si guardarono insospettiti, poi il più grosso prese il suo enorme zaino da campeggio che aveva posato giù per l’attesa dell’arrivo della compagna e si incamminarono verso la loro meta.
Tra discussioni e occhiate maligne, Giorgia continuava a rimandare la notizia per quando sarebbero arrivati a destinazione, erano già le 17:35, il sole stava iniziando a cedere piano piano lasciando su Bologna quel colore arancione di un bellissimo tramonto che creava un atmosfera incantata che solo lì si poteva trovare.
« Quindi? Dobbiamo aspettare per forza di essere seduti belli comodi al parco o vuoi iniziare a parlarci di questa cosa? » disse Leo con tono un po’ provocatorio. In quel momento, Edward che già camminava in mezzo tra i due per tenerli a bada, lanciò uno sguardo fulminante al ragazzo come per invitarlo a darsi una calmata visto che le acque si erano appena tranquillizzate.
« Un attimo Ruggine! Questa è una notizia scioccante e dobbiamo essere sicuri che non ci senta nessuno! ».
« Ti prego non dirmi che hai beccato di nuovo la professoressa di italiano che flirtava con Merinelli! » aggiunse Edward con un aria sconvolta.
« Macché Merinelli! Ancora più scioccante questa volta ».
« Hai preso solamente un sette nella verifica di matematica..? Sarebbe una tragedia » disse Leo prendendo in giro la sua compagna per la sua devozione allo studio.
« Qui si tratta di altro ragazzi e sono ancora scossa per il messaggio che mi è arrivato oggi e che vi mostrerei volentieri se avessi il cellulare con me.. ».
Intanto i tre ragazzi arrivarono al parco e cercarono la prima panchina libera per sedersi comodamente.
« Menomale che la Montagnola è vicina alla stazione ragazzi, altrimenti dovevamo aspettare tutta la giornata per sapere questo gossip! » disse Leo ora con un tono decisamente scherzoso.
« Lascialo perdere Giorgia, è solo felice di vederti e sta facendo il buffone, lo conosco bene Pintelli » dichiarò Edward cercando sempre con fatica di non far scoppiare qualche guerra tra i due.
« Ieri sera mi trovavo a tavola con i miei genitori, stavamo cenando quando… ».
« Si? Quando?… » continuò Edward cercando di tirar le parole di bocca dalla ragazza.
« ..mi ha contattata Bicipite.. ».
Giorgia iniziò a coprirsi il viso, stava leggermente iniziando ad arrossire e nel mentre si mordeva il labbro inferiore.
« Ti ha minacciato ancora di passargli i compiti? No perché ti ho detto mille volte di non farlo, deve darsi lui una mossa! » esclamò Edward alzandosi dalla panchina.
« Ha ragione Ed! Per quanto possa prendere in giro le persone e comportarsi da bullo, non deve azzardarsi a minacciare per avere i compiti » completò l’altro compagno alzandosi e posizionandosi vicino Edward.
« Ragazzi ma cosa state capendo? Mi ha contattata chiedendomi di uscire assieme prossimo sabato! » dichiarò la ragazza.
A quel punto ci fu qualche istante di silenzio, Edward non sapeva se mandare a quel paese la sua amica per averlo fatto preoccupare inutilmente per una sciocchezza del genere, mentre Leo abbassò lo sguardo crollandogli tutta la spiritosaggine che aveva dimostrato fino a quel momento.
« Non capisco dove sia il problema Giorgia » disse Edward.
« Come non capisci Ed… ».
In quel momento Giorgia si alzò dalla panchina che praticamente nel giro di cinque secondi rimase vuota, iniziò a camminare velocemente davanti ai due ragazzi facendo avanti e indietro e mordendosi la manica della felpa.
« Proprio no.. » continuò il ragazzo. « Capisco non abbia un buon carattere e questo può infastidire, però chissà magari frequentandoti è la volta buona che si mette la testa a posto ».
« Non ne sono sicura Edward, sai come si comportano questo genere di persone, ti invitano ad uscire e… poi… » Giorgia era ormai diventata più rossa della barba di Leo e continuava ad assumere un atteggiamento sempre più ansioso.
