Aurora: Il primo giorno di scuola (Cap. 8)

CAPITOLO 8 – IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA

“Facciamo tardi” dice il Nonno.

“Ha fatto. Vuoi mandarla senza la merenda?” fa il Mast.

“Merenda? Un panino con la mortadella non è la merenda!”.

“A me piace il panino con la mortadella” dice Aurora.

“Lo so piccola, rispondevo al Mast”.

“Ma non la vedi come si è fatta?”.

“Come mi sono fatta?” chiede Aurora.

“Come si è fatta?” ribatte il Nonno.

“Sei fatta bene, solo che mi sembri un po’ più magra” risponde il Mast.

“Non è magra, ha la forma giusta” borbotta il Nonno.

“Che ne sai tu delle forme giuste?”.

“Che cos’è una forma giusta?” chiede Aurora.

“È come quella del formaggio, perfettamente rotonda” risponde il Mast sorridendo.

“Ma che cazzata è questa?” dice il Nonno.

“A me piace il formaggio con i buchi” fa Aurora alzando le spalle.

“Ah” commenta il Mast, “E vorresti essere così? Con i buchi?”.

“No, non credo” risponde seria lei.

“Puoi farlo comunque” replica l’altro, “Basta che cominci a bucarti”.

“Ma la pianti con le stronzate?” dice il Nonno dandogli un pugno sulla spalla.

“Bucarmi?” chiede curiosa Aurora.

“Non lo stare a sentire” fa il Nonno.

“Sì, come un palloncino” risponde il Mast.

“Non mi piacciono i palloncini” afferma Aurora seccata.

“Visto?” ribatte il Nonno, “Non le piacciono i palloncini”.

“Non volevo comprarle dei palloncini” specifica il Mast, “Solo bucarla come un palloncino. Mi sembrava di essere stato chiaro”.

“Signore?” chiama il salumiere da dietro il bancone, “Le rosette sono finite, le faccio mezzo sfilatino?”.

Il Mast fissa Aurora e le strizza un occhio. Lei sorride e fa di sì con la testa.

“Vai con lo sfilatino e fammene due di colazioni”.

“Ma non lo mangerà mai tutto!” dice il Nonno.

“Guada che l’altra metà è per me” replica il Mast.

“Merenda” borbotta il Nonno scuotendo la testa.

“Merenda?” ripete il Mast, “Quello è un mezzo sfilatino!”.

Il Nonno lo fissa, “Mi stai prendendo in giro?”. Il Mast si mette a ridere.

“Io lo voglio il mezzo sfilatino” fa Aurora.

“E lo prendiamo, tranquilla” dice il Nonno, “Sto solo cercando di comunicare con questo citrullo”.

“FERMI TUTTI QUESTA E’ UNA RAPINA!”.

“Cos’è un citrullo?” chiede Aurora.

Il salumiere si abbassa subito dietro il bancone e scompare lasciando lo sfilatino con la mortadella appena affettata.

“È una cosa disgustosa” risponde il Nonno, “Senti come odora sta mortadella…Ehi! Dove è finito il tipo?”.

“Ma non è vero” replica il Mast, “Dipende da come lo prepari”.

“EHI! STRONZI! QUESTO VALE ANCHE PER VOI!”.

La cassiera grida per lo spavento e cerca di nascondersi anche lei, ma uno dei due rapinatori l’afferra per i capelli e le dice di vuotare la cassa.

“Lo hai veramente mangiato?” chiede il Nonno stupito.

“All’insalata” risponde il Mast alzando le spalle, “Non il massimo, ma con pomodorini, aceto e sale…insomma…”.

“Ci penso io a quei furbi” fa uno dei rapinatori al complice, “Tu tieni d’occhio la strada e finisci di vuotare questa cazzo di cassa”.

“Mangi proprio tutto” commenta il Nonno, “Ehi! Metti su la testa e incarta questi sfilatini!” urla poi al salumiere.

“Ti credi uno furbo, vero?” dice il rapinatore una volta che lo ha raggiunto e puntandogli la pistola alla nuca.

Il Nonno gira lentamente la testa e lui glielo lascia fare. Quando i loro occhi s’incontrano passa appena un secondo e la pistola è nelle sue mani con il rapinatore a terra con il polso spezzato.

“Se mi fai fare tardi a scuola” gli sibila all’orecchio abbassandosi su di lui, “Ti ammazzo”.

Il complice alle casse, disarmato, dopo aver assistito alla scena, scappa via con la poca refurtiva racimolata.

“Che vogliono?” chiede spaventata Aurora facendosi più vicino al Mast come se solo in quel momento si fosse accorta del tentativo di rapina.

“Tranquilla” risponde lui, “Solo dei pivelli…Ehi!” grida al salumiere, “Li incartiamo questi sfilatini o no? Non farmi incazzare!”.

