Capitolo 13 – La Distruzione del XXI secolo
L’estate era trascorsa davvero molto velocemente, all’interno dell’istituto gli studenti continuavano la propria pratica spirituale seguiti costantemente dai tre maestri della scuola, Bloom, Leòn e Rander. Quest’ultimo nell’ultimo mese sembrava aver avuto diversi malanni fisici, infatti da quella ormai lontana notte in cui i tre maestri affrontarono presso la capitale d’Italia i centinaia di Tenebris, la sua salute sembrava essere stata minacciata da qualcosa, sebbene dopo quell’episodio si fosse ripreso, nelle ultime settimane passava parecchio tempo chiuso nella sua stanza, certe notti lo si sentiva pure tossire bruscamente.
I due maestri, Bloom e Leòn, negli ultimi tempi sembravano aver preso leggermente le distanze dal loro collega malaticcio, anche perché erano parecchio presi con una missione strettamente segreta. Riguardo la salute del maestro, si pensò fu colpa di uno strano virus che girava in quei giorni, visto che anche altri studenti stavano avendo dei malanni simili. La situazione era alquanto strana ma di quei tempi nulla sembrava essere normale.
Intanto in Europa la situazione sembrava aver preso una piega veramente drastica, la Germania sembrava esser stata la prima a cedere alle manipolazioni di Cornelio Viminetti e in trattativa ci stavano altre potenze europee, Francia, Inghilterra, Spagna.
Non si conosceva ancora la base segreta in cui tutti i riti oscuri avvenivano, in cui i Tenebris davano origine ai loro piani orribili e soprattutto dove veniva portate le povere persone vittime dei rapimenti.
Cornelio aveva abolito tutte le libere professioni di religione, non esisteva nessun credo, solamente ciò che vi era realmente davanti ai cittadini, ovvero lui, sembrava infatti voler diventare una sorta di dio. Aveva chiuso persino le università, a lui non interessava gente istruita, a lui interessava gente al suo servizio che non si facessero troppe domande. Il dittatore si era circondato dei seguaci più fedeli e spietati, Jordan era stato messo a capo della Germania che senza troppa difficoltà si era inchinata al popolo italico. Ma i veri Tenebris più oscuri erano in stretto contatto con Cornelio, li voleva lì esattamente vicino al suo fianco. Infatti assieme a lui vi erano sempre tre persone, i migliori, i più spietati, ovviamente tutte vestite di nero e al contrario degli altri seguaci, loro tre erano molto scuri di carnagione e molto robusti, senza un pelo di barba e senza un capello in testa. Uno di loro, probabilmente il più fidato, aveva una grossa cicatrice all’occhio destro e un’altra più grossa sulla gola. Erano chiamati sempre per numero, ovvero “Uno”, il più fedele, “Due” e “Tre”, non perché non vi fosse fantasia nei nomi ma probabilmente perché erano così inumani dentro che non meritavano nemmeno un vero nome. Si racconta, infatti come tutti e tre non abbiano avuto problemi a sterminare parenti ed amici e a renderli servili al grande dittatore.
In quel freddo pomeriggio, il gruppo di Tenebris si trovava presso uno dei piccoli laboratori sotterranei, nei pressi dell’Italia del sud, non si sa di preciso dove esattamente, stavano discutendo di nuove politiche da adottare sulla nazione ormai al loro comando.
Infatti i controlli di massa erano ormai all’ordine del giorno, da poco erano stati impiantati pure dei chip sottocutanei alle persone italiane, con una banale scusa del facilitare tutte le attività finanziarie, ma ovviamente non era cosi, infatti erano palesemente stati soggiogati per accettare di farsi impiantare una spia all’interno del loro corpo, così che, oltre a fare un passo successivo verso l’uomo macchina che avrebbe popolato la penisola, potevano essere controllati a tutti gli effetti dai loro capi, sia riguardo le spese e conti in banca e sia riguardo la loro posizione attuale, per non parlare della vita intima di ogni singolo individuo che ne era stata totalmente sfasciata.
Le manipolazioni avvenivano in vari modi, alcune volte erano questi chip stessi che una volta inseriti all’interno della vittima gli cambiavano il modo di pensare, di agire abbassando notevolmente la loro lucidità, in quel momento i Tenebris sfruttavano l’occasione di proporre immediatamente una loro legge, così che ancora fresco di chip, il cittadino avrebbe accettato senza troppi problemi. Altre volte si faceva un comizio davanti al popolo, il parlamento era stato abolito quindi quando veniva proposta una legge, il dittatore semplicemente informava i vari cittadini tramite vari media o incontri pubblici ed esplicava le nuove leggi in atto, in effetti più che proporre al pubblico era un informare e basta. Onde evitare polemiche di qualsiasi tipo, il leader mentre parlava pubblicamente delle nuove decisioni, i seguaci più fidati e ovviamente preparati, usavano delle tecniche di manipolazioni sui poveri cittadini, ed esattamente come i chip, perdevano la loro lucidità e accettavano qualsiasi proposta gli fosse messa davanti.