« Ok si, può succedere ma non è detto che debba succedere, per quanto io possa odiare Bicipite alla fine credo che sia un bravo ragazzo, molto nel profondo… ha solo bisogno delle attenzioni giuste e se tu gli fai capire che deve assumere certi valori della vita probabilmente maturerà » disse Edward cercando di far ragionare la ragazza in preda al panico.
« Ok.. si .. ma.. forse.. si… non so… ».
« Ovviamente deve anche essere una tua scelta, lo dico solo perché so che avevi una cotta per lui qualche anno fa e magari potrebbe essere la tua occasione » concluse Edward.
In quel momento Leo si fece ancora più silenzioso, era come se fosse sprofondato sotto l’erba del parco, non sapeva di questa cotta di Giorgia per Diego Bicipite, lo aveva già infastidito parecchio il fatto che l’avesse invitata ad uscire, figuriamoci adesso che sapeva di una cotta da parte della ragazza.
« Leo? Tutto bene? Sei diventato invisibile così all’improvviso.. » chiese Edward girandosi verso il ragazzo.
« Si scusate ragazzi… deve essere la bistecca che ho mangiato oggi, mi ha un po’ scombussolato lo stomaco » cercò di giustificare Leo toccandosi lo stomaco e la fronte per le goccioline di sudore che stavano spuntando.
« Non l’avrei mai detto cinque minuti fa che avevi problemi di stomaco… » aggiunse subito Giorgia con aria un po’ insospettita.
Pesca aveva intuito qualcosa riguardo i sentimenti di Ruggine per lei, molte volte il ragazzo aveva dimostrato segni di gelosia quando vedeva un altro avvicinarsi troppo alla sua compagna di classe o quando quest’ultima raccontava di essere uscita con un tipo la sera prima.
« Va bene dai, vedremo, vi farò sapere ».
I tre ragazzi tornarono di nuovo a sedersi nella panchina, c’era un’aria un po’ più fredda tra di loro, la notizia aveva sconvolto un po’ tutti, molto meno Edward che non dava molto peso a queste faccende.
« Allora ragazzi, chi ha portato la tenda per stanotte? E soprattutto dove ci mettiamo? » domandò Giorgia che era tornata un po’ più lucida.
« Vedi questo enorme zaino? » disse subito Leo indicando verso un grosso sacco che pesava più di Giorgia e la roba che aveva portato lei. « Non è mio solito uscire con oggetti addosso che pesano più di voi » borbottò Leo ora indicando i due ragazzi.
Stranamente a quelle parole la ragazza si mise a ridere, forse voleva un po’ sdrammatizzare la discussione precedente.
« Ok perfetto, io ho portato i panini e l’acqua e… » Giorgia si fermò improvvisamente cercando qualcosa nello zaino.
« Ti prego non dirci che hai dimenticato anche la pila elettrica » disse Edward fissandola con uno sguardo di rassegnazione.
« Ti ha proprio sconvolta questo messaggino di Bicipite eh? » ribatté Leo con un tono decisamente infastidito.
« Forse non quante ha sconvolto te Leo! » tuonò la ragazza alzando il volume della voce.
Edward notando il clima che si stava riscaldando nuovamente provò a lanciare una battuta ma non fu letteralmente considerato.
« Leo! Immagina se avesse dimenticato il sacco a pelo e avreste dovuto dormire assieme sullo stesso ».
Ma i ragazzi erano ormai presi dalla discussione.
« Ma cosa stai dicendo adesso? Cosa dovrebbe importarmi a me? » rispose il ragazzo tornando leggermente rosso in viso, più per la vergogna questa volta.
« Questo dovresti dirmelo tu Pintelli! ».
Leo non sapeva bene cosa rispondere e iniziò a balbettare delle parole senza senso logico.
Edward nel mentre si stava apprestando per cercare un posto comodo dove posizionarsi per la notte, i due ragazzi tornarono a battibeccare ancora una volta, da lontano si sentivano frasi e parole offensive che si lanciavano senza pietà.
