Beheaded: La città azzurra (Cap. 6)

CAPITOLO 6 – LA CITTÀ AZZURRA

Trasportato sulla testa di un drago e assieme a due streghe, un domatore di draghi e una testa mozzata ma vivente, se non fosse che anche a lui mancava il corpo e che Erien lo credeva morto si potrebbe dire che Seen stesse vivendo il giorno più bello della sua vita. Pian piano, però, Seen si rese conto che nonostante fosse già giunta l’alba  non si riusciva a vedere terra e ciò cominciò a farlo preoccupare. Non voleva far sembrare di non aver fiducia in loro ma dall’altra parte, nella direzione verso la quale si stavano dirigendo non avrebbero trovato altra acqua per diverse settimane.<<Una piccola domanda, dove stiamo andando esattamente?>> chiese allora il ragazzo.
Idan lo guardò inarcando un sopracciglio <<Non hai notato quelle strane cose nel paesaggio, come quelle che si vedono sopra un fuoco o in fondo ad una strada quando fa caldo?>> Seen si  guardò attorno più attentamente accorgendosi che in alcuni punti si vedevano alcune strane distorsioni nell’aria. <<Ecco… Quell’effetto è causato dalle mura invisibili che proteggono l’isola dai nemici e allo stesso tempo la nascondono perfettamente dalla vostra avidità di terre. A giudicare dalla quantità di quelle “cose” dovremmo essere piuttosto vicini. Dietro queste mura c’è la città azzurra: dove stiamo andando adesso.>>
<<È  tutta azzurra questa città?>> chiese ancora Seen curioso.
<<Affatto, è estremamente piena di colori, forse troppi, ma dal momento che le mura che le circondano la rendono invisibile, vedendola da fuori si vede solo l’azzurro del cielo e quindi la città risulta azzurra. Lo so, è piuttosto cretino come nome>>
<<Io lo trovo fantastico>> disse il ragazzo estasiato.
Osservando meglio il mare si accorse come più avanti assumesse un aspetto decisamente strano: le onde erano più piccole e guardando più in basso avevano anche un colore più scuro. Guardando in alto riusciva un po’ a dedurre dove c’era la cima delle mura notando come le strane distorsioni nell’aria formassero una linea continua nel cielo.

<<Siamo arrivati>> disse Therin riaccendendo gli sguardi dei passeggeri che, esclusi Seen, si erano un po’ stancati dopo quelle ore passate seduti o appoggiati col viso alle gambe delle streghe.  <<Ora vi consiglierei di tapparvi le orecchie>> aggiunse il domatore di draghi mentre batteva due volte con la mano sulla fronte del suo destriero. L’animale alzò il collo facendo attenzione a non piegare la testa ed emise un lungo suono, il più forte che Seen avesse mai sentito. In seguitò si aprì una finestra in aria a cui si affacciò un uomo con un becco al posto della bocca. Dopo aver esaminato con lo sguardo i nuovi arrivati, disse <<Ehilà Therin! Idan! Spero che abbiate passato un buon viaggio. Vado subito a farvi aprire i portoni>>

