Se avessi osato,
a scioglier le briglie del mio cavallo bianco,
il suolo avrei lasciato
in quel giorno lontano?
Domanda inutile e ancor
più triste, poiché la pioggia
affoga il cielo,
se questa insiste.
E allor, che senso ha chiedersi,
quando albeggia maggio,
se è vero il destin di un uomo,
che ora è di nuovo scalzo?
D’inverno la mia amica è una bambina,
funambola nel ciel tra la bufera.
Ogni inverno la mia amica è un’assassina,
che con pagliacci e principi intrattiene
compagnia.
D’estate, però, la mia amica mi prende
per mano.
Non si fa vedere, no, perché lei agli occhi
si rifiuta.
Ogni estate la mia amica è una leonessa,
che nelle notti folli ruggisce
muta.
Perciò non vedo il senso di tal trambusto.
Sono un seme della Luce, e della Luce
figlio.
È quasi estate, ho il piede scalzo, e nel suolo
colgo ora un giglio.
Poichè ora amo.
Ora spero.
Or respiro.
E nel bianco
supremo annego.
La mia amica è ancora una bambina,
l’inverno l’ha ferita in una notte scura,
ma al volger dell’estate,
quella notte,
non le fa più paura.
bellissima anche questa poesia!!