“Farò bene ad allontanarmi un pochino da quei due, è passata solo un ora da quando ci siamo visti e hanno solo litigato, non potrò passare due giorn…” ad un tratto il ragazzo si fermò, non riuscì a completare la frase che fu distratto da un qualcosa che luccicava in cielo, proprio di fronte a lui.
Erano quasi le 19:00 di sera ed era già buio, inoltre essendo in un parco si poteva ben vedere il cielo, qualcosa aveva attirato l’attenzione di Edward.
In alto era spuntata improvvisamente una lucina blu elettrico, un blu che non poteva non notarsi in quel momento, inoltre era ben più grossa di una semplice stella o di un comune satellite.
Si notavano quasi delle lucine interne più piccole di dimensioni, si muovevano circolarmente tra di loro e questo rese molto più strano quell’evento.
« Ma cosa diavolo…! » esclamò sottovoce il ragazzo.
La lucina iniziò a muoversi lentamente per poi fare dei piccoli cerchi e schizzare via ad una velocità assurda, lasciando sbalordito Edward.
« Ehi ragazzi! Ragazzi! » si voltò di scatto verso i due litiganti.
Giorgia e Leo continuavano a litigare senza sosta, non avevano completamente notato la lucina blu in cielo.
« Ehi!!! Ragazzi! Statemi a sentire! » gridò Edward attirando notevolmente l’attenzione dei compagni.
« Credo di aver visto qualcosa di strano in cielo ».
Giorgia e Leo guardarono Edward qualche istante e spostarono subito il loro sguardo in alto per capire cosa volesse dire il compagno.
« In che senso qualcosa di strano? » disse Leo scrutando il cielo.
« Io non vedo nulla.. » continuò Giorgia « non dovrebbe essere ancora presto per la red moon? ».
Edward si avvicinò di corsa ai due ragazzi e iniziò a spiegare ciò che era successo.
« Si, adesso non vedete più nulla perché è volata via come una scheggia, mai visto qualcosa di cosi veloce! ».
« Non so.. magari era un drone » disse Leo.
« Non ne sono sicuro Leo, un drone così veloce? E per giunta così strano… ».
Sembrava quasi che i due ragazzi credevano a stento a ciò che gli stesse dicendo Edward, alla fine qualsiasi cosa sia stata non aveva molta importanza per loro.
« Edward sei troppo ossessionato dal fatto che ci sia qualcosa lì fuori, qualcosa pronto a saltar fuori e.. e.. non so.. cosa dovrebbe succedere? » disse Giorgia cercando di capire cosa passava per la testa del suo compagno, poi si avvicinò a lui come per rasserenarlo « non so cosa ti passi per la testa certe volte ma se hai qualche problema puoi sempre parlarne con noi, lo vedo che sei sempre allerta su qualcosa, sempre a cercare risposte su argomenti che nemmeno esistono… ».
Edward si voltò verso il panorama che si presentava davanti ai ragazzi voltando loro le spalle.
« A voi non capita mai di sentirvi fuori posto? Guardare ciò che vi circonda e sentire che è solo una piccola parte di ciò che esiste realmente? ».
Poi si rivoltò verso i suoi amici, aveva gli occhi lucidi e uno sguardo che bramava risposte più di ogni altra cosa.
« Continuamente mi viene chiesto cosa voglio fare della mia vita… ecco non lo so! Io non sono fatto per avere una vita normale, una vita meccanica, alzarsi la mattina e andare a lavoro, poi pagare le bollette, badare ai compiti per casa di mio figlio e ancora.. fare i pranzi domenicali da mia suocera.. » Edward aveva quasi le lacrime agli occhi.
« Non cerco risposte perché non ho nulla da fare ma cerco di capire il vero senso di questa vita, chi siamo realmente » continuò con un espressione sconcertata e portandosi la mano destra sul petto « possono essere pazzie per voi ma io ho sempre avuto questo sentore dentro di me che adesso urla più forte che mai ».
