CAPITOLO 17 – LE SEI PUPILLE
<<Prima che entriate devo spiegarvi alcune cose>> disse Idan davanti alla casa della Signora Sight ai due col corpo di legno. Oltre a loro c’erano Moon e Dennen. Il gruppo era circondato da palazzi altissimi e colorati ma, tra essi, c’era una piccola costruzione che stonava come il sale in una torta. Questa era l’abitazione della signora Sight ed era molto piccola e molto vecchia. Era fatta interamente da legno e aveva solo un piano. Sul davanti era pieno di vasi di fiori colorati. Alcuni erano sgargianti come le stelle, altri avevano petali a forma di persone, altri ancora avevano il gambo ricoperto da petali e un piccolo frutto all’estremità. Nonostante la grande quantità, le piante non riuscivano a nascondere completamente dietro di esse il legno vecchio e marcio che sosteneva la piccola abitazione. Dietro alla casa saliva un albero altissimo che andava addirittura sopra alle strutture circostanti, ma, dato il piccolo spazio disponibile limitato dalle mura dei palazzi vicini, il povero albero aveva i rami tagliati per essere tenuti corti e una chioma molto fitta.
<<La Signora Sight si chiamerebbe Sigherlorofogimenvollia, quindi immagino capiate perché la chiamino tutti come la chiamano. Quando entrerete, cercate di non fare la faccia troppo sbalordita o cose del genere. Non fissatela troppo anche se ha un aspetto così vecchio che ricorda più un frutto marcio e appassito che una persona. Inoltre è stranamente alta per le protesi che ha alle gambe. In poche parole, non fate gli stronzi e tutto andrà bene>>
<<Quanto vecchia è esattamente?>> chiese Seen interessato.
<<Nessuno lo sa. Almeno qualche secolo, questo è sicuro. I suoi figli, i suoi nipoti ed i suoi pronipoti sono tutti morti di vecchiaia e i discendenti rimasti non vengono più a trovarla da anni. Solo io e mia madre andiamo ad assicurarci che stia bene ogni tanto. A parte noi, ci sono solo i suoi gatti a farle compagnia>>
<<E come fa ad essere così tanto vecchia?>>
<<C’è chi dice che era nata già vecchia, piena di rughe e di dolori alla schiena, e che in seguito non fosse più invecchiata in quanto non era mai stata giovane>>
Idan si voltò a guardare gli altri dando loro un’occhiata di avvertimento. “Se fanno o dicono qualche cazzata offensiva li farò pentire di averlo fatto” pensò.
Bussò alla porta con violenza per fare in modo di farsi sentire dalla proprietaria ma non venne ad aprirle nessuno. Bussò di nuovo ancora più forte ma non successe ancora nulla. “Che sia morta?” si chiese la strega. Strinse la mano in un forte pugno e lo fece sbattere più forte che poteva verso la porta di legno urlando <<Signora Sight!>>
Poco dopo si sentirono degli scricchioli delle assi di legno del pavimento, si udirono i rumori dei lucchetti che venivano sbloccati e poi videro la porta aprirsi molto lentamente. Il tutto durò almeno un minuto.
<<Salve tesori! Accomodatevi pure, su!>> disse la signora accogliente vedendo Idan e i suoi amici.
Ci voleva coraggio per descrivere quanto vecchia fosse la signora che venne ad aprire loro la porta. L’aggettivo giurassico sembrava addirgliele come un complimento. In testa aveva pochissimi capelli fini fini e impalliditi, la sua faccia era rugosa come il collo di una tartaruga, le sue guance erano così flosce che se avesse avuto la forza di scuotere la testa sarebbe riuscita ad applaudire senza aver bisogno delle mani, i suoi occhi erano quasi chiusi e sembravano stanchi, la sua bocca aveva il labbro inferiore tremendamente sporgente mentre quello superiore si vedeva a malapena e all’orecchio teneva un piccolo fiorellino rosa, unica cosa di lei che apparteneva al periodo in cui viveva. Stava indossando un vestito bianco e azzurro e un paio di pantofole a forma di gatto. Aveva delle gambe tremendamente lunghe e fatte di legno e la rendevano così alta che per muoversi doveva tenerle piegate e muoversi come un granchio.
