Cronache di Mirko: Diverse Opinioni (Cap. 5)

CAPITOLO 5 – DIVERSE OPINIONI

Ci sono dei bizzarri momenti in cui guardandomi allo specchio mi chiedo se quella persona riflessa sono veramente io. Ricordo che anche da bambino mi ponevo la stessa domanda e a volte restavo incantato a fissare le mie mani, le stringevo, le aprivo e osservavo le dita. Le trovavo buffe. Credo di non aver mai capito perché, dopotutto perché dovevo trovarle buffe? Non ho mai trovato una risposta a questa domanda.

<<I cani non si riconoscono allo specchio, forse sei come loro>> disse una volta Andrea, il mio migliore amico, prima che lo strangolassi. Ogni tanto ci ripensiamo e ridiamo. A volte è confortante rivivere il passato assieme ai tuoi amici, riassapori quelle emozioni e non c’è nulla di incerto. Forse è per questo che molte persone vivono nel passato, perché è sicuro, certo, concluso. Un po’ come i bambini che vogliono che gli racconti di nuovo la stessa favola, la conoscono già e sanno che gli piace, è una garanzia. Forse noi adulti non siamo così differenti, semplicemente cerchiamo altri tipi di certezze. L’insicurezza è una brutta piaga che non ci fa vivere con serenità, ci semina dubbi in tutto ciò che facciamo, in quello che siamo, nei rapporti che viviamo. Se alimentata distrugge tutto quello che incontra, perché l’insicurezza nasce dalla paura.

Passiamo la maggior parte del nostro tempo a preoccuparci di cose che di fatto non accadranno mai, la paura ci limita in tutto, ci impedisce di esprimerci, di emergere, di fare carriera, di costruire legami sentimentali profondi e di fare qualsiasi cosa che sia estranea dalla solita routine “sicura”, la nostra “comfort zone”.

Io e Andrea passiamo intere serate a parlare di queste cose, lui è l’unico che possa capirmi davvero, gli altri miei amici fanno facce perplesse o spaventate quando provo ad accennare a questi temi. Riflettere spaventa molte persone, è dura confrontarsi con la realtà, specialmente quando è amara, quando ti fa capire che non ti stai impegnando per ottenere quello che vuoi, che vivi in una gabbia per paura di fare un passo falso, che metti la testa sotto la sabbia per non vedere che il mondo intorno a te sta crollando. Perché hai paura… paura di fallire.

Amo parlarne con lui perché le nostre visioni sono sempre molto differenti e per questo in qualche modo si completano, i nostri punti di vista offrono all’altro un quadro più completo, più ampio.

Qua in periferia la luce artificiale non disturba la vista del cielo e il firmamento è pieno di stelle altrimenti impossibili da vedere in città, un po’ come le riflessioni infangate dal chiacchiericcio mentale. Anche il mio pensiero è più pulito, questa sera. Forse è merito della meditazione che ho fatto prima con Caterina.

<<Il pessimismo svela la realtà per quello che è, dissolve le illusioni che invece l’ottimista non vuole vedere: i rapporti malati, la corruzione, la falsità e gli inganni di cui è intessuto il mondo. Mette in mostra la caducità di tutte le cose…>> dice Andrea, stiracchiandosi sul sedile. Non mi guarda mai negli occhi quando riflette, fissa invece punti a caso: le sue dita, il cruscotto, il cancello di casa sua… ma non li guarda veramente. Ho sempre avuto molto rispetto per il suo modo di pensare, dopotutto è vero, la sua visione è utile in alcuni contesti, purché non ti trascini nella depressione, e su questo sono sempre stato irremovibile.

