Il Silenzio è rimasto a Brestova

Mamma stava piangendo.

Ancora una volta papà l’aveva sgridata.

Ha tanti lividi sulle braccia, forse ha fatto la cattiva o ha cucinato un piatto che a lui non piaceva.

Vorrei aiutarla, ma se lo faccio papà poi sgrida anche me.

Se mio fratello fosse a casa magari farebbe fare la pace a tutti.

 

Sono passati tre giorni mamma sembra stare meglio, è più tranquilla.

Martina andiamo a trovare papà“.

 

Papà è scappato di casa ci ha abbandonate, ora si trova in un posto proprio brutto, non capisco perché lo abbia scelto invece che restare al caldo con noi.

Lunghi e freddi corridoi e poi tante sbarre, manca anche la luce, ma almeno non sembra essere solo, c’è tanta gente a fargli compagnia.

 

Mamma perché il papà ha scelto questo posto?

È per il suo bene Martina“.

 

Se è per il suo bene lo capisco. Ultimamente era molto nervoso, si vede che qui gli strani signori vestiti di nero gli sciolgono i nervi.

Non so cosa siano i nervi, ma mia mamma dice sempre che quando sono incriccati stiamo tutti male.

Papà deve averli proprio guasti.

 

È domenica e stiamo cenando con gli spaghetti al pomodoro. Mamma non li cucina mai, solo nei giorni di festa.

Bussano alla porta. Vado ad aprire. Un signore dai capelli grigi e dal naso grosso mi saluta ed entra in casa con confidenza.

Si siede insieme a noi. Lo osservo. Mi pare simpatico. Parla poco, ma quando lo fa mamma sorride sempre, si vede che anche a lei è simpatico, magari è il mio papà sostitutivo. D’altronde lo dice sempre la maestra, senza un papà non è una vera famiglia.

E io voglio essere una vera famiglia.

 

Mamma mi ha detto di raccogliere le mie cose perché domani partiamo con il signore dai capelli grigi con il treno.

Staremo via tanti giorni dice, allora devo portare via proprio tutto.

 

Brestova è un paese piccolo, ma qui c’è il mare e tanto silenzio, come sarà dove stiamo andando?

E se mancasse la sabbia, l’acqua, il sale? E se non ci fossero gli uccellini che alla mattina mi fanno compagnia?

Io ho tante nonne. In paese tutte loro mi invitano a casa a mangiare i biscotti.

Qualcuna mi raggiungerà? Mamma dice di no, ma io non le credo perché mi vogliono bene.

 

Il treno è rovinato. Mi appiccico al finestrino e guardo i puntini che camminano.

Mamma e il signore si abbracciano. Io non esisto.

Chissà quando ritorna il mio vero papà, magari è solo in vacanza, deve curarsi.

Il mio amico Franco quando si è preso la broncopolmonite e ha rischiato di andare all’Altro mondo è stato a casa almeno tre settimane. Papà non è all’Altro mondo, arriverà presto.

Non so cosa sia l’Altro mondo, ma deve essere orrendo, quando ne parlano si rattristano tutti.

 

Martina siamo arrivati. Sbrigati che scendiamo“.

Mi sento un’estranea, non so cosa sia un’estranea, ma quando la maestra dice che a Brestova ci sono pochi estranei ci spiega che ci sono pochi turisti, pochi villeggianti. Ecco adesso io sono una turista.

 

La stazione è rumorosa, ma il paese anche peggio.

Quante luci. Non sarà il paese dei balocchi?

No, ci sono troppi adulti, i bambini sono pochi, forse staranno facendo il riposino.

 

C’è il mare anche qui. Corro fino a sfiorare l’acqua con le dita.

Il mare è sporco. Non ci sono i pesci colorati. In compenso brulica di turisti, persone dalla pelle gialla e nera, non le avevo mai viste. E se fossi finita all’Altro mondo? Mia mamma sorride, non è possibile.

 

Martina hai visto che bel posto? Guarda quanti ristoranti e negozi!

A me i ristoranti non piacciono, bisogna sempre stare composti e non posso fare sciù sciù con gli spaghetti al pomodoro.

Non sono mai entrata in un negozio. A cosa serve? Forse se porto le mie cose mi danno altro in cambio. Ho sempre visto gente entrare senza nulla in mano ed uscire con grandi sacchi. Devono essere sicuramente dei posti interessanti.

 

Qui i bambini si divertono con degli schermi, chissà cosa ci trovano poi, io ho la mia bambola, almeno con lei ci parlo, lei mi fa compagnia.

 

Si sente la musica in ogni posto, anche in camera, non riesco a dormire entrano le luci anche sotto il letto.

 

Il signore e mia mamma sono usciti a farsi una passeggiata, io invece sono rimasta qui per ripararmi dal rumore,

ma il silenzio è rimasto a Brestova.

 

Nausicaa Baldasso

 

2 Commenti

  1. Stupendo! L’ho letto tutto di un fiato!!

  2. Breve ma molto profondo, mi piace la tua sensibilità e come sei riuscita a descrivere tutte queste sensazioni e sentimenti, da un punto di vista così delicato. Anche la lettura fa scaturire tante emozioni. Questo racconto mi è piaciuto tantissimo!


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