« Capisco, ma cosa c’entra tutto questo con la luce che hai visto? » continuò Giorgia, « comprendo i tuoi sentimenti e questa continua ricerca di qualcosa ma devi anche pensare alla vita reale che vivi ogni giorno ».
« Non lo so… » rispose Edward abbassando lo sguardo e soprattutto sentendosi incompreso. In fin dei conti nemmeno lui sapeva cosa stesse cercando e cosa frullasse nella sua mente ogni santo giorno.
In quel momento piombò il silenzio nel gruppo, poi Leo fece qualche passo verso il suo amico e lo abbracciò.
« Non so cosa tu voglia dire Edward, non so cosa ti frulla per la testa ma sono sicuro che troverai anche tu la tua strada ».
Anche Giorgia si avvicinò ai ragazzi cercando di abbracciare entrambi e sussurrando al ragazzo che aveva appena sfogato le sue emozioni:
« scusami tanto Ed… non volevo dire ciò che ho detto prima » disse Giorgia « a volte mi preoccupo per voi, ognuno di noi ha delle strade diverse e non sempre possiamo capire le decisioni altrui… ma possiamo sostenerle ».
Si era creato improvvisamente un clima di dolcezza che aveva letteralmente spazzato via i momenti di tensione che si erano presentati fino a qualche secondo prima, Giorgia e Leo erano stati travolti dalla commozione delle parole di Edward ma allo stesso tempo sembrava che anche loro due avevano qualcosa da voler buttare fuori, uno sfogo, un blocco che si tenevano dentro.
« Visto che abbiamo quasi aperto l’argomento vorrei dirvi cosa ho deciso per il prossimo anno » disse Leo con tono sicuro e molto più tranquillo « basta che mi promettete che dopo andiamo a mangiare! ».
Si schiarì leggermente la voce e disse:
« Ho deciso di provare la facoltà di Medicina! ».
I ragazzi si allontanarono tra di loro rompendo quell’enorme abbraccio che si era formato.
« E perché hai aspettato così tanto per dircelo? Penso sia un ottima scelta » commentò Giorgia mostrando un sorriso al suo compagno.
« Lo so.. ma come sapete io non sono un cervellone » rispose il dichiarante, « avevo paura dei vostri commenti al riguardo e ovviamente non è nemmeno qualcosa di sicuro visto che devo prima passare il test di ammissione ».
« Non è un test impossibile, se studi riuscirai a passarlo sicuramente » rassicurò Pesca cercando di sostenere il compagno.
« Anche io penso sia un ottima scelta Leo » aggiunse Edward e facendo un occhiolino amichevole e disse con voce rassicurante:
« e sono pure sicuro che sarai uno tra i migliori del tuo corso, quando vogliamo davvero qualcosa in noi si accende un potere motrice straordinario che ci spinge avanti nei migliori dei modi per raggiungere il nostro obiettivo ».
« Ecco il misterioso filosofo che giace dentro Ed! Ma lo appoggio completamente in ciò che ha appena detto » disse Giorgia
mostrando un bel sorriso, poi sistemandosi gli occhiali che si erano storti con l’abbraccio di gruppo, fece un colpo di tosse e con voce quasi tremolante anche lei confessò ai due amici la sua vera scelta per l’anno seguente.
« Emh… diciamo che le sorprese per stasera non sono ancora finite… ».
I ragazzi sbiancarono di nuovo, non dissero nulla, volevano solo star a sentire ciò che la loro amica aveva ancora da confessare.
« Ragazzi, mi dispiace avervi messo pressione per il prossimo anno, capisco benissimo che sono scelte delicate queste e per questo io in realtà… non andrò all’università come vi ho fatto credere ».
In quel momento Leo spalancò gli occhi facendoli uscire quasi dalle orbite, non riusciva a credere a ciò che aveva sentito, Giorgia che aveva una media scolastica molto alta, lei che non faceva altro che parlare dei suoi progetti futuri e della voglia di iniziare un percorso universitario, lei che spingeva i suoi compagni a prendere una decisione per l’anno a venire e facendo una strana espressione ancora incredula iniziò a balbettare delle parole insensate.