La sua casa era altrettanto peculiare. Era formata da solo due stanze: una grande con una minuscola cucina e un grande soggiorno con una poltrona che si allungava facendo da letto e una per il bagno. Il tutto era ricoperto da uno strato di lana lavorato con gli uncinetti. Tutto il soffitto, tutto il pavimento, tutto l’arredamento, tutto eccetto che per i soprammobili e altri utensili era ricoperto da uno strato soffice e di colore rosa decorato con fantasie rosse, ed era tutto pulitissimo senza nemmeno una macchia. L’odore che si sentiva nell’abitazione era quello del cotone e del legno vecchio nascosto sotto.
<<Forza, sedetevi. Intanto vado a prendervi dei biscottini>> mentre la Signora Sight andava a prendere da mangiare, 5 gatti le rimanevano vicinissime ai piedi seguendo ogni suo movimento. Il loro aspetto era vario, 2 erano rosa con il pelo lunghissimo, uno aveva il pelo rosso come un pomodoro e solo un occhio, il quarto era completamente nero e si potevano vedere alcune stelle nel suo manto e sul piede una parte di una nebulosa, e l’ultimo aveva un aspetto piuttosto comune ma si comportava come un cane scodinzolando e tenendo fuori la lingua. Con i loro piccoli passi seguivano quelli lunghi e lenti della loro padrona.
<<Ecco tesori. Servitevi>> disse l’anziana porgendo un piatto con dei biscotti di forma felina agli ospiti.
<<Oh! sono le tre! Devo cambiare i miei micini>> esclamò quindi la donna secolare.
La signora appoggiò il vassoio e andò a prendere cinque grandi vasi di vetro che erano tenuti dentro un armadio con più piani su cui poggiavano altri vasi. Li poggiò per terra e chiamò uno ad uno i suoi animaletti, e questi andarono ciascuno ad infilarsi dentro un vaso. Una volta entrati, i vasi venivano chiusi col coperchio e messi nell’armadio. Una volta sistemati, l’anziana prese altri cinque contenitori diversi. Nel frattempo i gatti si erano sciolti all’interno dei vasi lasciando un fluido dello stesso colore del loro manto.
<<Gatti fusi>> spiegò Idan <<Siccome ha tanti gatti e non vuole avere nuovi gattini, è costretta a rinchiuderli dentro quei barattoli e a scambiare i mostriciattoli man mano che passano le ore per riuscire a controllarli tutti. Quando entrano nei loro contenitori diventano liquidi ed è come se dormissero o venissero ibernati. Così La signora Sight riesce a tenerli tutti sott’occhio senza sforzarsi e senza che loro vadano a prolificare. Credo che ne abbia una ventina, povera gattara!>>
Nel frattempo la giurassica prese in mano un altro vaso e aprendolo lasciò cadere il suo contenuto per terra. Ciò che scendeva ai suoi piedi di legno, però, non era né un fluido né un gatto, ma della polvere che poco prima di toccare terra si fermava in aria formando una strana forma. Più quella polvere cadeva più cominciava a distinguersi la sagoma di un gatto, e, quando il vaso fu svuotato del tutto, la creatura aveva ripreso il suo solito aspetto felino e si mise a rotolare per terra, lasciando che al suo corpo si aggiungessero gli ultimi granelli di polvere rimasti. Questo gatto era senza pelo e di colore azzurro.
Dopo aver liberato gli altri quattro, la signora tornò dai suoi ospiti. Seen allungò il braccio per prendere un biscotto mostrando le sue mani di legno, e fu immediatamente notato dalla Signora Sight.
<<Vedo che hai anche tu una protesi, e anche che è lavorata molto bene. Scommetto che te l’ha fatta l’Artigiano. Anche le mie gambe, sai? Me le ha fatte proprio lui. Era successo molto tempo fa, prima che morisse la sua povera famigliola in quel terribile incendio e che iniziasse a farsi pagare con ricordi. Che disgrazia che fu quella! Oh che terribile, terribile disgrazia! Sfortunatamente io non avevo abbastanza denaro per pagarlo quindi lo ricompensai con un maglione e lui mi diede in cambio le gambe più economiche che aveva. Quando me le diede finalmente riuscii a camminare di nuovo. Sapeste che gioia che avevo quando sono riuscita a rimettermi in piedi! Quanti ricordi, quanti ricordi, quaaaanti ricordi…>>
Mentre parlava la sua testa si inclinava leggermente a sinistra e l’anziana andava assopendosi. Se Idan non avesse tossito sonoramente si sarebbe addirittura addormentata.
