CAPITOLO 9 – NUOVA GESTIONE
L’uomo con il carrello avanza lentamente lungo la corsia dei detersivi spostando lo sguardo da destra a sinistra.
“Ma dove li hanno messi?” mormora e prosegue fino alla diramazione con la corsia degli accessori per il bagno.
Da quando il Centro Commerciale Emiliano ha cambiato gestione ha l’impressione di non trovare mai quello che cerca. Non capisce perché conservi ancora quel nome se la proprietà è cambiata. Inoltre, non ha mai capito perché spostare le corsie e i prodotti dovrebbe dare l’idea di trovarsi in un posto diverso quando invece non lo è.
Lo trova inutile. Da quando è stato rapinato non è minimamente cambiato e lui può ben dirlo visto che si considera un cliente abituale. Tra l’altro, adesso non ci sono nemmeno più gli addetti alla sicurezza a scongiurare eventuali malintenzionati e su quello avrebbe da ridire. Per un poliziotto la sicurezza è fondamentale. Riprendere i vecchi agenti di sicurezza, quelli che ancora potevano farlo, era improbabile. Lui applica le leggi e quando si era dovuto occupare del caso, aveva scoperto che non c’era un solo addetto alla sicurezza che non avesse un precedente penale. Alcuni di loro addirittura anche gravi. Certo, avevano tutti pagato il proprio debito con la Giustizia, ma mettere uomini con il loro passato al servizio di sicurezza non era stata una buona idea. Indagando, aveva poi scoperto il motivo di quella singolarità. Il direttore era in combutta con un’Organizzazione che usava il suo Centro Commerciale per riciclare soldi rubati, depositandoli in un cavò la cui esistenza, aveva scoperto, era nota ai Servizi Segreti.
“Stronzi” borbotta mentre ritorna nella corsia dei detersivi.
Non aveva mai gradito che gli celassero informazioni utili per un caso con la scusa di un segreto di stato. Nei suoi anni di servizio gli era capitato poche volte, ma tutte erano servite a insabbiare indagini che lui aveva scrupolosamente portato avanti per poi vederle affossate da una banalissima telefonata. Il caso non è più tuo. Punto.
Per i Servizi Segreti, tenere sott’occhio un posto come il Centro Commerciale Emiliano e lasciare che la sua attività illegale proseguisse senza intoppi, significava stare all’erta per aspettare il momento propizio ad agire. Ma quando c’era stata la rapina nessuno se ne era accorto. Oppure avevano volutamente ignorato l’accaduto.
“Valli a capirei” dice ripensando alle sue indagini ancora in corso.
Quello che più non si spiega su quel caso è come si era arrivati subito al dissequestro del Centro nel giro di poche settimane. Il Giudice che si occupa delle indagini non ci aveva pensato due volte e fatti tutti i rilievi possibili, foto e il necessario per fare proseguire gli inquirenti, aveva dato il nulla osta per il prosieguo dell’attività commerciale.
“Non ha senso tenerlo chiuso” aveva risposto quando aveva avuto modo di chiederglielo.
“Un’altra manovra dei Servizi Segreti?” pensa afferrando del sapone liquido e riponendolo nel suo carrello.
È da un quarto d’ora circa che ha finito di fare la spesa e dirigendosi alle casse si era ricordato che la moglie gli aveva chiesto il detersivo per i piatti ed era dovuto tornare indietro. Le indagini in corso sulla rapina lo riportavano spesso a rimuginare i particolari di quella vicenda ogni volta che vi metteva piede. Un po’ non gli dispiace che sia stato dissequestrato e passato a nuova gestione, perché si trova a pochi chilometri da casa e sua moglie lo preferiva ad altri.
Vi trovava, diceva, il necessario senza sgomitare tra le corsie. Spesso gli commissionava piccole spese prima che tornasse a casa e a lui piaceva farle.
“Bah” fa accantonando i suoi pensieri e trovando infine ciò che cerca. Con la coda dell’occhio nota alla sua sinistra una ragazzina sollevarsi sulle punte dei piedi e afferrare un grosso contenitore dell’ultimo ritrovato per lavatrici.
È apparsa all’improvviso dal reparto degli accessori per il bagno, dal lato opposto, e se l’è ritrovata davanti.
“Ti serve aiuto?”.
“Sì, grazie, può prendere quello per me? Non ci arrivo” risponde lei con un sorriso.
Lui le porge il detersivo e la fissa bene. È una ragazzina esile di corporatura e molto carina nei lineamenti. Indossa un grazioso vestitino invernale senza giacca. All’interno del Centro Commerciale la temperatura è gradevole e probabilmente avrà lasciato la sua giacca nel carrello della madre, pensa. Si chiede quanti anni potesse avere e quanti piccoli cuori avesse già infranto con i suoi occhi furbi e chiari.
“Sei qui con la tua mamma?” domanda mentre la ragazzina ripone nel suo cestello il detersivo.
“No, con papà” risponde sempre sorridendo l’altra, “È nel reparto cosmetici”.
“Posso chiederti quanti anni hai?”.
“Perché lo vuole sapere?” chiede la ragazzina inarcando le ciglia con sospetto.
“Oh” fa lui sorridendo, “Non fraintendermi. Sono un poliziotto e se vedo una ragazzina che gira sola in un Centro Commerciale mi preoccupo”.
“Lei non sembra affatto un poliziotto”.
“Ah” commenta spiazzato l’altro, ma non ha il tempo di ribattere perché la ragazzina lo congeda con freddezza.
“Devo andare” dice, “Mio padre mi aspetta. La ringrazio ancora per avermi aiutato” e voltandosi va via.
L’uomo la guarda allontanarsi e si chiede chi potesse essere suo padre. Un po’ ci è rimasto male per come è stato trattato, ma in fondo la capisce e sa che se fosse sua figlia, le avrebbe detto di comportarsi allo stesso modo con un estraneo. Mette una mano in tasca e tira fuori il portafoglio dove ci sono il distintivo e i suoi documenti.
“Ispettore Franchi” legge sorridendo, “Forse ha ragione lei” dice osservando la sua foto, “Non sembri un poliziotto”.
Con tutto quello che si sente di quei tempi è normale che non ci si fidasse più di nessuno.
Non ci si doveva fidare.
– FINE –
Raffaele Scotti
Grazie per aver pubblicato qui il tuo racconto, penso che altrimenti non l’avrei mai letto perchè non è un genere che mi attira di solito, ma questa storia mi ha appassionata e divertita molto. Mi dispiace un po’ che sia finita, ma ora posso iniziare l’altro romanzo che stai scrivendo! 😉
Grazie a te in particolare che mi hai dato modo di commentare per capitoli la storia descrivendone nei dettagli le motivazioni e gli spunti che l’hanno fatta nascere e crescere. E grazie, ovviamente, al sito che mette a disposizione i suoi spazi per GENTE COME NOI…:)…Mi auguro che la prossima possa suscitare lo stesso entusiasmo…magari ANCHE in qualche altro lettore…;)….
ps
Come nel precedente capitolo/commento…:)…