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Sei un uomo in fuga,
rinchiuso tra chimerici orizzonti che riecheggiano latrati di pianto.
Piove catrame sulla gente e la rassegnazione sembra l’unica risposta:
eppure tu, solo, corri tra macerie deambulanti… Dove è la libertà tinta di quell’azzurro apparentemente lontano?
Credi che sia perso, ma ti pizzichi,
sembra uno schiaffo, come la pelle che sbatte forte sull’acqua dopo un tuffo sbagliato..
Apri gli occhi di colpo, e tutto passa, quei camaleontici pensieri parassitici di un ipocondriaco malato se ne vanno fumosi dalla testa e lasciano una scia ormai sbiadita.
Riemerge allora quella luce, memoria di vita e tutto si fa chiaro, le catene se ne vanno,
senti di essere nuovamente te stesso:
Sai di essere forte e niente ti tocca.
Fatta sera te ne vai per la tua via…
la quiete di quel cielo stellato nasconde nel tuo petto il ruggito di un leone.
Bella, molto significativa.