Cronache di Mirko: Coscienza (Cap. 16)

CAPITOLO 16 – COSCIENZA

Il tragitto fino a casa sembra brevissimo, l’aria mi spettina i capelli mentre pedalo fra le vie della città. Sono raggiante e mi sento carichissimo come un vulcano pronto ad eruttare. Sento di aver imboccato la strada che mi porterà verso la mia realizzazione. È tutto così fantastico e speciale!

Sfreccio fra le vie e raggiungo casa mia, cercando di dissimulare tutta questa felicità. I miei genitori potrebbero non credere alla storia del doposcuola. Salgo le scale del condominio e mi preparo psicologicamente per affrontare mia madre, mi sembra già di vedere il salotto di casa come un campo minato. Chiudo gli occhi e inspiro dentro di me quel benessere che ho provato prima durante la lezione, devo solo sgattaiolare dentro la mia stanza e chiudermi dentro, di solito non vengo disturbato in camera mia. Perlomeno quello spazio è interamente mio.

“Preparati psicologicamente Mirko ad affrontare la bufera” dico a me stesso, indugiando sulla soglia.

Infilo la chiave nella serratura a apro la porta.

<<Sono tornato!>> esclamo, mentre la richiudo dietro di me.

Stranamente nessuna voce mi risponde. Sulla tavola c’è un biglietto, firmato da mia madre. “Sono andata a fare la spesa, ci vediamo dopo! Se non sono ancora tornata apparecchia la tavola”.

“Meno male” penso. Raggiungo la mia stanza e nascondo il materiale della scuola sotto agli altri libri di scuola.

Apparecchio velocemente la tavola e sistemo le sedie. Non vedo l’ora di aver finito le cose da fare per potermi dedicare alla mia evoluzione… sto andando di corsa per… cosa?

Mi fermo un attimo e inizio a ricordare la lezione da poco conclusa, faccio un respiro profondo e chiudo gli occhi. Tutto questo tormento e questa fretta sono davvero mie? Cioè, capisco il fatto di voler finire presto per dedicarmi alle cose che sono davvero importanti per me, ma anche questo sentimento di urgenza deve essere compreso?

“No. Questi sentimenti non sono miei”.

Nella sala da pranzo si respira la fretta dei miei genitori di correre al lavoro e di sbrigare le loro faccende, lo stress quotidiano, i pensieri ossessivi…

Stop. Mi concentro solo su me stesso, dentro di me, buttando fuori ciò che non è mio.

Quando ho finito raggiungo la mia camera. C’è un’energia diversa dentro di essa, si può sentire il sollievo di aver concluso l’ennesima e stressante giornata di scuola, mista ad altre sensazioni.

Raggiungo la scrivania e porto a termine il compito ricevuto per casa. Su di essa si sente il fastidio di studiare, lo sconforto di non capire certi argomenti e di dover passare l’intero pomeriggio sui libri anziché uscire all’aperto o leggere un buon libro.

Ma ora basta, oggi decido di non essere influenzato da niente e da nessuno, desidero solo godermi la pace. Porto così a termine il mio compito senza altre distrazioni, senza pensare che sia un compito di punizione, che non sia giusto o che sia noioso.

Essere incoscienti è come ritrovarsi ad una tavola con gli occhi bendati e mangiare tutto ciò che si trova davanti. Essere coscienti è togliersi quella benda e guardare cosa c’è nel piatto e scegliere quali cibi mangiare, evitando quelli scaduti e malsani.

Quando guardo l’orologio scopro che ho terminato il compito molto prima del previsto e perciò mi stendo sul letto con la dispensa delle basi della spiritualità fra le mani. Leggo il capitolo della lezione di oggi, assimilandone gli insegnamenti.

Ripenso al professor Palmer. Mi piace molto come insegnante, a scuola non ne ho di insegnanti così. In lui c’è la giusta severità, pazienza e passione. Ha carisma e qualcosa in lui fa sì che gli altri gli portino il dovuto rispetto. È qualcosa che ammiro e che rispetto, molti insegnanti non sanno dosare questi aspetti e perciò o diventano tiranni o si fanno mettere i piedi in testa da chiunque.

Questo è un altro aspetto positivo di questa scuola.

Sento il portone di casa che sbatte. Qualcuno dei miei familiari è tornato. Seppellisco la dispensa fra i libri di scuola e accendo il mio computer per trasferire nel mio cellulare le tracce audio delle tecniche guidate e dei mix per la meditazione che Caterina mi ha messo nella mia chiavetta USB.

Mi infilo le cuffie nelle orecchie e faccio partire la traccia audio del rilassamento che abbiamo eseguito in classe…

 

Quando è ora di cena, esco dalla stanza e raggiungo la tavola, preparandomi all’interrogatorio di mia madre. Mio padre è seduto alla sedia e guarda con fare annoiato le ultime notizie del telegiornale, senza però prestargli davvero attenzione. È un uomo dai capelli radi e scuri, è più alto di me e fiero e sicuro di sé. Generalmente è affettuoso e poco invadente, caratteristiche che ho sempre apprezzato. Vive però perennamente nel suo mondo e a volte sembra non esserci affatto. Mentre mia madre… sgrano gli occhi e inizio a ridere, mia mamma saltella come una bambina di cinque anni, tutta felice, e cucina fischiettando.

O le è successo qualcosa di bello o ha sbattuto la testa contro qualche spigolo. Anche mio padre la guarda come se fosse un alieno.

<<Mamma, che cos’è successo?>> chiedo io, preoccupato.

Lei piroetta su se stessa con una padella in mano. Stasera è super raggiante. <<Ho vinto un buono spesa di cinquanta euro e ho avuto in omaggio anche questa fantastica padella antiaderente in cui vi ho preparato il miglior osso buco coi piselli che ci sia!>>

“La situazione è davvero grave” penso io, divertito.