<<Ci serve la tua vista Signora Sight>> disse.
La gracile vecchia alzò la testa per guardarla e sorrise <<Cosa vuoi vedere piccolina?>>
<<Vorremmo vedere come se la passa Erien Millow, la principessa del Regno di Rendia>>
<<Oh! Ti interessi ancora di Rendia vedo. Sappi che mi fa sempre piacere darti una mano. Sempre molto piacere>>
Il gruppo aspettò che la signora facesse qualcosa ma, dopo qualche secondo, ancora non era accaduto nulla.
<<Signora Sight!>> la chiamò Idan
<<Oh scusa piccola, stavo pensando a quanto carina eri da bambina. Avevi delle guanciotte così dolci!>>
Abbandonato il passato, la signora Sight decise di concentrarsi sul presente quindi mise dritto il collo curvo, spalancò gli occhi fino a farli quasi uscire dalle orbite, e le sue guance cominciarono a tremolare. Le quattro linee di rughe più marcate che aveva sul suo viso cominciarono ad aprirsi rivelando altri quattro bulbi oculari e facendo un totale di sei. Ne aveva due all’altezza del naso e altri due poco sopra l’altezza della bocca, tutti e sei sotto le grigie sopracciglia. Le sei pupille cominciarono a muoversi velocemente fissando sei punti diversi della stanza che continuavano a cambiare, come delle mosche ronzanti intrappolate dentro delle sfere bianche. Idan l’aveva vista fare questo molte volte. “Scommetto che ‘sta vecchietta si diverte un sacco a fissare tutto quello che vuole senza neanche alzarsi” Pensò mentre guardava gli sguardi roteare velocemente. “ Chissà quanti culi avrà spiato quando ancora aveva l’età per certe cose.” Ricordava ancora vivamente quando era una giovane adolescente e ogni volta che faceva di nascosto qualcosa di sbagliato lei lo vedeva e andava subito a dirlo a sua madre. Bastava che bevesse qualche bevanda alcolica, un piccolo bacio ad una sconosciuta o un’insulsa rissa in un bar, e lei lo avrebbe visto. Non riusciva mai a badare agli affari suoi, e, come se non bastasse, non riusciva neanche a tenere la bocca chiusa. Poco le importava di ciò che pensavano la signora Sight e le sue amiche anziane di lei, ma quando Melfox le vietava di uscire di casa la sera, ricorda che si prometteva sempre che si sarebbe incazzata di brutto con la decrepita appena l’avrebbe vista e la avrebbe mostrato cosa succede ad infastidire Idan Rowling. Ma, per qualche strana ragione, quando la vedeva non riusciva mai a dirle qualcosa di cattivo. Forse trovava tenere tutte quelle rughe ammassate come granelli di sabbia in riva al mare, oppure quei ciuffetti di pelo che si azzardava a chiamare capelli. Idan tornò a mangiare quei biscotti allo zenzero prendendosene molto più del dovuto, “Almeno potrò vendicarmi scroccandole biscotti” pensò, e si mise ad ammirare l’orologio e la gara della sue lente lancette cominciando ad aspettare che il viaggio visivo della Signora Sight finisse.