In fine, oltre a tutte le ormai banali pubblicità manipolative trasmesse sui social network e in tv, i Tenebris usavano tecnologie molto avanzate che miravano ad abbassare collettivamente la lucidità mentale delle persone.
« Benissimo miei guerrieri » disse Cornelio che si trovava a capo di un enorme tavolo presidiato da vari uomini. « Ho mandato quell’idiota di Jordan a tenere sotto controllo la nostra nuova alleata, di questi tempi la Germania non è molto lucida, sarà abbastanza facile per lui e i suoi uomini tenerla sotto controllo ». Gli oscuri individui erano seduti all’interno di una stanza buia e al centro del tavolo una piccola candela illuminava leggermente quei volti senza espressione, era una scena davvero inquietante.
Cornelio era un uomo dalla statura normale, a vederlo così non sembrava nemmeno a capo dell’ordine dei Tenebris, era ben curato e soprattutto non era così pallido come i suoi uomini. Era sempre molto elegante, come del resto lo era anche il suo esercito, ma lui aveva qualcosa in più, anche nei modi di fare era molto raffinato. Aveva una barba molto curata a forma di pizzetto e dei capelli pieni di gel portati all’indietro. Non indossava nessun anello ma solo bracciali e collane d’oro. I suoi denti erano molto dritti e bianchi, persino i suoi lineamenti del viso erano fini e ben curati.
Si diceva che all’età di cinque anni fosse stato abbandonato dai suoi genitori perché credevano fosse figlio del diavolo visto le abilità paranormali che aveva sin dalla tenera età. Crebbe cosi all’interno di un orfanotrofio che vi restò fino all’età dei diciotto anni. Quella stessa sera, inspiegabilmente, quell’istituto fu colpito da un incendio e non vi restò dentro anima viva. Qualche giorno dopo, si racconta che, Cornelio ormai padrone dei suoi poteri e della sua vita, tornò dai genitori e per vendicarsi dell’abbandono li spellò vivi lasciandoli morire lentamente mentre li osservava ridendo e sorseggiando un bicchiere di vino. La polizia non riuscì mai a trovare prove tangibili della colpa del figlio, anzi, ci fu un gruppo formato da tre persone che si dichiarò colpevole dell’accaduto, probabilmente innocenti manipolati per depistare le possibili tracce del figlio oscuro.
Da lì il desiderio di voler un impero di demoni sotto al proprio comando per dominare il mondo. Vedere come le abilità paranormali crescevano a dismisura e che con esse tutto era possibile ed immediato, la sua idea folle si fece sempre più reale. Inoltre dai suoi seguaci era conosciuto come Deus.
« Deus! » disse Uno, il seguace più fidato, avvicinandosi vicino la poltrona del capo. « Negli ultimi tempi abbiamo raggiunto un potere inestimabile, altre potenze europee si stanno unendo a noi, qui in Italia ormai i cittadini sono i nostri topolini da laboratorio, non pensate che ormai Bloom e i suoi compagni non possano far più niente contro di noi? ».
« Lo so bene questo! » disse il temibile dittatore voltandosi verso Uno. « Non capisco perché tu me lo stia ricordando ».
Cornelio generalmente era un tipo calmo, non urlava mai contro i suoi uomini ma tutti sapevano che odiava le chiacchiere inutili, diceva che erano le perdite di tempo più grosse, inoltre quando volesse punire o addirittura uccidere qualcuno, non lo faceva capire mai dal suo tono di voce, sempre pacato, ma con estremo sangue freddo agiva direttamente nel giro di pochi attimi, quindi era difficile capire i suoi stati d’animo e da quelli le sue azioni successive.
« Certamente Deus! Tu sei colui che sta costruendo questo impero, non volevo mettere in dubbio nulla » rispose il seguace con un filo di voce.
« Quindi dove vuoi arrivare? » domandò Cornelio che nel mentre faceva ondulare un bicchierino di vino rosso.
Uno si allargò il nodo della cravatta, probabilmente il suo corpo si stava surriscaldando per l’ansia, poi propose: « pensavo che sarebbe arrivato il momento di assediare la loro scuola, così che potremmo sbarazzarcene definitivamente, dopotutto, credono ancora che non sappiamo dove si trova la loro isola ».
« Perché tu lo sai dove si trova la loro isola? » domandò Cornelio come se volesse prendersi gioco del suo scagnozzo.
« Beh… so che voi lo avete scoperto… così ci avete detto tempo fa, potrei andare io personalmente con un grosso esercito e ridurli a brandelli » rispose Uno che continuava ad allargarsi il nodo della cravatta.
Il dittatore fu preso da una risata quasi isterica, ovviamente nessuno lì dentro osava domandare cosa ci fosse da ridere o che effettivamente la proposta di Uno fosse un ottima proposta, ma in silenzio aspettavano che quella macabra risata terminasse.