Dal forno estrae una teglia di patate arrosto, liberando uno sbuffo di vapore.

Mia sorella abbandona le sue bambole e si accomoda alla tavola vicino al seggiolone dove mangia Mister Timmy, il suo coniglietto bianco di peluche. Ora che siamo tutti la cena può cominciare.

Mia madre passa tutta la serata a raccontare come un loop infinito di come lei sia stata scelta fra le tante e tutte le commesse in coro lodavano il suo nome e la cospargevano di onori e premi… mille fari erano puntati su di lei facendo luccicare la sua nuovissima padella e tutti l’acclamavano con giubilo!

<<Nostra dama portaci anche a noi la benedizione!>> avrebbero esclamato gli angeli in coro, mentre lei trasognante sfilava attraverso la folla per raggiungere la sua carrozza, tra i flash dei nuovi ammiratori, mentre lei ammiccava facendo ondeggiare la chioma ramata e ancheggiava con nonchalance.

Io e mio padre ci lanciamo degli sguardi complici, alternando divertimento ad esasperazione. Mia sorella intanto imbratta tutto il peluche di sugo e piselli e nel girarsi verso il suo Timmy ribalta con un gomito il suo bicchiere, bagnando tutta la tovaglia.

In altre circostanze mia madre si sarebbe infuriata e avrebbe messo tutti al rogo ma oggi è troppo felice per potersi arrabbiare e si limita a rinchiudere Mister Timmy nella lavatrice, fra le proteste di mia sorella.

Mi era mancato questo clima di serenità familiare.

<<Laura, Timmy ora deve fare il bagnetto perché è tutto sporco. Andiamo a dare la pappa a Confetto!>>

“Oh, no…”

Mia sorella torna in cucina saltellando con il grasso topo bianco di ritorno dalle dimensioni infernali stretto nelle sue mani. I suoi occhi rossi mi osservano minacciosamente, promettendo crudeli vendette…

<<Guarda Mirko! Confettino è tornato!>> esclama lei, depositandomi l’enorme bestia sulla mia pancia.

Sobbalzo all’indietro per lo spavento mentre la chimera infernale si avventa su di me pronto a trivellarmi la pancia. Mi alzo di scatto dalla sedia e il topo fugge via verso il corridoio.

<<Cattivo Mirko!>> strilla mia sorella, riversandomi addosso una raffica di pugni e graffi.

<<No, Laura, Confetto deve fare la pipì. Vai a controllare…>>. Lei scappa via. <<Che non si affoghi…>> aggiungo quando è lontana. La mamma va con lei e torna poco dopo con il topo in gabbia.

<<Dov’era finito il topo?>> chiedo io.

<<L’abbiamo ritrovato dietro al tuo comodino, si era incastrato. Per lo spavento ha fatto i suoi bisogni dappertutto>>.

<<Coooosa?>> Mi alzo in piedi schifato.

Confetto sogghigna con perfidia dalle sue sbarre, poi va a rintanarsi sotto il cotone con un seme di girasole in bocca.

<<Ho pulito e disinfettato tutto, sta tranquillo>>. La cosa non mi rincuora affatto.

<<Confettino ha avuto paura!>> esclama mia sorella, parandosi con le braccia spalancate di fronte alla gabbietta per difendere il suo animaletto. <<Non è colpa sua!>>

Mi punta un dito minaccioso verso di me, imitando la nostra mamma. <<Sei stato cattivo Mirko! Hai spaventato Confettino e l’hai fatto scappare!>>

<<Oh cielo!>> esclamo divertito, mentre mia sorella corre in camera mia.

<<Anche tu comodino sei stato cattivo! Hai fatto male a Confettino!>>

Laura punisce anche il mobile con una schiaffa. Poi indica sia me che il comodino. <<E voi due vedete di non farlo mai più!>>

Quando Laura esce dalla mia stanza scoppio a ridere. Be’ questa sì che è una serata diversa dalle altre!

Mi vibra il cellulare e vedo un messaggio di Caterina. “Com’è andata oggi?”

Non ci siamo visti perché il prof ci ha fatto uscire prima oggi per darci il tempo di ripassare e riflettere sugli argomenti trattati a lezione. La chiamo e parlo un po’ con lei al cellulare a bassa voce per non farmi sentire dagli altri.

<<Come va lì a casa?>> mi chiede dopo un po’.

<<Molto bene>> è la mia risposta, <<per fortuna i miei sono molto allegri stasera>>.

Caterina ridacchia ma non sembra stupita. <<Non è che per caso c’è il tuo zampino?>> chiedo io.

<<Ma no… che vai a pensare?>> risponde lei, <<passa una buona serata>>.

La saluto e non posso fare a meno di pensare che questa felicità sia in parte opera sua. Quindi è possibile anche fare questo?

Ripenso alla giornata appena trascorsa. Sì, credo credo proprio che sia possibile…

 

Davide Dan

 

2 Commenti

  1. Muoio dal ridere ogni volta che appare Confetto ahaha anche questo capitolo è bellissimo, grazie mille Davide!

  2. “Essere incoscienti è come ritrovarsi ad una tavola con gli occhi bendati e mangiare tutto ciò che si trova davanti. Essere coscienti è togliersi quella benda e guardare cosa c’è nel piatto e scegliere quali cibi mangiare, evitando quelli scaduti e malsani” è un ottimo esempio, ed è bello vedere l’evoluzione di Mirko, che già dopo la prima lezione inizia a notare ciò che accade davvero intorno lui! Qualcosa che succede da sempre, ma su cui non ha mai riflettuto.

    Ps. Adoro Confetto! XD


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