OCEANO INCANTATO – Pescesalvadanaio

 

Le creature dell’Oceano Incantato non hanno pace.

Sempre accade qualcosa, e infatti ecco la storia del Pescesalvadanaio.

Anch’io da bambino avevo un salvadanaio, ma fose adesso non si usano più.

Me lo aveva regalato mio padre, per insegnarmi a risparmiare, ma… pace all’anima sua, non ci riuscì.

Era più o meno tondo, con la base schiacciata, per poter stare in piedi.

Aveva un pomello sulla parte superiore, per tirarlo su facilmente… quando era pieno, era molto pesante!

Un bambino non aveva la possibilità di sollevarlo usando quel pomello, e forse nemmeno un adulto.

Inoltre, aveva un tappo sul fondo, per recuperare le monete.

Era però a prova di bambino, non di tutti, e solo un adulto poteva avere la possibilità di aprirlo. Almeno il mio era così.

Naturalmente, non poteva mancare una fessura, che permettesse di infilare monete e anche banconote!

Queste ultime, si vedevano raramente. Avevo solo una zia che infilava banconote, invece che monete!

Ne ero orgoglioso e mi piaceva tanto, quando qualcuno infilava dei soldi.

Mi sentivo ricco e importante; avevo anch’io una cassaforte come Paperon de’ Paperoni!

Abbiamo divagato un po’, ma forse è meglio tornare alla nostra storia…

Siamo in un villaggio qualsiasi… un carretto cigolante, viene spinto a fatica da un vecchio mendicante.

Trasporta le sue cose personali, e qualche oggetto che spera di vendere.

Tra gli oggetti che possiede, c’è anche un salvadanaio che tempo addietro era pieno di monete.

Sfortunatamente, ora è totalmente vuoto, però ha dei bei colori e sembra nuovo.

Il mendicante è felice di possedere quel salvadanaio, perché sicuramente gli farà guadagnare qualcosa.

È vecchio e stanco, per cui si ferma, e si siede su una panchina a riposare.

Il salvadanaio è lì in bella vista, con I suoi colori vivaci.

Un bambino vede il vecchio mendicante, e lo schernisce senza ritegno. Lo prende in giro e gli dice che è vecchio, povero e inutile.

Questo non è il modo d’agire di un bambino.

Probabilmente ha preso esempio da qualcuno che stima, e si sta comportando come ha visto o sentito.

Il vecchio mendicante prega il bambino di lasciarlo stare; non sta facendo nulla di male, solo riposando un po’.

Il bambino, per tutta risposta, afferra il salvadanaio e grida al mendicante: «Prendimi, se sei capace!»

Il povero mendicante non può correre, e lo prega di restituirgli il salvadanaio.

Il bambino sempre tenendo in mano il salvadanaio, continua a schernire il mendicante.

Quest’ultimo, lo scongiura di rendergli l’oggetto, perché è l’unica cosa che può sicuramente vendere.

Il bambino gli fa uno sberleffo e continua a prendersi gioco di lui.

Il pover’uomo si dispera, ma non può far nulla.

Un giovane che ha assistito alla scena, si fa avanti, e dice al bambino di vergognarsi per il suo comportamento.

Gli consiglia per il suo bene, di restituire il salvadanaio.

Il bambino per un attimo si zittisce, poi grida al giovane: «prendimi, se ne sei capace!» E comincia a correre.

Il ragazzo pensa che sia il caso di dare una lezione al monello, e gli corre dietro.

È solo un bambino, però corre come il vento, ma il giovane è più veloce di lui.

Appena il bambino arriva al ponte poco distante, in un attimo lo raggiunge e lo afferra.

Il bambino si divincola e scappa di nuovo, ma il giovane lo afferra prontamente.

Questa volta lo trattiene, e il monello non può fuggire.

Ora è impaurito, e prega il giovane di scusarlo, e fa finta di dargli il salvadanaio.

Invece, senza pensarci due volte, lancia l’oggetto dal ponte, e grida al giovane di tuffarsi per recuperarlo.

Il ragazzo, per un attimo resta sorpreso, e guarda il salvadanaio sprofondare nell’oceano.

Ovviamente non può far nulla, eccetto che dare una lezione al bambino.

Il bambino? Quale bambino? Pensando al salvadanaio, si è dimenticato del monello, che ormai è fuggito via.

Mestamente torna dal mendicante, e gli racconta la vicenda… il mendicante lo ringrazia, ma si dispera.

Ha perso il suo salvadanaio, e la speranza di ricavare qualche soldo dalla sua vendita.

Il giovane guarda il vecchio mendicante e impietositosi, pone alcune banconote nelle mani dell’uomo; poi, si scusa per non aver potuto recuperare il salvadanaio.

L’altro, commosso, scoppia a piangere, e lo ringrazia per la sua bontà e generosità.

Ma dov’è finito il salvadanaio? In mare ovviamente, ma esattamente dove?

Ormai è quasi sul fondo, ma un pesce che dormiva tranquillamente, viene in parte colpito dall’oggetto.

Anche stavolta, avviene la trasformazione!

Assume più o meno, le sembianze del salvadanaio, quindi diventa molto più grosso di prima e tutto colorato.

La nuova situazione non gli piace proprio, e si rattrista un poco.

Sa che cos’è un salvadanaio, ma nel suo caso, non vede a che cosa gli possa servire.

Non gli viene in mente proprio niente, e per nulla sollevato, decide di andare a parlare con alcuni suoi amici.

Questi, stentano a riconoscerlo, in quanto è quasi completamente diverso da come era prima.

In tutti i casi, si dimostrano molto comprensivi e il Pescesalvadanaio si sente subito meglio.

Domanda loro, come potrebbe trarre vantaggio dalla situazione, ma nessuno risponde.

Decidono di recarsi dal vecchio pesce saggio, per avere una risposta alla loro domanda.

Giunti dal pesce saggio, gli pongono la domanda.

L’anziano pesce, spiega che potrebbe essere d’aiuto a bambini ed adulti per risparmiare un po’ di soldi.

Lui, non solo potrebbe conservare i loro soldi, ma anche tenere i conti, proprio come una banca.

Ovviamente lui prenderebbe una piccola percentuale per sé. E così fu.

Essendo onesto, non approfittò della situazione, come fanno le banche nel mondo degli “umani”.

Infatti, la maggior parte delle banche, non dà quasi nulla in cambio del denaro depositato, che è bene ricordare che non appartiene a loro.

In questo modo, si arricchiscono a spese delle persone, che con fiducia depositano i loro risparmi.

Qui siamo in un mondo di fantasia, perciò tutto questo non avviene, e l’onestà trionfa sempre!

Inutile dire, che tutti furono felici e contenti di aver trovato un pesce così onesto e altruista.

 

Dr. Gil

 

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