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L’Amore mi usa per scrivere lettere,
allora, un giorno, gli dissi:
“Amore mio, fammi scriverne una a me!”
dettami la lettera d’amore
all’Amore nel mio cuore…
…cosa mi faresti dirmi?
…come mi racconteresti?
“Ti inciderei leggera su fogli vivi,
di ali di falena e specchi d’acqua.
Userei come inchiostro
la bava di una lumaca smarrita
e la brina che si scioglie al sole.
Scriverei versi che volano via nel vento,
che si disperdono in un ruscello,
che profumano di fieno e humus.
Sarebbero lettere di fumoso incenso,
sigilli al lampo, fermo immagine della pioggia.
Sussurrerei di te, bellezza non vista,
carezza non sentita, voce senza suono.
Sarebbe un testo con tanti tasti,
bianchi, neri e arcobaleno,
tasti che potrebbero essere suonati
solamente dai petali di un fiore che sboccia,
dai raggi del sole che albeggia,
dall’inspiro dell’usignolo che gorgheggia.
Scriverei del non visto,
del non sentito,
del non capito.
Scriverei della forza delle piume,
di come riescono a cadere al suolo senza farsi male.
Scriverei della costanza delle sorgenti,
della loro incontenibile voglia di essere vive.
Scriverei dell’entusiasmo scintillante della notte,
di come dalle sue stelle piovano sogni e speranze,
di come nel suo buio trovino ristoro ombre e spettri.
Scriverei parole che nessuno leggerebbe,
scriverei colori non percepiti e profumi non odorati,
ma li scriverei nel cuore stesso della Vita,
splendenti, sfuggenti, presenti,
con una penna che è spada e rosa bianca.
Se dovessi questo e molto altro scriverei,
ma, se potessi, mi siederei in alto, oltre il cielo,
e, semplicemente, ti leggerei… ti vivrei…
ti respirerei solamente, ti amerei eternamente.”