« Cos.. non ho capit… cioè.. ».
Edward non sembrava molto sorpreso invece, aveva un espressione visiva come di chi aveva appena ascoltato una notizia che in qualche modo si aspettava.
« Si ragazzi, purtroppo non posso permettermi l’università, i miei genitori al momento non stanno lavorando e non posso pagarmi un corso universitario, tasse… libri… affitto… » disse Giorgia quasi con le lacrime che le bagnavano il viso.
« Mi dispiace davvero di avervi stressato, era come se volessi vedere i voi i miei sogni realizzarsi ».
Edward si avvicinò alla ragazza e prendendole le mani le disse:
« Sai Giorgia, in un certo senso me lo aspettavo ».
« Cosa mi ha tradito? » disse la ragazza ormai con le lacrime che erano ben visibili.
« Ci conosciamo da cinque anni, nonostante fuori dalla scuola non ci siamo frequentati ogni giorno, ho imparato comunque a conoscerti ».
Leo che ancora non credeva a ciò che aveva appena sentito si posizionò dietro la ragazza dandole un caloroso abbraccio.
Edward continuava a stringere dolcemente le mani della ragazza.
« Ricordo che gli anni passati venivi a scuola sempre ben vestita, ogni giorno un indumento nuovo, portavi sempre da casa la merenda di metà mattinata e nonostante questo non ti facevi mancare il caffè con la brioche del chiosco davanti la scuola; ma da quando non ti vedo più mangiare e con quasi i soliti vestiti addosso ogni giorno, ho capito che qualcosa non andava ».
Giorgia fece un mezzo sorrisetto sentendo quelle parole e abbracciando Edward disse:
« Si hai notato bene, sono cambiate molte cose nella mia vita in quest’ultimo anno ma ho il difetto di non parlarne mai con nessuno dei miei problemi » e guardando entrambi i compagni continuò:
« Mi dispiace solo di non aver goduto a pieno la vostra amicizia, la vostra presenza ».
In quel momento Leo che non aveva più spiccicato parole, per sdrammatizzare un po’ commentò con il suo solito far ironico:
« In effetti è vero ragazzi, dopo cinque anni di scuola sembra che ci stiamo conoscendo solo adesso » e si lasciò scappare una risata sottovoce.
Edward guardando il suo amico dalla barbetta rossa rispose:
« Bè… meglio tardi che mai, magari è l’inizio di un intensa amicizia, alla fin fine abbiamo ancora una vita davanti ragazzi! Su con il morale! » poi staccandosi da Giorgia continuò:
« E per favore adesso basta con le dichiarazioni, abbiamo già preso troppi infarti per oggi, direi che possiamo anche andare a mangiare! ».
« In effetti ci sarebbe altro ragazzi… » aggiunse nuovamente Pesca.
Edward diventò improvvisamente glaciale, Leo si stava apprestando a procurarsi un bastone evidentemente per colpire la ragazza quando quest’ultima con una risata concluse:
« Niente panico ragazzi! Sto scherzando! ».
Scoppiò una sonora risata nel gruppo, quasi di divertimento ma più di sollievo.
Era ormai sera e si stavano anche abbassando le temperature, così il trio che aveva acquistato più fiducia nell’altro, iniziò a sistemare la tenda con una collaborazione che fino a quel giorno non si era mai vista.
In cielo stava iniziando a spuntare il bagliore rosso della luna, la tenda che originariamente era di un beige chiaro, aveva assunto sfumature rosse, come gli alberi e l’erba attorno creando una bellissima atmosfera, quasi romantica. Nonostante le conversazioni precedenti e i lavori per sistemare l’accampamento, Edward continuava a pensare a ciò che aveva visto in cielo non facendone più parola con i suoi compagni.
« Quindi uscirai con Bicipite sabato prossimo? » domandò Leo a Giorgia mostrandosi comunque con un aria disinteressata, la notizia dell’invito lo aveva decisamente colpito più di quella dell’università.
« Credo che deciderò durante la settimana, devo valutare un po’ di cose » rispose la ragazza.
