E fu quando dissi:
“Io non potrò esserlo mai”
ma non mi credetti
e non smisi di prepararmici
che iniziai a divenirlo.
E fu quando dissi
“Io non potrò comprenderlo mai”
ma non mi credetti
e non smisi di studiarlo
che iniziai a conoscerlo.
E fu quando dissi
“Io non riuscirò a crederci mai”
ma non mi credetti
e non smisi di sperarlo
che iniziai a non dubitarlo.
E fu quando dissi
“Io non ne sarò capace mai”
ma non mi credetti
e non smisi di provarci
che iniziai a riuscirci.
E fu quando dissi
“Io non lo meriterò mai”
ma non mi credetti
e non smisi di farmi degna
che iniziai ad accoglierlo.
E fu quando dissi
“Io non lo vivrò mai”
ma non mi credetti
e non smisi di morirci
che iniziai a nascerci.
E fu quando dissi
“Io non lo desidero più oramai…”
che mi credetti
e mi sedetti a riposare,
sfogliando tra le dita
il tesoro celato nel mio sorriso.
Riguardai con calma
le cartoline di un lungo viaggio,
annusai vecchi ricordi profumati,
accarezzai arabeschi
di sanate cicatrici.
Felice del mio viaggio.
Felice del mio traguardo
non raggiunto.
Smisi allora di guardarmi.
E mi vidi.
E mi amai.
E mi seppi.
E mi capii.
E mi trovai.
E mi svelai.
Che bella!! Hai proprio ragione 🙂
Complimenti, la trasformazione interiore come realizzazione. Mi è piaciuta tantissimo.
È molto bella, mi piace molto cone l’hai strutturata, non credere mai alla voce della nostra testa ma andare avanti! Solo un punto ho compreso poco, l’ultima parte in cui dici “felice del mio traguardo non raggiunto”. Spero che avrai modo di aiutarmi con l’interpretazione di questo punto! Grazie mille per averla condivisa!
cara Lincea, perdona se rispondo solo ora… siamo infiniti, come lo zero e come l’eterno… e soprattutto ci si accorge che non c’è nessuna gara, nessun traguardo. potresti paragonarlo al “non agire”. un abbraccio e grazie a tutti