Un halloween indimenticabile – Evan

É una giornata di sole così caldo che sembrava quasi che l’estate non volesse cedere il passo all’autunno, nonostante fossimo già ottobre inoltrato. Helen era affacciata alla finestra della sua camera da letto a godersi l’odore fresco di quella giornata: l’aria tipica dell’autunno misto a un tepore più intenso.

Lo squillo di un telefono rompe il silenzio di quel momento.

“Pronto?” Rispose Helen.

“Hey, buongiorno come stai? Era Alex, uno dei migliori amici di Helen, nonché di avventura.

“Stavo proprio pensando a te!” disse Helen entusiasta.

“Siamo telepatici allora!” rispose Alex con un sorriso.

Da qualche settimana Helen, Alex e Selena avevano programmato una serata di Halloween un po’ diversa dal solito.

“Mi raccomando, niente ripensamenti dell’ultimo minuto. Sarà una serata divertente!” disse Helen.

“Per quanto mi riguarda lo sai che puoi stare tranquilla…devi preoccuparti di qualcun altro piuttosto.” rispose Alex come uno che vuole discolparsi da qualcosa che non era nel suo modo di fare.

“Ok, allora a più tardi!” chiuse Helen.

Helen era un’appassionata della natura e di tutto ciò che offriva anche come rimedi medicinali. Tutti e tre tuttavia avevano la passione per il mistero e le leggende e sapevano che dietro ogni cosa non sempre c’era una spiegazione razionale, ragione per cui si erano interessati agli argomenti più vari sul paranormale. Eventi come Halloween era per loro un’occasione per sperimentare e scoprire  qualcosa di interessante, oltre che un po’ di avventura, e comunque per un motivo o un altro succedeva spesso qualcosa di inspiegabile.

Già era sceso il crepuscolo, quando si incontrano all’entrata di un bosco nei pressi di una strada passante appena fuori città, attrezzati di zaini e tutto l’occorrente che poteva servire per quella notte.

“Scusa ma a cosa ti serve un cava tappi? Non mi sembra abbiamo bottiglie con noi.” disse dubbiosa Helen ad Alex.

“Sì, ma mi piaceva come attrezzo. Si impugna bene e…non si sa mai incontriamo qualche male intenzionato in questo posto.” rispose Alex.

“Direi che sei molto rassicurante..” rispose Selena leggermente insicura. Lei era un tipo non molto coraggioso all’apparenza, ma nei momenti decisivi sapeva spingersi oltre le sue paure che nemmeno lei immaginava quanto.

Cominciano ad addentrarsi lungo il sentiero e subito trovano il posto adatto dove fermarsi e preparare il fuoco. Le ragazze sistemano un plaid mentre Alex si dedica al fuoco. La serata sembrava tranquilla mentre arrostivano qualche marshmallow e chiacchieravano.

“Per noi solo dolcetti questa notte!” disse Selena con la bocca piena.

“Attenta che troppi dolcetti possono farti lievitare.” rispose con tono di scherno Alex.

“A te piacerebbe se ti facessi lievitare io?” ribattè Selena.

“Non sei ancora capace di fare una cosa simile. Ci vuole molto allenamento per la telecinesi, lo sai.” disse Alex sicuro.

“Lo so, ma non si sa mai abbia la fortuna del principiante e su di te ho una forte motivazione!” rispose Selena con tono di sfida.

“A me faresti un favore, mi è sempre piaciuto volare!” disse Alex con tono divertito.

Alex adorava punzecchiare Selena e lei non si tirava indietro dove c’era di far calare la cresta a lui.

“Shh! Cos’è stato?” Helen interruppe il battibecco fra i due.

“Oh, oh eccoci che ci risiamo…” disse Selena impaurita.

“ Evvai! Non aspettavo altro!” rispose euforico Alex.

“Ma la vuoi smettere? Sembra che ci provi gusto a cacciarti nei guai!” lo rimproverò Selena.

“Guarda che io non sto facendo proprio niente questa volta.” si discolpò Alex.

“Allora si vede che li attiri tu!” rispose Selena con tono convinto.

“Dai che in fondo interessa anche a te il brivido e questo genere di cose.” disse Helen per far calmare le acque.

“Sì, ma non stasera nella notte delle streghe, non qui in questo bosco buio dove gli unici umani siamo noi! E poi io voglio cose serie non qualche omicidio di qualche killer fuori di testa.”rispose Selena esasperata.

Alex alza gli occhi in cielo e comincia ad ignorarla quando un suo urlo attira la sua attenzione. Una goccia d’acqua era scivolata dietro il suo collo e di lì a poco iniziò a piovere copiosamente.

