OCEANO INCANTATO – Pesceforbici

 

Questa è la storia del Pesceforbici.

Vi ho già raccontato le vicende di altri pesci… anche il Pesceforbici vive nell’Oceano Incantato.

Come mai questo pesce si chiama così?

Ecco la sua storia.

Accadde tempo fa…

Era una bellissima giornata di sole, una lievissima brezza muoveva appena le acque dell’Oceano Incantato.

Uno spettacolo unico!

L’Oceano Incantato era così calmo, che guardarlo, era una gioia per gli occhi.

Un pescatore del vicino villaggio, pensò che una giornata così bella, fosse l’ideale per andare a pesca.

Preparò la sua barca, che era una semplice imbarcazione a remi, e non molto grande.

Prese la sua canna da pesca, gli ami, le lenze, le esche e tutti gli utensili che gli servivano.

Per calmare la fame durante la pesca, imbottì un bel panino, e prese una bottiglia di acqua da bere.

Mise il tutto nella barca.

Il sole era molto forte, quindi prese un cappello per proteggersi, e occhiali scuri.

Iniziò a spingere la barca in acqua, salì a bordo, ma non si mosse più di tanto… perché?

Aveva dimenticato i remi!

La sua barca, come detto poc’anzi, non aveva motore!

Un po’ seccato, fece per tornare indietro.

Essendo senza remi, non poteva dirigere la barca, che si era già allontanata dalla riva.

Non restava che entrare in acqua, e spingere la barca a terra.

Questo pensiero, lo innervosì un po’.

Non c’erano altre soluzioni, perciò così fece.

Entrò in acqua… «brrr…», a quell’ora non era tanto calda!

Lentamente, riportò la barca a riva.

Essendo bagnato fradicio, dovette cambiarsi, e perse un bel po’ di tempo.

Ulteriormente innervosito, andò a prendere i remi e finalmente poté prendere il largo.

La giornata era bellissima, c’erano tanti gabbiani felici, in quanto si stavano godendo il pesce appena pescato.

I pesci invece non erano così contenti. C’è sempre qualcuno che è insoddisfatto!

Il pescatore remava con calma, e tutto procedeva per il meglio.

Arrivato in una zona che gli sembrava interessante, buttò la lenza.

Si sedette comodamente e si mise in attesa.

Ovviamente sperava che un pesce abboccasse all’amo.

Nulla… erano ormai ore che era sotto il sole.

Non solo era un po’ “abbrustolito”, ma anche assai spazientito.

Nessun pesce abboccava.

Lui si domandava il motivo… «l’amo che sto usando è il solito, e va bene; forse l’esca?»

Non trovava alcun motivo valido, ma forse era meglio cercare un altro posto.

Pensando questo, ritirò la canna da pesca, afferrò i remi e ricominciò a remare.

Dopo un po’, si fermò di nuovo, convinto di essere in un buon posto.

Si alzò in piedi, e lanciò la lenza in acqua.

Il fondo della sua barca era pieno di cianfrusaglie, perciò perse l’equilibrio.

Cercò di evitare di cadere in acqua.

Avendo la canna da pesca in mano, non riuscì a trattenerla.

La lasciò andare, e questa finì in acqua.

Fortunatamente la canna galleggiava, perciò riuscì a ricuperarla, ma era assai arrabbiato.

La giornata non gli sembrava più tanto bella… in tutti i casi, si rimise a pescare.

Stavolta tutto andò bene.

Si sedette sulla panchetta, attendendo che un pesce abboccasse al suo amo.

Dopo un po’ che era lì in attesa, vide con gioia che la sua canna si stava muovendo… aveva preso qualcosa!

Eccitato all’idea di un bel pescione nella sua padella, cominciò a tirare su la lenza.

L’impazienza lo spinse a girare il mulinello con troppa foga, e non contento, diede uno strattone alla canna.

Improvvisamente, tutto venne subito a galla, cioè niente… aveva perso il pesce, l’esca e anche l’amo!

Era rimasta la lenza, che per qualche strano motivo, era quasi tutta ingarbugliata.

Rabbioso, prese la lenza e cominciò a tirare a destra e a manca.

Poi su, e anche giù, finché non fu piena di nodi.

Era ormai inservibile, doveva tagliarla!

Prese la cassettina dove teneva gli attrezzi da pesca e… sorpresa!

Non aveva sostituito le forbici che si erano rotte, l’ultima volta che era andato a pescare.

Erano rimaste solo le lame… provò ad usare quelle, ma si tagliò.

Arrabbiatissimo, buttò per aria tutto quello che poteva.

Alla fine, lanciò le lame delle forbici in acqua.

Mentre le lame stavano affondando, riflettevano i raggi del sole; erano così luccicanti!

Un pesce che stava passando, le vide cadere, e senza volerlo le urtò.

Ahia! Come le toccò subì l’incantesimo!

Si trasformò quindi nel Pesceforbici!

Non accadde nulla di particolare, e rimase pesce.

Le sue labbra però si allungarono, e divennero due lame, come quelle delle forbici.

Non gli davano fastidio. Imparò addirittura, a usarle per tagliare il cibo in piccoli pezzi.

Comunque non gli piacevano tanto, e provò a sbarazzarsene. Nonostante vari tentativi, non ci riuscì.

Iniziò un periodo di tristezza, in quanto voleva a tutti i costi liberarsi di quelle lame.

Alla fine, gli sembravano inutili e senza senso, e pure la possibilità di tagliare il cibo in piccoli pezzi, non era così importante.

Un giorno in cui era particolarmente triste, gli venne un’idea!

Visto che non riusciva a liberarsi delle lame, perché non usarle per aiutare gli altri pesci?

Come?

Tagliando le lenze dei pescatori, le reti, e altro, con lo scopo di liberare i suoi amici pesci, da morte sicura.

Passò subito all’ azione, e partire da quell’idea intelligente, fu soltanto questione d’un attimo!

La sua tristezza si trasformò in gioia e felicità.

Diventò presto famoso. Molti pesci furono salvati.

Le continue richieste di auto, gli diedero maggior fiducia in se stesso, e la sua vita cambiò completamente.

 

Dr. Gil

 

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