Sotto il suo sguardo stavano scorrendo velocemente tutti i tetti della città azzurra mentre lei avanzava velocemente. Giunta al porto cominciò a volare scattante sopra al mare e dopo poco era già giunta alla costa del Regno di Rendia. Quando viaggiava con la sua vista, la signora Sight riusciva sempre a sentirsi di nuovo giovane, anche se dopo si sentiva così stanca da non riuscire ad usare più la magia dei suoi occhi per giorni. Con le sue pupille la donna anziana era in grado di riuscire a vedere tutto quello che voleva, come se stesse controllando quelle di una agile drago, e, concentrandosi un po’ di più, poteva anche ascoltare i suoni e annusare gli odori attorno a lei. Era proprio in questo modo che la signora stava sorvolando i verdi alberi del bosco fino a raggiungere le mura del Gran castello di Rendia. Ora la sua vista si divise in sei cominciando a vedere sei punti diversi per riuscire a trovare la principessa Erien. Conosceva già il suo aspetto perché ovviamente non era la prima volta che andava a vedere cosa succedeva nelle terre degli umani, anche se spesso si limitava ad origliare ciò che dicevano i servi della famiglia reale. A volte nei loro gossip riusciva a sentire fatti molto piccanti sui nobili dei regni. Quasi sempre sentiva parlare di Simon Engarion, il ragazzo che sembrava tutte e tutti volessero sposare. Il castello non era cambiato di una virgola dall’ultima volta che lo aveva perlustrato. I lunghi corridoi fatti dagli enormi blocchi di pietra erano decorati con sempre gli stessi quadri raffiguranti la dinastia dei Millow, paesaggi o scene del libro della Sferita. I corridoi sembravano essere tutti uguali ed era difficile non perdersi con i sei sguardi magici da controllare.
Era già da un po’ che la signora Sight stava osservando le stanze del castello, ma non era ancora riuscita a trovare la principessa. Anche il re Pyrus Millow sembrava essere stranamente assente. Indecisa sul da farsi, la giurassica provò ad ascoltare ciò che stavano dicendo due donne delle pulizie mentre stavano spolverando pigramente lo stesso comodino in due.
<<Concordo pienamente, sono sicurissima che tra il conte Madco e Lady Adex ci sia qualcosa. Chissà cosa farà ser Dason quando verrà a sapere. Ma parlando di amori appena sbocciati, è già da ben 2 notti che la principessa è via>> disse quella un po’ grassoccia e con i capelli castani.
<<Già. Direi che ora le cose si stanno facendo piuttosto serie. Quanto la invidio!>> disse l’altra donna dai capelli arancioni.
<<Non dirlo a me! Quanto vorrei poter passare anche solo un’ora in compagnia di Simon!>>
Entrambe si lasciarono sfuggire un respiro innamorato mentre pensavano all’uomo perfetto dei loro sogni.
<<Ho sentito che anche ieri ha adottato un altro figlio. Ha davvero un cuore d’oro!>> disse la prima.
Una volta capito dove si trovava la principessa, lo sguardo della Signora Sight uscì dal castello e volò attraverso tutto il regno di Rendia e di Roundigham fino a raggiungere il castello degli Engarion. Sotto di lei scorsero numerose abitazioni, vastissimi boschi e tanti animali indaffarati nel cercare di mangiare o di non essere mangiati. Tra tutti i soggetti la signora osservò ce ne furono due che catturarono particolarmente i soggetti. “Ma tu guarda quanto bizzarro!”, pensò la veterana vedendoli, “ Quell’orso sta davvero raccontando una barzelletta a quel fanciullo! Meglio che mi affretti a trovare Erien però”.
Dopo aver abbandonato Jack e l’orso parlante, la signora Sight giunse velocemente alla capitale di Roundigham. La strega aveva sempre trovato tutte le figure tonde del posto decisamente strane, quasi disturbanti da quanto numerose. Anche i vestiti dei cittadini erano spesso di cattivo gusto a causa della forma scomoda volevano indossare a tutti i costi. Guardandosi attorno riuscì facilmente a trovare la fortezza degli Engarion e quindi vi si diresse velocemente. Non dovette cercarla troppo perché riuscì subito a trovare Erien nel giardino degli Engarion sotto un salice piangente azzurro e viola appoggiata su un grande sasso e con Simon seduto vicino a lei che le stava parlando.
Il magnifico principe aveva uno sguardo felice e acceso mentre lei ne aveva uno triste e abbassato, come se ascoltare la dolce voce di Simon fosse come ascoltare quella di un giudice che stava condannandola a morte.
<<Lo sai che non si poteva evitare, soprattutto adesso che mio padre si è dimesso. Non ti tirerai indietro vero?>> stava dicendo lo stupendo ragazzo.
Erien stava fissando il vuoto senza dare risposta alla sua domanda. Per quanto se lo fosse aspettato, non era ancora riuscita a capacitarsi molto della cosa.