“Svelte, ripariamoci sotto qualche albero, non penso durerà molto.”

Purtroppo stavolta la previsione di Alex non era esatta, anzi dopo un lampo e un tuono più forte, la pioggia aumentò sempre più e non sembrava intenzionata a smettere tanto presto.

“Dicevi?” rispose sarcastica Selena.

Alex fa il finto tonto ignorandola.

“Presto, cerchiamoci un riparo migliore.” disse Helen.

Non era sicura che avrebbero trovato un riparo migliore delle fronde degli alberi, quando dietro una radura si svela una casa antica abbastanza grande. Con una corsa si diressero nella sua direzione  dove la porta d’ingresso presentava una piccola tettoia sotto cui si ripararono.

“Però non possiamo stare qui fuori, dobbiamo entrare.” consigliò Helen.

Provarono a bussare ma non ebbero nessuna risposta, invece la porta si aprì lievemente appena bussarono più forte: sembrava proprio abbandonata. Entrarono senza fare troppi complimenti per ripararsi dalla pioggia scrosciante e chiusero la porta dietro di loro.

“Non mi ricordavo ci fosse una casa in questa zona.” disse Helen pensierosa.

I ragazzi prendono le torcie dallo zaino e cominciano a  curiosare un po’ in giro per vedere se trovavano qualcuno, ma dava proprio l’aria di essere disabitata. Si avvicinano verso una scala che porta ai piani superiori ma Selena sente del vento sfiorarle i capelli.

“Alex smettila, lo so che vuoi farmi paura!” disse Selena scocciata.

“Ma io non ho fatto niente…” rispose Alex non capendo a cosa si riferisse.

Selena non gli crede e va avanti per le scale. Arrivano al piano di sopra ma avvertono un senso di pesantezza allo stomaco e più andavano avanti più sentivano come se il loro peso fosse aumentato per tre volte. I loro passi si facevano sempre più pesanti e trovavano difficoltà anche ad alzare un braccio.

“Ma che succede? Mi sento come se avessi ingoiato un peso da una tonnellata.” disse Helen stranita.

“É vero, pure io!” confermò Selena.

“Sembra come se in questa parte del corridoio fosse aumentata la gravità tutto di botto. Sembra quasi di stare in un’altra dimensione, tutto questo non è normale…” riflettè Alex.

Con molto sforzo cercarono di arrivare in fondo al corridoio, sperando che diminuisse e al momento di svoltare l’angolo si sentirono immediatamente più leggeri. Era tornato tutto alla normalità, ma Selena non era più dietro di loro. La chiamarono ma non ebbero risposta, così decisero di tornare indietro e di nuovo la sensazione di pesantezza li invase. Passarono vicino a una porta dalla cui fessura c’era un lieve bagliore. Aprirono piano la porta e videro su un tavolino una candela e Selena che la osservava con uno sguardo perso.

“Selena? Selena!” la chiamò Alex allarmato.

Lei si ridestò e sembrò tornare in sé.

“Perchè gridi?” rispose Selena come se non capisse la sua reazione.

“Come perchè? Eri sparita e ti ritroviamo in questa stanza a fissare questa candela come ipnotizzata!” disse Alex preoccupato.

“Come mai sei entrata qui?” disse Helen curiosa.

“É come se qualcosa mi chiamasse, ma non ricordo esattamente cosa stessi facendo.”

Selena cercava di ricordare ma aveva solo confusione e l’immagine della fiamma di quella candela farsi sempre più calda.

“Forse cercavo di prendere la candela per avere una fonte di luce in più.” disse vacua Selena.

Alex era un po’ pensieroso, la strana sensazione provata in corridoio e l’atteggiamento strano di Selena non presagivano nulla di buono. C’era qualcosa di strano in quella casa.

“Avete sentito anche voi?” esordì Helen tutto a un tratto.

Si sentirono dei suoni cupi provenienti dai piani superiori, seguiti da strane melodie non ben definite. Questa casa adesso non sembrava più così abbandonata.

“Magari è un covo di persone non affidabili…forse è meglio se ce ne andiamo..” bisbigliò Helen.

“Sì, forse è meglio.” concordò Alex.

Nell’uscire da quella stanza un senso di disorientamento pervase i ragazzi, era come se per un attimo barcollassero e appena uscirono dalla porta la sensazione di pesantezza era svanita. Decisero di approfittarne per tornare indietro alla scala ma andando avanti non videro più nessuna scala, solo dopo un po’ che camminavano ne videro una ma che saliva solamente.

“E questo che significa? Non dovrebbe esserci anche una scala che scende?” disse sorpresa Selena.