<<Cos’era quello?>> chiese la giovane testa, e quelli con il corpo si voltarono a guardarlo con lo sguardo sorpreso dalla sua domanda che suonava razzista.
<<”Quello” non è una “cosa”, ma una persona! Non mi interessa cosa ne pensino gli umani delle arpie. Sono pronta ad abbandonare quella tua testa di merda se è una testa razzista>> disse  arrabbiata Idan tenendo stretto il capo di Seen vicino al suo.
<<Scusa! È solo che era così diverso e insomma… stupendo!>>
La strega tirò un piccolo respiro di sollievo capendo che era semplicemente un giovane ingenuo, ma non cattivo.
Mentre parlavano davanti a loro comparve una linea scura che andava pian piano allargandosi rivelando i bellissimi palazzi mosaicati della città azzurra.
Quando la porta invisibile fu bene aperta, il drago entrò nel Porto Azzurro. Gli occhi delle 2 teste che videro per la prima volta quel posto sembrarono illuminarsi. I palazzi non erano come quelli a cui i due erano abituati, avevano forme e colori decisamente stravaganti e sgargianti. Alcuni edifici erano ad U o ad O, le torri giravano su se stesse come una spirale, e in alcuni vicoli le alte case si inclinavano fino a formare dei tunnel. Inoltre i colori non erano delle solite tonalità di grigio come a Rendia. Gran parte dei palazzi erano ricoperti di mosaici, alcuni di un colore unico mentre altri pieni di decorazioni, e il loro vetro rifletteva la luce del sole rendendoli scintillanti e sbrilluccicanti. I lampioni erano delle statue che tenevano in mano globi luminosi ma che adesso andavano spegnendosi in quanto l’alba era quasi finita. Neanche il pavimento mancava di originalità in quanto anch’esso era mosaicato ed era di un colore giallo e oro ad esclusione del bordo del porto che era di un colore arancione scuro.  In mezzo a tutti questi palazzi fantastici c’era una statua che riusciva comunque a catturare l’occhio. Questa era situata più lontana da dove erano loro ma era così grande e alta che si riusciva a vedere chiaramente anche da lì. La statua era fatta interamente di diamante e raffigurava un donna dall’aria potente e soddisfatta con una mano appoggiata sul fianco e l’altra alzata con l’indice e il medio alzato in simbolo di pace. Indossava un lungo mantello (anch’esso di diamante)  e aveva dei capelli lunghissimi che le raggiungevano le ginocchia.
Ma non era solo la città ad apparire magica. I suoi abitanti erano ognuno originale e fantastico a modo suo. C’erano arpie, nani, umani, alcuni elfi, fauni, qualche lobello ma soprattutto streghe. I vestiti erano spesso sgargianti e variavano dall’ essere eleganti ad essere composti da una nuvola.
Mentre Seen girava lo sguardo ammirando il mitico paesaggio emise un wow così lungo che alla fine divenne un <<Uah!>>.  Riusciva ad annusare magia in quel luogo e a quel punto non gliene importava più nulla del suo corpo perché credeva che essere riuscito ad ammirare tale paesaggio valeva anche più della sua stessa vita.
Raymond osservando la grandiosa statua chiese: <<Vi sarò per sempre riconoscente per avermi portato in un posto così meraviglioso e sbalorditivo. Potrei sapere chi sarebbe la donna raffigurata nella statua?>>
Therin rispose: <<Quella è la mitica Annabell. La prima vera e propria regina delle streghe nonché  quella più potente. Riuscì a prendere il controllo dell’isola che apparteneva agli Engarion e ad alzare le mura dell’invisibilità per proteggerla. La sua magia era così illimitata che riuscì a creare uno stato ricco e prosperoso in poco tempo. Purtroppo anni fa scomparve misteriosamente lasciando tutto in mano al consiglio che finora ha fatto comunque un bel lavoro. Lo stesso anno fu eretta quella statua in suo onore>>
Quando scesero dal drago ci furono, tutto sommato, poche persone che rimasero sorprese nel vedere le 2 streghe portare le 2 teste ancora vive. Gran parte dei passanti non batté nemmeno ciglio tanto erano abituati a stravaganze simili. A quel punto Seen chiese: <<Dove si va adesso?>>
Idan stava per rispondere ma la frase fu improvvisamente interrotta sul nascere da una strega che cavalcava una scopa e che si stava dirigendo verso di loro a grande velocità. Questa aveva i capelli grigi ricci raccolti in una coda e sembrava piuttosto vecchia. La donna indossava un paio di occhiali da sole tondi che venivano retti da due stanghette di ferro dorato attaccate all’elastico che teneva uniti i capelli e appoggiate sul suo capo. I suoi vestiti bianchi e grigi svolazzavano nell’aria mentre la strega si faceva sempre tremendamente più vicina alla combriccola, urlando a squarciagola con un’espressione piena d’ira:  <<IDAAAN!>>

 

Thomas Belvedere

 

2 Commenti

  1. Bellissima scrittura e magnetica storia!!
    Ogni capitolo è assolutamente inaspettato e sorprendente!! Non vedo l’ora di continuare a leggerla!!!

  2. Affascinante la Città Azzurra con la sua storia!


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