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Nuda terra ricopri ad ogni passo i giorni senza tempo e piangi lacrime asciutte.
Non temo la notte,
temo ciò che il buio nasconde,
temo i passi lontani del tuo andare
e lo svanire della voce.
Avessi mai pianto,
quanto calore uscirebbe
da ogni sguardo,
pronto a scaldare quella terra spoglia dei tuoi baci,
tra le colline apparenti dei sogni.
Potessi essere io stessa terra feconda e partorire meraviglie
tra un volo leggiadro e un’ala storta, stordita e libera
tra forti braccia, le tue,
per poterti bastare,
strappare la pelle dai ricordi
e cucirli addosso al nostro domani.
Potessi averti ora tra le mani
senza scappare ancora e altrove,
di rifugio la tua schiena,
culla dei respiri.
Ascoltami: vedi come fuggo dai miei abissi?
Dal cuore rotto passa la tua luce,
ci basteremo amandoci,
e non dovrò morire ancora
se ogni lacrima
avrà il tuo sapore,
legandosi alla vita.