“Forse abbiamo sbagliato lato e si trova dall’altra parte.” rispose Helen tranquilla.

Alex invece sembrava ammutolito e pensieroso, come se cercasse di ricordare la strada da cui erano venuti, ma non poteva esserci possibilità di errore, visto la poca strada che avevano percorso. Tuttavia per togliersi ogni dubbio tornarono indietro e percorsero il corridoio al contrario, ma spuntarono sempre alla stessa scala. Alex si accigliò e cercando di mantenere la calma incitò Helen e Selena a proseguire per la medesima.

“Non abbiamo scelta che salire. É come se ci venisse indicata la strada da percorrere da qualcuno…” disse sospettoso.

“Scusa cosa vorresti dire?? Non era disabitata?” Selena adesso sembrava preoccupata.

“Non proprio evidentemente.” rispose secco Alex.

“Ok! Comunque non c’è altra via, giusto? Quindi raccogliamo la sfida e stiamo con gli occhi aperti.” disse risoluta Helen.

Gli altri due la guardarono seri e senza dire una parola annuirono con il capo. Nessuna remore solo concentrazione e i sensi all’erta. Adesso dovevano fare appello a tutto il loro coraggio e a ciò che avevano imparato nelle loro ricerche e studi proteggendosi a vicenda da eventuali sorprese.

Salgono le scale uno dietro l’altro, stando attenti a dove poggiavano i piedi. Man mano che salivano, quei rumori andavano a intensificarsi ma non troppo come se ancora ci fosse molta strada da fare per raggiungerli.

“Ma perchè stiamo andando incontro a quei suoni? Non credo sia una buona idea..” disse giustamente Selena.

“Non abbiamo scelta comunque, la strada è solo questa.” rispose Helen.

Selena sembrava rassegnata, fece un respiro profondo e continuò a salire dietro Alex.

Ad un tratto Alex si blocca e Selena urta contro la sua schiena. Le scale sotto di loro cominciarono a scricchiolare e poi presero a distorcersi rendendo quasi impossibile restare in piedi.

“Correte!!”

Con uno scatto Alex cominciò a fare dei balzi in avanti per salire in fretta i gradini che rimanevano, con al seguito Selena ed Helen. Sembrava una giostra, le scale facevano su e giù con l’intento di farli cadere nel vuoto. Riuscirono ad arrivare al piano superiore indenni e con il cuore che batteva a mille.

“Non ho ben capito se stanno cercando di farci fuori o cosa?” ansimò Helen.

“Non ci avranno vivi!” esclamò Alex con un tono quasi teatrale. Dopo la sua risposta ci fu un attimo di silenzio e gli occhi delle ragazze adesso erano su di lui titubanti.

“Alex, ma cosa stai dicendo?? Ci vuoi morti, per caso?!?” disse Selena sconcertata.

“ Era una frase che ho sempre desiderato dire…eheh, ma è ovvio che non ci fanno paura!”  si riprese Alex.

Quell’attimo di sdrammatizzazione era servito per allentare un po’ la tensione, ma adesso un rumore come un rantolo echeggiava nel corridoio. I ragazzi tornarono concentrati e avanzando uno di fianco all’altro era come se volessero spazzare via quel senso di oppressione che quella voce volesse buttare addosso a loro per intimorirli. Non potevano più scendere, l’unica cosa che potevano fare era continuare ad andare avanti sperando di trovare una via che li portasse fuori di lì.

Cominciarono ad avanzare con aria sicura che niente li avrebbe potuti ostacolare e far paura, come se davanti a loro si fosse creato uno scudo che infrangesse ogni negatività e pesantezza. I suoni sembravano diventare più lontani e il rantolo più forte creando come una raffica di vento con lo scopo di spingerli indietro. I ragazzi si tenevano per mano e fecero in tempo ad entrare nella porta in fondo per ripararsi. Appena si voltarono, davanti a loro si parò un grande tavolo ovale illuminato da 7 candele, con attorno 7 figure incappucciate che erano chinate sul tavolo. I respiri dei ragazzi si bloccarono e le mani di Alex ed Helen si poggiarono sulla bocca di Selena contemporaneamente, mentre loro si tappavano ognuno la loro bocca. Sembrava che le figure incappucciate non li avessero né visti né sentiti, così scivolarono velocemente in un angolo della stanza senza fare rumore e togliendosi dalla loro vista.

“Ci è mancato poco!” disse Alex tirando un sospiro di sollievo.

“Secondo te cosa stanno facendo?” azzardò Helen.

“Forse qualche rituale o seduta spiritica o qualche complotto contro una società segreta!” disse Selena elettrizzata all’idea di essere testimone di una cosa importante.