<<Lo prenderò per un sì. Ovviamente lo faremo nella cattedrale di Roundigham e riceverai dei bellissimi vestiti roundighiani. Sarà una giornata bellissima, piena di persone felici, cibo e regali. Quando sarai vecchia e ripenserai a domani, sono sicuro che ti si stamperà un sorriso sulle labbra>>
Ora la ragazza sorrise guardandolo, per quanto era triste e voleva stare sola voleva fargli capire che sarebbe stata al suo fianco.
<<Be? Dì qualcosa anche tu, Erien. Sta cominciarmi a mancare il suono della tua bellissima voce>>
<<Vedrò anche mio padre?>> chiese lei.
Simon ci mise un po’ a rispondere <<Certo Erien, vedrai tutti quelli che vuoi e ovviamente anche tuo padre. Questo vuol dire che dirai di sì, vero? Lo sai che se l’uomo o la donna rispondono di no alla fatidica domanda la cerimonia non si potrà più fare. Voglio essere sicurissimo che non commetterai sbagli di cui potresti pentirtene. Tutto questo per il tuo bene ovviamente>>
<<Certo, domani allo scoccare delle otto, l’unica cifra a contenere due cerchi, io e te ci sposeremo e passeremo il resto della nostra vita assieme, finche… finche morte non ci separi>>
<<Questa è la Erien che amo!>> disse Simon mentre si alzava. Quindi, le diede un bacio sulla guancia e si allontanò.
“Si sta per sposare con Simon Engarion!” disse tra sé e sé Sight “E il matrimonio si terrà domani. Oh che bella notizia! Oh che bella, bella notizia”. La vecchia atava per ritornare con i suoi sensi a dove si trovava il suo corpo se non fosse che la principessa cominciò a parlare con qualcuno.
<<Mi sposerò>> diceva Millow <<Mi sposerò con Simon Engarion e probabilmente dovrò avere anche un figlio con lui>>
L’anziana si aspettava che la giovane avrebbe espresso tutta la sua gioia con un bel sorriso ma invece cominciarono a scendere lentamente delle grandi lacrime dai suoi occhi.
<<Mi sento la guancia ancora sporca della sua saliva e quel che è peggio è che domani dovrò baciarlo di nuovo>> Stavolta parlava con rabbia e non con angoscia.
Per quanto gli occhi della signora Sight fossero abili, non riuscirono a vedere Seen avvicinarsi alla ragazza e poggiarle la mano sulla spalla, e le sue orecchie non furono in grado di sentirlo dire <<Tranquilla Erien, quanto potrà essere difficile sposarsi e vivere nel lusso degli Engarion? L’unica cosa di cui dovrai preoccuparti sarà di impedire che torturi altri ragazzi, o a parole o a lame. Il peggio ormai è passato>>
<<Cosa ti assicura che il peggio sia passato? Cosa ti assicura che riuscirò a fermarlo? Cosa ti assicura che lui vorrà addirittura tenermi in vita dopo che avrà ottenuto il regno di Rendia? Tu ed io sappiamo che sarebbe in grado di farlo>>
Erien strinse fortemente i pugni mentre cercava di fermare le lacrime. Era terribilmente stanca di piangere, di sentirsi così impotente, di sentirsi così in pericolo. Fino a poche settimane fa era tra le braccia dell’ormai morto Seen, e adesso stava addirittura per sposarsi con il Simon Engarion, la persona che doveva temere di più al mondo. E il brutto era che non c’era nulla che Erien potesse fare a riguardo. Probabilmente, se anche si fosse rifiutata di dare il suo consenso all’unione, il futuro imperatore l’avrebbe costretta a farlo con la tortura o con il lavaggio del cervello e corrompendo il sacerdote. Il magnifico Simon Engarion non si sarebbe fermato di fronte a niente pur di avere più potere.