<<Io sono realista e ottimista. Vedo le cose per quello che sono, senza fingere che le cose negative non ci siano, ma allo stesso tempo nutro la fiducia che tutto si possa cambiare. Credo nel potere della trasformazione. Vedo il prana che riempie il mondo, la sua luce che dà speranza, vedo l’amore dei genitori verso i figli. Nel mondo ci sono anche rispetto, compassione e bontà. Spesso sono oscurate dalle azioni negative che, come si sa, pesano sempre di più, però esistono! C’è speranza, si può lavorare su questa fiammella. Nutro la speranza perché ho visto l’energia e ciò che essa è in grado di fare!>>

Alle sue orecchie io sono spesso un fanatico ma a darmi questa certezza sono stati i miei occhi e non una convinzione personale, ho visto la luce che permea il cosmo, ho visto come essa interagisce con le persone, come essa possa compiere miracoli e trasformare tutto ciò che tocca.

Andrea mi guarda con molto scetticismo, c’è qualcosa che gli impedisce di vedere dalla mia angolazione, eppure è così semplice! Ho provato a spiegargli come si fa ma improvvisamente e senza motivo diventa scontroso e non ne vuole sapere. Un po’ come mia cugina, dice sempre che le piacerebbe prendere l’aereo e fare una vacanza lontano ma appena le propongo di guardare le ultime offerte subito cambia idea e dice che non ne ha voglia… chissà, forse esiste qualcosa che ci impedisce di realizzare noi stessi, come un meccanismo che si attiva e che devi superare per ottenere ciò che vuoi. Forse Cat me ne ha parlato ieri…

<<Va tutto bene? Perché non mi rispondi?>>. Gli occhi di Andrea sono fissi sui miei, neri e profondi come il cielo notturno che ci sovrasta. Le punte dei capelli li sfiorano leggermente su un lato del viso. Osservandolo vedo un alone di luce circondargli il volto, bianco e vaporoso. Il primo strato della sua aura.

<<Non ho sentito…>>. Ero talmente nei miei pensieri che non mi sono nemmeno accorto che mi stava parlando, proprio mentre stavo avendo una riflessione importante su… su cosa? Non me lo ricordo più…

Andrea sbuffa, non gli piace ripetere le cose. <<Guarda quella siepe, dimmi cosa vedi>>.

Sono incerto, non so cosa rispondere. Sono certo che prima mi sia venuto in mente qualcosa che non vorrei dimenticare ma non ricordo più di cosa si tratta, forse…

<<Tu cosa vedi?>> gli chiedo io, per temporeggiare.

Se c’è una cosa che Andrea non sopporta è quando qualcuno gli risponde ad una domanda con un’altra domanda. La sua logica pragmatica prevede domande e risposte, come se tutto fosse un quiz.

Si arrende, mentre io cerco di recuperare quel pensiero, quell’intuizione. <<Vedo la fragilità della vita, vedo le foglie che cadono>>. Quando pensa intensamente, l’alone bianco che lo circonda diventa celeste. Ne rimango sorpreso.

<<Io invece vedo la vita>> rispondo io con tutta franchezza, <<vedo le foglie verdi e brillanti, la vita che permea la pianta, gli insetti che brulicano, la terra da cui traggono nutrimento…>>

<<Non è la realtà quella che vedi tu…>>

Andrea fissa meglio la siepe, come se volesse calarsi nel mio punto di vista, ma è come se gli scivolasse via dalle dita, come se il suo tipo di pensiero standard sia stato impostato come dominante e non fosse possibile cambiarlo. Mi sorprendo a pensare una cosa del genere e mi viene da sorridere, dopotutto noi non siamo macchine che si possono programmare come un computer. Abbiamo un libero arbitrio e nessuno può cambiare la nostra volontà. Può influenzarla al massimo…

E se invece mi sbagliassi?

E se non avessimo tutta questa libertà?

Questo pensiero m’incupisce un po’. Forse ha ragione Andrea, sono abituato a voler vedere sempre le cose belle al punto da trascurare quelle più brutte, come se non le volessi vedere. Forse anche io mi nascondo. Forse anche io ho paura. Ma… di che cosa? Mi spaventa pensare di non essere padrone della mia vita?