“Non volare troppo di fantasia Selena, non credo ci saremmo potuti avvicinare così facilmente se in ballo c’erano cose importanti come una società segreta, non credi?” rispose con un insolito buon senso Alex.

“Piuttosto come faremo ad uscire di qui?” fece riflettere Helen.

Era un’ottima domanda a cui i ragazzi non ebbero il tempo di rispondere. Da un lato del tavolo videro colare un rivolo di un liquido rosso abbastanza denso e uno delle figure incappucciate posò un coltello sporco di quel liquido, che sembrava sangue, al bordo di esso. Quei suoni che avevano sentito nel corridoio intervallati da dei tamburi, ora erano in quella stanza. Tutto attorno era buio e non si riusciva a vedere nulla oltre quello che c’era davanti a loro, come ad esempio un particolare di un mobile o qualcosa appeso alle pareti; sembrava come se davanti a loro ci fosse uno squarcio di luce che lasciava intravedere solo determinate cose. Era come ritrovarsi in un sogno in cui hai la visuale più ridotta, non riuscendo a mettere bene a fuoco il resto della scena. Nella stanza adesso si sente un odore pungente di  qualche erba e una delle figure incappucciate si gira verso di loro: era quello che aveva posato il coltello fatto di sangue sul tavolo. Alex capisce che questa volta sono davvero in pericolo e cerca di tirarsi per un braccio una delle ragazze per andare via, ma sembra come se i loro movimenti fossero più pesanti.

“Forza, alzatevi!!” le spronava.

Dal canto loro le ragazze cercavano anch’esse di alzarsi ma si sentivano muoversi come a rallentatore nonostante ci mettessero tutta la forza per alzarsi più in fretta possibile. Cercavano anche di raccogliere un minimo di concentrazione per potersi proteggere in qualche modo ma sembrava inutile, c’era la nebbia nelle loro teste. Il pavimento comincia nuovamente ad oscillare e questa volta loro precipitano in un vuoto senza fine.

Che stava succedendo?? Dove erano finiti?

Arrivati sul fondo si svegliano terrorizzati, il fuoco davanti a loro era quasi spento. Aprono gli occhi ancora intontiti e si guardano intorno come per capire dove fossero. Le loro mani sono ancora chiusi nei loro polsi e quando li lasciano si guardano dubbiosi, aspettando che uno di loro dica per primo qualcosa.

“Ma siamo ancora qui…” esordì Alex.

“Allora è stato tutto un sogno!” disse Selena sorpresa.

“Volete dire che abbiamo vissuto la stessa esperienza??” rispose meravigliata Helen.

“Wow!!” esclamarono all’unisono.

Alex sembrava incredulo, si alzò cercando di ricordare ogni attimo prima di quell’avventura. Si mise a correre più avanti in direzione di dove fosse la casa e Selena ed Helen lo seguirono capendo il suo intento. Non c’era nulla oltre alberi e sterpaglia. Si spinsero ancora più avanti e riconobbero la siepe da cui avevano scoperto la casa. Avevano quasi timore di sapere di più, ma si presero coraggio e spostando i rami videro solo uno spiazzo con dei resti di mezze travi semi distrutte che facevano intendere ci fosse stata qualche costruzione lì tempo prima. Loro a questo punto non capirono esattamente cosa fosse successo, tornarono al loro fuoco ormai spento e stava cominciando a piovere con tuoni e fulmini. Questa volta decisero di uscire dal bosco e continuare la loro serata a casa di Helen, che sicuramente sarebbe stato più sicuro. Dopo alcuni giorni ancora non avevano ben chiaro se quello che avevano vissuto fosse stato un sogno condiviso o un’esperienza ancora più particolare. Magari quel luogo voleva comunicare qualcosa che si era svolto tempo fa in quella casa ormai diroccata e le voci che circolavano dicevano che nel bosco c’era stata tempo fa una casa dove accadevano eventi inspiegabili e che probabilmente fosse il posto dove si riuniva una setta per compiere sacrifici. A volte quando succede un evento forte o di violenza il luogo in questione ne rimane impresso delle sue memorie tanto che può succedere che si riesce a viverli in qualche modo, ma solo da qualcuno particolarmente sensibile a simili energie. Quello che era successo dava dell’incredibile e i ragazzi non sapevano dare una spiegazione precisa all’accaduto, sapevano solo che era stata un’esperienza fuori dalla realtà che si sarebbero ricordati negli anni. Solo il tempo e l’esperienza magari avrebbero chiarito ogni dubbio e magari fornito risposte più dettagliate su quanto accaduto.

 

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