<<Sono così debole, non c’è nulla che posso fare adesso per migliorare le cose. Non c’è nulla che potrò fare per tutti quei ragazzi che Simon ha maltrattato e sfruttato, per tutti quelli che ha ucciso>> Guardò dritto negli occhi del suo compagno immaginario e finì per fissare i sei vecchi occhi magici che non riusciva a vedere <<Mi manchi Seen, quanto vorrei che tu fossi qui al mio fianco per davvero. Ho così tanto bisogno di te>>
A quel punto la signora Sight sentiva di aver visto abbastanza. Ora c’era solo una cosa da fare, andare a salvare quella povera fanciulla in difficoltà.
Ancora più velocemente di prima, lo sguardo della giurassica ritornarono a guardare ciò che era normale poter guardare. Appena riuscì a vedere perfettamente la stanza rosa intorno a lei si alzò di fretta con le sue gambe lunghe sfacendo quasi cadere il tavolo per stringere le spalle di Idan e guardarla dritto nei suoi occhi da vicino con i suoi sei spalancati. <<Idan! Non so perché volevi avere notizie di Erien Millow, ma una cosa è certa dobbiamo andare da lei e aiutarla immediatamente! Immediatamente dico!>>
Dopo che la signora Sight ebbe raccontato loro tutta la storia, aveva messo nei volti dei suoi ospiti cinque espressioni diverse. Seen ne aveva una preoccupata, Idan arrabbiata, Moon stava guardando titubante la reazione della sua fidanzata, Raymond aveva un sopracciglio alzato e un minuscolo mezzo-sorriso, Dennen aveva un’aria pensierosa mentre già pensava ad un modo per risolvere la situazione. Aspettando che dicessero qualcosa, la signora Sight stava osservava tutte le loro reazioni contemporaneamente.
Il primo a parlare fu Seen <<Dobbiamo andare da lei, ti prego Idan. Lo so che hai già fatto tanto per me, ma ti assicuro che dopo questo favore non ti chiederò più nient’altro>>
Ora anche Idan aveva preso un’aria pensosa <<Lo so, lo so. Ma non è così semplice. Merda… Potremmo arrivare alle coste del regno di Vollinsense e poi incamminarci per Roundigham ma ci metteremmo sicuramente troppo tempo, anche se avessimo dei cavalli o delle scope. Per non parlare del fatto che io e te dovremmo essere morti e che quindi per entrare in città troveremmo probabilmente delle complicazioni. Inoltre sono sicura che al matrimonio avrà invitato molti ospiti con tutte le loro guardie personali. Non è affatto semplice. Merda!>>
Seen continuava a guardarla come se fissandola sarebbe riuscito a ricavare una risposta positiva. Finora era sempre stata lei la guida del gruppo. Li aveva portati in giro, dava spiegazioni sulla città Azzurra e i sui suoi originali abitanti, lo teneva in mano quando non aveva un corpo che potesse sorreggerlo, gliene diede addirittura uno nuovo, ma soprattutto gli aveva dato la vita. Idan era un po’ come la mamma che non aveva mai avuto, si rese conto Seen, ma adesso lei era muta e non riusciva a trovare una soluzione a quel problema. Il ragazzo si era deciso ad andare a salvare Erien anche se avesse dovuto perdere la testa una seconda volta ma doveva sapere come ed era sicuro che non sarebbe stato lui a trovare una risposta.
Tutti erano tesi per riuscire a capire come salvare la principessa e ad un certo punto Dennen raddrizzò la schiena e fece un sorriso.
<<Veramente ci sarebbe un modo per arrivare alla cattedrale senza dover entrare attraverso le mura e affrontare tutte le guardie che incontreremmo in città e che ci faccia arrivare anche in tempo>> Tutti si voltarono a guardare l’elfo e la sua aria tranquilla di chi ha appena trovato una soluzione ad un rompicapo complesso.
<<Però non sarà certo facile, dovremo impegnarci tutti e non è neanche detto che ce la faremo. Ma se tutto->>
<<Porca merda Dennen! Se non ci dici immediatamente come cazzo facciamo ad andarci, giuro che ti strappo quelle tue maledette orecchie a punta e te le faccio mangiare!>> Disse inferocita Idan.
L’elfo sorrise e disse solo tre parole, tre parole che resero confusi i due umani e il cuore in pace alle tre streghe.
<<Useremo una mongolfiera!>>
Thomas Belvedere
Che sollievo sapere che ora almeno sanno in che situazione è la principessa!