« Che genere di cose? » domandò ancora Ruggine iniziando a mostrare più interesse nella faccenda « perché se potessi esserti utile… potrei… ». In realtà non sapeva bene cosa dire, era un po’ confuso dalla situazione in generale e soprattutto dal fatto che in quel momento Giorgia iniziò a guardarlo più intensamente, era la prima volta che entrambi si guardavano con quello sguardo e per tutto quel tempo.
Edward rimase da parte, aveva quasi intuito che stava per succedere qualcosa tra i due ma improvvisamente suonò il cellulare del ragazzo che si trovava proprio tra Giorgia e Leo.
« Ecco! Non avrei nemmeno bisogno di vedere chi è! » disse il ragazzo leggermente infastidito.
« Si te lo confermo Ed, è tuo padre » aggiunse Leo.
Entrambi sapevano del carattere del signor Baskerville, erano consapevoli di come questo facesse stare male il loro compagno.
« Ma state tranquilli, non mi permetterò nemmeno per sogno di pigiare sul verde, questa sera non ci sono per nessuno » sbottò Edward che stava cercando di gestire le emozioni dentro di lui.
« Vedo che sta continuando a renderti la vita ansiosa ».
« Esatto Giorgia, per questo motivo devo assolutamente andare via dopo il diploma, dovessi fare il raccogli lattine per strada » e con un gesto di esasperazione Edward prese il cellulare e lo buttò sul suo zaino, poi uscì cercando di distrarsi sistemando gli ultimi particolari esterni della tenda.
“ Ma tu guarda… ho a che fare con uno psicopatico” pensò il diciassettenne dall’animo ribelle “ ero stato esplicito sul fatto che sarei stato fuori tutta la notte per vedere la red moon, prossimo anno non li avviserò nemmeno dovessi andare sulla luna”.
Fuori ormai si era formato un bel chiarore di luna rossa, in città si potevano vedere le persone che si affacciavano dai balconi per assistere allo spettacolo, tutti ne approfittavano per fare foto ad un evento a cui si poteva assistere ogni 1300 anni; in tv non avevano ben chiarito a cosa fosse dovuto, si diceva che la luna e il sole si posizionassero in modo tale che i raggi non prendevano in pieno il satellite naturale ma con un inclinazione ben precisa creando un gioco di colori straordinario, almeno così raccontavano nei telegiornali.
In quel periodo c’erano molte teorie complottiste anche sulla red moon, si diceva fosse dovuta ad esperimenti alieni e vedere quella luna cosi rossa non era un buon segno.
Edward continuava a sistemare gli ultimi particolari della tenda, aveva il viso illuminato di rosso, “tutti pensano al romanticismo, io vedo qualcosa di inquietante” continuava a pensare, ad un certo punto quando stava per rientrare nella tenda di istinto si girò verso la luna. Non sapeva perché ma fu un movimento talmente naturale che non ci pensò troppo e si ritrovò a fissare una scena davvero inquietante.
Davanti a lui vide il grosso satellite rosso e in mezzo nella parte superiore due luci blu esattamente uguali a quella vista qualche ora prima.
Sembrava proprio che formassero gli occhi di quella luna inquietante, trasalì un brivido per la schiena di Edward, ne era come incantato e non riusciva neppure a chiamare i due suoi compagni.
Cosa mai potevano essere quelle luci che si presentavano ancora una volta e per di più in quel modo, formando assieme alla red moon un viso da brividi!
Restò a guardare quella visione per una manciata di secondi, occhi e bocca completamente spalancati, ad un certo punto le luci nuovamente iniziarono a fare dei cerchi su loro stesse per poi schizzare via alla velocità della luce.
Non credeva a ciò che aveva appena visto, cos’erano quelle luci? E perché sparivano così velocemente? Era totalmente inspiegabile questa scena, quella luna così terrificante; stavano iniziando a balenare in testa le peggiori conclusioni quando Edward si accorse che da qualche secondo Giorgia era accanto a lui e gli stava domandando che tipo di panini preferisse.
« Allora? Ed? Nutella o pollo? ».