« Mio squallido amico » disse Cornelio asciugandosi la bava che colava sul mento per la burrascosa risata, « tu vai ad assediare la base dei miei nemici e io me ne sto qui, seduto su una poltrona in pelle nera a sorseggiare del vino rosso pensando quanto diamine sia oscura la vita? » continuò prendendosi letteralmente gioco del suo seguace. Poi si alzo dalla sedia, sebbene fosse un vero stregone, aveva portamenti molto fini e raffinati, anche quando si prendeva gioco dei suoi adepti, lo faceva sempre con estrema eleganza, iniziò a girare intorno al tavolo tra i seguaci più fidati, tenendo in mano il suo calice di vino.
« Tutti i presenti qui dentro sanno che come leader non sono mai stato fermo dando soltanto qualche ordine qua e là ma anzi, sono sempre stato un vero leader che agiva contro i suoi nemici senza starsene sulle retrovie a guardare. Solo io so dove si trova quella scuola e per adesso così basta » intanto continuava a girare tra le varie poltrone. « Ho in mente un piano e me ne sto occupando assieme ad un’altra persona, l’unica che in questo momento può farlo e quando sarà il momento, sarò io a sgretolare quell’isola, con tutte quelle formichine dentro » e si lasciò andare ad un’altra risatina più perversa che altro. Poi si avvicinò ad Uno, posizionandosi proprio dietro la sua poltrona e avvicinandosi al suo orecchio disse: « voi datemi nuove idee per sottomettere gli esseri umani, al resto ci penso io » e lasciò colare quel po’ di vino rimasto nel suo calice sulla testa pelata del suo seguace.
Poi rivolgendosi al restante gruppo disse: « domani ci vedremo alla sede centrale, voglio vedere la situazione come procede, manco da lì da qualche giorno, sapete essere una figura pubblica comunque richiede avere degli impegni con stampe, tv, comizi e varie perdite di tempo ».
« A proposito, a chi toccava in questo mese svolgere lo scudo attorno al laboratorio centrale? » domandò Due ai restanti colleghi.
« Credo toccasse a Jordan, avevamo deciso che per questo mese pieno di impegni politici, doveva occuparsene lui, visto che non si occupa di questo genere di cose in Italia » rispose uno degli adepti.
« Ma non doveva occuparsi di presidiare la Germania? » domandò ancora una volta Due.
« Sapete come è fatto lui, pur di apparire forte agli occhi di Deus, farebbe di tutto, si è comunque proposto di volersene occupare lui dello scudo ».
« Non è che mi fidi cosi tanto di quell’essere idiota » disse Cornelio facendo sbucare la sua sottile voce tra quelle robuste dei suoi adepti. « Preferirei lo facesse qualcun altro, mettevi pure d’accordo tra di voi, ma non fatelo fare a Jordan, ho una brutta sensazione ».
« Certamente Deus! » rispose prontamente Uno.
« Non possiamo permetterci di far casini proprio adesso, lo scudo è importantissimo, se nessuno ha mai trovato il nostro laboratorio è proprio grazie ad esso » ricordò il dittatore rivolgendosi a tutti i suoi seguaci. « A Proposito! Quasi dimenticavo… domani terrò anche un comizio in piazza del Popolo a Roma, devo solo ricordare quanto sia importante portare avanti la campagna pubblicitaria dei microchip, ovviamente dalla base centrale voi vi occuperete di praticare sulle menti di quei poveri topolini da laboratorio, farete in modo che siano estremamente d’accordo sul promulgare questa iniziativa in tutta Europa, non vorrei che qualcuno si svegliasse all’ultimo e creasse qualche problema ».
« Sarà fatto tutto con estrema precisione » rispose Due.
« Come sempre del resto… » aggiunse immediatamente Tre, il terzo dei più fidati scagnozzi di Cornelio, che fino a quel momento non aveva aperto bocca.
I Tenebris miravano ad occupare l’intera Europa, le loro infime manipolazioni erano come mani che volevano estendersi su tutto il continente e da lì a poco a poco sulle restanti terre, non importava come e tramite quali sacrifici, la sete di potere oscura non ha mai dato lucidità mentale e chi ne avesse molta, avrebbe usato qualsiasi mezzo pur di arrivare alla vetta.
« Vi vedo già a capo di un impero mondiale, Deus! » disse Tre cercando di prendere le attenzioni del proprio capo. Questo perfido scagnozzo non parlava molto e non godeva di un intelletto invidiabile, infatti tra i tre più fidati era l’unico che non aveva mai nulla di utile da proporre e quando parlava lo faceva solo per esaltare il proprio capo, ma Cornelio preferiva comunque tenerselo stretto per le sue capacità manipolative, era molto abile ad usare l’energia oscura e godeva di una buona forza fisica.
« Io sono già a capo di un impero, mio putrido amico, ho già esteso le mie braccia su tutti i continenti, la gente deve solo aprire gli occhi e accettare che è cosi! Ho gli strumenti adatti e la presa di comando sull’Italia nel giro di pochi mesi ne è stata una prova schiacciante! ».
A quelle parole i vari uomini all’interno della sala esultarono e gridarono il nome del loro dio, completamente soggiogati e privi di anima, brindavano all’ascesa di una nuova era in cui il XXI seco sarebbe stato segnato dal volto del male.
Emanuele