Beheaded: Perdere la testa (Cap. 1)

CAPITOLO 1 – PERDERE LA TESTA

Tutto era nero. Seen sentiva di essere riuscito a muovere le palpebre ma non faceva molta differenza. Provava una strana sensazione sulle guance, sembravano essere attaccate a qualcosa di ruvido e pungente. Gli giungevano dei scricchiolii sommessi e dei rumori confusi. Non riusciva proprio a capire dove si trovava, per essere il paradiso era troppo brutto ma non lo era abbastanza per essere l’inferno. Forse era questo che aspettava a tutti dopo la morte, infinita oscurità e infinito tempo per riflettere. Gli sembrava impossibile, ma non c’erano molte altre alternative. Non si spiegava tuttavia perché fosse in grado di usare il tatto e perché sentisse rumori. Provò a muoversi senza riuscirci, non riusciva a sentire il suo corpo, come se si fosse addormentato. Cominciò allora ad ascoltare attentamente i rumori che sentiva: gli erano molto familiari, riusciva a riconoscere abbastanza facilmente il suono ritmico di zoccoli di cavallo, il che gli sembrava assurdo. Ogni tanto sentiva delle specie di scricchiolii che gli ricordavano quelli che sentiva camminando su vecchi pavimenti di legno. Infine, udiva un sottofondo continuo molto confuso. Cavalli che camminavano e legno, la prima deduzione che gli veniva in mente fu una carrozza, il che giustificava anche l’altro rumore che ricordava quello di ruote di un carro che si muove su una strada. Ma che ci faceva su una carrozza?

Non ha alcun senso” pensò Seen. E quella sensazione sul viso poi. Gli ricordava più quella di un sacco di patate. Una carrozza normalmente non ha nulla di ruvido come quello. Almeno che… almeno che non si fosse reincarnato!

Ne aveva già sentito parlare. Alcune culture credevano che una volta morti ci si reincarnasse in qualcos’altro, che si nascesse con un corpo diverso in base alle proprie azioni nella vita passata. Poteva essersi quindi reincarnato in una patata! In questo modo si spiegava perché era in un sacco e veniva trasportato in un carro. Seen non riusciva a crederci. Una patata? Come poteva passare una vita sotto forma di patata? Poteva sempre essere diventato qualche altro ortaggio oppure potrebbe essersi reincarnato in una verdura o un frutto, ma ciò non rendeva la sua situazione meno patetica e assurda. Cosa aveva fatto nella sua vita per diventare una misera patata? L’unico lato positivo era che sarebbe finito tutto abbastanza presto, la vita di un vegetale non è molto lunga. Ma voleva dire che sarebbe stato mangiato da qualcuno, quale morte poteva essere più dolorosa? E dopo si sarebbe potuto reincarnare in una patata un’altra volta. Forse si sarebbe reincarnato da patata in patata per l’eternità. Non sapeva che le patate potessero sentire suoni, ma la disperazione del momento lo aveva distratto dalla nuova scoperta sensazionale sull’ortaggio. Doveva cercare di consolarsi, poteva pur sempre nascere come lumaca o zanzara, probabilmente sarebbe stato peggio. Gli sembrava strano però che riuscisse ancora a ricordare cosa gli era accaduto nella sua recente vita. Se dopo la morte si mantengono i ricordi di prima allora tutti noi dovremmo sapere da cosa ci siamo reincarnati. Forse stava saltando a conclusioni troppo velocemente. Non era per forza detto che fosse diventato una patata. Mentre ragionava sentiva di essere in grado di muovere le sopracciglia e spesso batteva le palpebre quindi era sicuro di avere gli occhi. Quindi non poteva sicuramente essere una patata o qualsiasi altro vegetale, e nemmeno un animale altrimenti sarebbe stato ucciso prima di essere stato messo in un sacco. Forse non era ancora del tutto morto. Aveva letto una volta in un libro che una persona subito dopo essere decapitata ha ancora dei secondi di coscienza. Dal momento che i cadaveri venivano trasportati dentro dei sacchi si riusciva a spiegare sia dove si trovava e il perché si trovasse lì. Forse le teste dopo essere state mozzate riprendono vita dopo un po’ e nessuno lo aveva mai scoperto fino ad allora, o magari lui era un’eccezione ed era riuscito a restare cosciente per più tempo. Tutte queste teorie gli stavano sfracellando il cervello ed era troppo confuso per notare che il carro stava rallentando. Tutt’un tratto sentì il rumore di un uomo urlare, un urlo che lentamente si faceva più lontano mentre la carrozza risultava accelerare. Riusciva a sentire i cavalli galoppare molto più velocemente, ma ormai a Seen non fregava più nulla di nulla. Era giunto a quel punto della depressione dove non si piange né ci si dispera, ma semplicemente si comincia a guardare il vuoto ignorando ciò che accade intorno a sé e si smette totalmente di pensare. E così stava facendo, sentiva che la carrozza si era fermata e che qualcuno aveva preso in mano il sacco che conteneva il suo cadavere, ma ormai era come se non avesse più motivo di reagire. Però, quando sentì due mani prendergli la testa e vide il suo corpo dentro un sacco e con il collo tagliato, non poté fare a meno di urlare.

 

Thomas Belvedere

 

6 Commenti

  1. Che geniale l’idea della reincarnazione in una patata, mi ha divertito tantissimo!!

  2. È bellissimo!

  3. Non ho potuto trattenere un sorriso quando Seen si stava scervellando sulla sua condizione :’) davvero un bel capitolo, grazie 😀

  4. Questa parte mi ha fatto troppo ridere!!! ahahaha ma come ti è venuta in mente? è geniale xD

  5. È un racconto interessante e al tempo stesso divertentissimo! Complimenti davvero 😀

  6. Mi è piaciuta l’ironia di questo capitolo 🙂


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