« Oiii! C’è nessuno in casa? ».
Edward si voltò verso la ragazza, com’era possibile che anche lei lì non si era accorta totalmente di nulla, eppure tutto era successo davanti ad entrambi ma soprattutto quanti secondi erano realmente passati? Le domande continuavano a frullare per la testa del ragazzo scombussolato, a questo punto non sapeva se riparlare delle luci ai suoi amici, non voleva farsi prendere per pazzo considerando la discussione precedente, visto che a stento credevano a ciò che diceva, così lascio scorrere tutto e con un volto un po’ perso nel vuoto rispose a Giorgia:
« V.. va bene il p.. pollo » con voce tremolante.
« Qualcosa non va Ed? Sicuro di stare bene? » domandò preoccupata la ragazza.
« Ah si! Certo! La chiamata di mio padre mi ha un po’ scombussolato ».
Senza fare troppe domande Giorgia invitò Edward ad entrare viste le temperature che stavano scendendo molto.
Era inverno e i ragazzi si trovavano in un parco, “Dobbiamo essere davvero matti per aver deciso di passare una notte fuori in tenda in questo periodo dell’anno” pensò Leo quando gli fu proposta l’iniziativa. Ma avevano rimandato per troppe volte delle uscite assieme e la red moon di certo non tornava prima di altri 1300 anni.
Erano ormai le 23:00 di sera, i tre giovanotti avevano deciso in partenza di passare tutta la notte completamente svegli a guardare lo spettacolo e a scambiare quattro chiacchiere, tutto ciò che in cinque anni scolastici avevano fatto davvero raramente.
Ma si fecero appena le 23:30 quando Leo iniziò ad accusare un sonno pesante, continuava a dire di aver mangiato troppo e questo gli aveva procurato sonnolenza, non sempre ammetteva i fatti realmente come stavano ma non voleva passare nemmeno per un debole. Gli altri due compagni si aspettavano che non sarebbero mai rimasti svegli fino a tardi, anche Giorgia iniziava a barcollare un pochino, aveva un occhio mezzo chiuso, ma era già un bel traguardo ciò che avevano fatto quella giornata e si ritirarono tutti e tre in tenda soddisfatti.
Avevano dei sacchi a pelo davvero ben imbottiti per ripararsi dal freddo e per sicurezza avevano portato qualche coperta in più, ovviamente tutto organizzato da Giorgia, la più efficiente del gruppo. Dopo nemmeno cinque minuti erano già crollati nel sonno più profondo, tranne Edward che stava ripensando agli eventi strani accaduti quella giornata. Continuava a fissare lo spiraglio di luce rossa davanti a lui che entrava per la tenda non chiusa completamente, ne era quasi imbambolato, come se stesse respirando una specie di droga che gli abbassava molto la coscienza, iniziò seriamente a pensare se quell’evento, la red moon, non fosse davvero come dicevano i complottisti, una qualche sostanza strana sparata dagli alieni per scopi nocivi verso gli umani. Era chiaro che stava delirando, almeno così iniziò a pensare e improvvisamente scivolò anche lui nel sonno profondo senza nemmeno rendersene conto.
La mattina seguente Edward, Giorgia e Leo si svegliarono con un terribile mal di testa, a peggiorare la situazione ci pensò il mercato che stava iniziando proprio lì vicino, era domenica e ogni fine settimana si tirava sù una grossa fiera, un attrazione per tutta Bologna.
« Oh porca miseria! Ragazzi! » esclamò Leo con un occhio ancora chiuso. « Ragazzi! Abbiamo dimenticato di svegliarci presto per smontare tutto e andar via ».
Giorgia non si reggeva ancora in piedi, il mal di testa l’aveva completamente stordita.
« Sento il mercato che è già attivo, se non ci sbrighiamo usciremo dalla tenda e ci ritroveremo in mezzo ad una folla di persone » disse Giorgia con una voce ancora assonnata. « E poi perché tutti e tre ci siamo svegliati con questo mal di testa? ».