Il salumiere si alza piano da dietro il bancone e si guarda intorno smarrito. Quando vede il rapinatore a terra che si tiene il polso dolorante con il Nonno che gli è sopra con la pistola, fa un debole sorriso.

“Che cos’è un pivello?” chiede Aurora al Mast.

“Un idiota come quello là” risponde indicandogli il rapinatore.

“Figlio di puttana!” grida all’improvviso il rapinatore e cerca di scagliarsi sul Nonno che lo schianta a terra tramortendolo con un preciso colpo al viso.

“Ma tu guarda se non mi deve fare incazzare” borbotta il Nonno levandogli la cintura dai pantaloni per legargli i polsi.

Il salumiere guarda il Mast e il Nonno, “Chiamo la polizia?” chiede come per avere il loro permesso.

“Finisci le colazioni!” gli intima il Mast con un dito, “Poi fai quello che vuoi”.

“Salda tu” fa il Nonno prendendo il rapinatore come un sacco e mettendoselo in spalla, “Io porto l’immondizia fuori”.

Il salumiere, ancora fermo a guardare la scena stupito, viene fulminato da un nuovo rimprovero del Mast e si affretta quindi a finire le colazioni allungandogliele subito dopo, “Andate”.

“Come?” chiede il Mast indispettito, “Guarda che il rapinatore era quello là!”.

“La prego” risponde con un sorriso forzato l’altro guardando anche Aurora, “Queste colazioni gliele voglio offrire” e si allontana a brevi passi dal bancone.

“Perché si comporta così?” chiede Aurora al Mast.

“È un idiota anche lui evidentemente” sussurra e prendendo le colazioni si avvia all’ingresso con lei.

Passando vicino alla cassiera, il Mast nota anche quest’ultima ritrarsi impaurita e per un attimo ha voglia di ringhiare per vedere l’effetto che fa. Ripensandoci, le fa un sorriso ed esce tenendo per mano Aurora dopo aver riposto le colazioni nel suo zaino che porta in spalla.

“Sicura che non è pesante quel coso?” le chiede una volta fuori.

“C’è poca roba” risponde lei, poi, notando il Nonno che sta svoltando un angolo sul marciapiede alla loro destra con il suo carico ancora in spalla tra gli occhi stupefatti dei passanti chiede dove lo stia portando.

“Dagli altri, forse” risponde l’uomo con noncuranza, “Così gli danno una lezione”.

“Deve andare anche lui a scuola?”.

“Se fosse andato a scuola, non farebbe…” sta rispondendo lui, ma poi si blocca fissandola, “Non sei così ingenua come fingi” dice con un sorriso, “Perché fai domande di cui conosci già la risposta?”.

Aurora sorride e fa spallucce avviandosi al cancello della scuola a pochi metri sulla sinistra della salumeria.

 

 

 

Dopo essere usciti dalla casa del Pipitone, i sei avevano preso la monovolume di Gaetano e si erano avviati all’appartamento dove il taxista li aveva fatti sostare per un po’ per procuragli le armi.

Era un piccolo monolocale sulla quarantaduesima, proprio nel cuore di Manhattan dove era più facile confondersi tra la gente per bene. Nessuno li avrebbe cercati se non fossero rimasti troppo a lungo, né l’assenza di Gaetano, il proprietario, avrebbe insospettito. Vivo, il taxista era una fonte inesauribile d’informazioni. Morto, nessuno lo avrebbe pianto, perché il suo lavoro comportava anche scomparire dalla circolazione per un po’. O per sempre.

Per tutto il viaggio non si erano parlati, presi come erano dalla stanchezza e dallo stress che li aveva tenuti svegli e vigili per molte ore, ansiosi di recuperare la loro Aurora. Le statuette viaggiavano con loro.

Il Pastore si era adoperato per pulire quelle sporche di sangue prima di metterle con le altre in un sacchetto affidatogli dal Tetto. “L’Immarcescibile” lo aveva canzonato, “Adesso queste sono in tua custodia, non le perdere, ok?”.

Durante il volo, Aurora, stremata, aveva dormito.

Nessuno di loro sapeva quanto vero fosse ciò che avevano appreso dal Pipitone sul suo conto, però l’avevano vista trattenere stoicamente le lacrime quando la rivelazione della propria vita le era piombata addosso. Lo ricorda bene il Nonno che la stringe di più mentre lei sembra dormire quieta. Chissà quanto di quello la influenzerà e chissà quanto a fondo decideranno d’ indagare una volta che saranno tornati a Roma, si era chiesto. Adesso che ne sanno di più, forse potrebbero rintracciare perfino la madre. Ma sarà Aurora stessa a deciderlo.

Non glielo ha chiesto, nessuno lo ha fatto in quel momento. Forse succederà.

Non può vivere come loro, magari con loro sì, ma fino a che punto resterebbe pulita? È una ragazzina sveglia e furba, ancora malleabile, ma il Nonno sa che non possono tirarla dalla loro parte. Non è giusto, non è la cosa migliore.