Perché improvvisamente sento di non doverci pensare più?

Forse c’è qualcosa che non vuole farmi aprire gli occhi per non farmi vedere la realtà per quello che è?

<<E cos’è la realtà? Che cosa è reale e cosa non lo è?>> gli chiedo.

Sa la risposta, la fisica è la sua seconda materia in ordine di preferenza. <<La realtà è ciò che percepiamo coi sensi. Ciò che sentiamo con l’udito, ciò che vediamo con gli occhi, ciò che tocchiamo col tatto… coi cinque sensi insomma>>.

Non ha tutti i torti, anche se quella per me è più la definizione di “concreto” piuttosto che di “reale”.

Gli sparo una provocazione. <<E se i sensi fossero sei?>>

Andrea sorride, lui adora le mie provocazioni, dice che gli scardinano sempre le sue convinzioni e lo spronano molto a riflettere. La cosa è reciproca, ovviamente.

<<Illuminami allora su questo sesto senso, perché io non lo conosco…>> mi risponde lui, <<ma se è figo lo voglio anche io!>>

Eccolo, il segnale che Andrea è stanco, sorride e scompare la sua espressione seriosa. Ha un bel sorriso che si estende a tutto il viso, dovrebbe mostrarlo più spesso.

<<Ci sto lavorando ma te ne parlerò!>> assicuro io e ne sono assolutamente certo.

Nel mio intestino sento qualcosa stringersi, come un singhiozzo interno, è il mio chakra chi che vuole essere nutrito. Mi concentro sull’energia che permea l’universo e lascio che entri dentro di me, connettendomi all’infinito.

Un giorno le persone sapranno cos’è la realtà e avranno almeno la facoltà di scegliere che vita vivere.

 

Davide Dan

 

7 Commenti

  1. Mi è piaciuto moltissimo questo capitolo! Mi ha ricordato le notti passate con la mia migliore amica a riflettere sulla vita, erano momenti davvero speciali. È vero, siamo così abituati alla nostra routine, a quello che conosciamo, che raramente ci fermiamo a riflettere su quello che va oltre la nostra “zona di comfort”. Mi piace come questo racconto mi stia facendo riflettere di più, ogni volta che leggo il nuovo capitolo vorrei che non finisse mai!

  2. “La paura ci limita in tutto” quanta verità in una sola frase… Grazie per questo capitolo, ha migliorato la mia giornata e ha fatto scattare qualcosa ❤️

  3. Mi ritrovo tantissimo in questo capitolo! Bellissimo! Complimenti! 🙂

  4. Probabilmente questo è il capitolo che mi è piaciuto di più, mi ha ricordato tutti i momenti di riflessione fatti assieme alle persone a me care. Quei momenti durante i quali ti rendi conto che il dialogo non è più formato da semplici parole, non si tratta più di condividere semplici pensieri ma piuttosto di riflettere insieme e in qualche modo, di alzarsi ad una dimensione più elevata. Anche a me, come ad Elena, ha colpito la frase “La paura ci limita in tutto”. Se penso a tutte le volte in cui non ho agito per paura potrei creare una lista infinita, ancora oggi mi porto dietro questo brutto vizio. Proprio in questo periodo stavo decidendo di rimandare un mio desiderio, sicuramente lo avrei rimandato all’infinito per poi non realizzarlo mai. Il tuo racconto mi ha dato la forza per realizzare ora ciò che voglio 🙂 grazie Davide!!

  5. Questo capitolo mi è piaciuto particolarmente, in alcuni punti mi ha fatto venire la pelle d’oca! Grazie 🙂

  6. Mi piace molto come stai inserendo i vari temi spirituali all’interno del racconto!

  7. “Un giorno le persone sapranno cos’è la realtà e avranno almeno la facoltà di scegliere che vita vivere.” Veramente stupendo, mi piace molto il modo in cui riesci attraverso la storia a proporre riflessioni molto importanti, complimenti!


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