Edward si precipitò di colpo a vedere dove fosse arrivato il mercato sporgendo lentamente la testa fuori dalla tenda, poi molto lentamente e silenziosamente ritornò dentro.
« Ottimo ragazzi! » fece lui con tono abbastanza ambiguo.
Leo che non aveva ben capito guardò con espressione sollevata il suo compagno e disse:
« Fantastico! Siamo ancora in tempo allora, sbrighiamoci così nessuno ci vedrà » e stava già allacciandosi la cintura molto disinvolto.
« Cosa hai capito Leo, il mercato è già qui, a due passi dalla nostra destra » disse Edward.
« Ti prego dimmi che stai scherzando, non ho voglia di farmi vedere così dalla gente lì fuori ».
Giorgia si alzò di botto, iniziò a preparare velocemente la sua roba, mise tutto disordinatamente dentro lo zaino per sbrigarsi e sparire da lì.
« Figuratevi cosa penseranno di me uscendo da una tenda con due ragazzi ».
Iniziarono a sistemare tutto più in fretta che potevano, da fuori la tenda si sentivano già le persone che stavano montando gli ultimi gazebo proprio davanti la tenda dei ragazzi, si potevano anche udire voci di uomini che si domandavano perché ci fosse un affare del genere lì e chi potesse esserci dentro.
« Ok ragazzi, con molta disinvoltura usciamo, smontiamo tutto e senza far troppo caso alle persone andiamo via » sussurrò Edwar.
« Ottimo piano Ed » mormorò Leo morente dalla vergogna.
« Anche perché mi sembra l’unico » intervenne Giorgia guardando un Leo con espressione scontrosa.
Piano piano i tre giovani senza dare troppo nell’occhio uscirono dalla tenda, iniziarono a smontare tutto molto velocemente, più goffi di sempre, in quel momento la cosa più importante era andare via subito da lì.
« Ok ragazzi, spariamo prima che ci facciano qualche domanda, è andata di lusso che non ci abbiano detto ancora nulla » disse Edward sottovoce.
« Ssshhh! Per favore non dirlo fin quando non ce ne siamo andati davvero » lo interruppe subito Giorgia che cercava di coprirsi dietro l’enorme zaino di Leo.
« Ok abbiamo tutto, squagliamocela! ».
Stranamente tutto filò liscio, gli uomini che stavano montando il gazebo vicino la tenda non fecero così tanto caso ai tre ragazzi ancora con i capelli arruffati e vestiti trasandati, così in fretta e furia si allontanarono da lì dirigendosi verso la stazione.
« Avrei giurato di aver visto un uomo che ti guardava Ed, avrai fatto colpo! » disse Leo sparpagliando la criniera di Edward.
Ci furono gli ultimi momenti gioiosi tra i ragazzi che a gambe levate si precipitavano alla stazione di Bologna.
« In fin dei conti non è stato così devastante questo week end » disse Giorgia con una chiara espressione soddisfatta.
« Bè considerando che alla fine farò medicina, tu non andrai all’università, Edward probabilmente finirà in qualche clinica psichiatrica e che prossimo fine settimana uscirai con Bicipite, no dai, direi che poteva andare peggio! » commentò Leo scherzando con aria davvero divertita.
« Non penso che andrò in un manicomio io » disse Edward, poi mettendosi tra i due ragazzi e prendendoli a braccetto continuò con un ghigno « almeno non da solo ».
« Io continuerò a vedere luci, Leo diventerà matto per i troppi libri di medicina da studiare e tu Giorgia… mia cara Giorgia… diventerai pazza uscendo con Bicipite! ».
Passarono così gli ultimi minuti assieme i tre giovincelli che da lì a breve si sarebbero separati tornando ognuno a casa propria.
Per qualche istante Edward ripensò a quando sarebbe ritornato a casa che avrebbe dovuto affrontare le lamentele e le ansie del padre, soprattutto per la chiamata non risposta la sera precedente, per un attimo pensò di nascondersi dentro l’enorme zaino di Leo se non fosse che puzzava di escrementi di cane visto il giorno prima che per errore fu appoggiato in un punto sbagliato.
Emanuele