Era andata bene una volta, due, ma su quanta altra buona sorte potevano contare?

No, a lei non doveva mai succedere, per questo, come prima cosa, ora che l’Estate volgeva al termine, avrebbe cominciato una scuola, anche privata se necessario, ma avrebbe avuto tutte le possibilità che loro avevano rifiutato.

La decisione è presa. E se il suo futuro onesto sarebbe stato sovvenzionato dalla loro vita illegale…pazienza.

Come si diceva? Non tutti i mali venivano per nuocere.

 

 

 

“Ottieni sempre quello che vuoi?” le domanda il Nonno dopo che su insistenza di un bidello a entrare a scuola, lei aveva guadagnato altro tempo per poterli salutare tutti.

“Non fare domande di cui conosci già la risposta” risponde lei e strizza l’occhio al Mast.

“Ma sentila” dice Papà Nino sorridendo.

Il Nonno la solleva facendola ridere, “Perché ho l’impressione che tu stia diventando una delinquente professionista?”.

“Sto sempre con voi!” risponde Aurora, “Mettimi giù, mi fai il solletico!”.

“Eh” fa un po’ rammaricato il Nonno rimettendola a terra, “Mi prometti però che farai quello che ti dicono là dentro?” e le indica la scuola ottenendo un sì deciso della sua testa.

“Quindi diventerai più intelligente di noi altri?” chiede serio il Pastore e lei fa di nuovo un vigoroso sì con la testa.

“Non mi piace affatto” borbotta lui e lei ride abbracciandolo, “L’Immarcescibile” dice facendolo ridere.

“Visto?” fa il Tetto, “Usa anche le parole che tu non conosci!”.

“Vaffan…” risponde il Pastore, poi s’interrompe, “Un giro! Vatti a fare un giro, ok?” e ricambia l’abbraccio di Aurora.

“Ti ho preparato la merenda” dice Papà Nino consegnandole un pacchetto e il Nonno si mette una mano in faccia disperato, “Era troppo magra” borbotta.

Aurora si leva lo zaino dalle spalle, lo apre e ripone il pacchetto di Papà Nino insieme alle altre due colazioni.

“Che le hai preparato?” chiede incuriosito il Mast mentre Papà Nino l’abbraccia per salutarla.

“Ne ho lasciato anche a te…a casa…tranquillo…” risponde lui e il Mast gli dà un pacca sulla spalla con soddisfazione, “Io adoro quest’uomo” dice, poi, abbraccia anche lui Aurora, “A stasera piccola”.

“A stasera” ripete il Tetto stringendola anche lui con una leggera smorfia quando lei gli bacia la guancia ferita.

“Tocca a me” dice infine Mr.P avvicinandosi e allungandole un pacchetto di sigarette.

Il Tetto lo fissa sbalordito, “Ma sei scemo?”.

“È cioccolata” fa l’altro scuotendo la testa, “Credi veramente che siano vere?” e si china su di lei per abbracciarla.

“Allora vado” dice Aurora guardandoli tutti insieme, “Ci vediamo stasera?”.

“Contaci” risponde il Nonno strizzandole l’occhio e lei si avvia all’ingresso.

Quando arriva sulla porta, si gira un’ultima volta e li saluta con un mano, quindi scompare all’interno della scuola.

“È fatta” dice Papà Nino.

“Cazzo” sussurra subito dopo il Mast e tutti si voltano verso di lui.

“Che c’è?” chiede il Nonno.

“Cazzo” ripete il Mast fissando l’ingresso della scuola.

“Che ti prende?” gli chiede il Tetto.

“Si è fregata la mia colazione…cazzo…”.

“Cosa?” fa Mr.P.

“Il mio mezzo sfilatino!”.

Il Pastore si mette una mano in faccia e comincia a ridere.

 

Raffaele Scotti

 

3 Commenti

  1. Aurora mi piace moltissimo perchè è molto sveglia e il rapporto che ha con gli altri membri della sua “famiglia” è speciale, mi hanno fatto proprio ridere. Le vogliono bene e sperano per lei un futuro migliore di quello che hanno ottenuto loro: è molto tenero da parte di delinquenti che uccidono a sangue freddo ahahaha Poi sono fantastici nella scena della rapina in corso e loro che li ignorano proprio xD

    • L’intento di creare un personaggio come Aurora mi è piaciuto fin dall’inizio proprio per le peculiarità cui accenni. Volevo qualcosa che fosse allo stesso tempo forte, surreale, assurdo e devo dire che la Pulp Fiction di Tarantino, in questo, mi ha aiutato tanto…;)…

  2. ps
    Mi sono dimenticato di firmarmi nel precedente commento…ma credo sia superfluo a questo punto…:)…


Aggiungi un Commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commento *

Nome
Email