La nostra vera amicizia – Nausicaa Baldasso

Due ragazze e un pomeriggio per conoscersi.

Impulsiva una, impacciata l’altra.

Era lunedì e la giornata volgeva al termine in un’affollata sala da caffè.

L’impacciata era seduta e armeggiava con la tracolla della borsa per trovarle una degna collocazione.

L’impulsiva si precipitava a ordinare un drink, guardandosi attorno irrequieta.

Gli sguardi s’incrociarono scegliendosi. Nasceva un’amicizia.

«Hey! Mi farebbe piacere conoscerti. Sono Ludovica» disse la ragazza che teneva fra le mani un calice di succo colorato avvicinandosi all’altra, che con sorpreso imbarazzo rispose: «Ciao! Mi chiamo Marta. Perché vuoi conoscermi?»,

Ludovica replicò: «La tua cocciutaggine nel trovare un posto alla borsa mi ha impressionato. Sembri una ragazza quotidiana, potrebbe essere la scoperta del secolo! Non mi è mai capitato di incontrare persone ordinarie, il più delle volte mi sento un buco nero circondato da perfezione».

Marta indugiando azzardò: «Ottimo! Allora possiamo scambiarci regolarmente le email. Se mi dai la tua questa sera provo a scriverti due parole su di me».

Ludovica scandì alla perfezione la propria email, poi risoluta disse: «Perfetto! Attendo la tua presentazione! Buon rientro!».

La sera sopraggiunse e nessuna delle due ebbe modo di comunicare, ma la mattina seguente Ludovica ricevette la mail tanto attesa.

Marta le suggeriva una scampagnata in montagna. Ludovica accolse l’invito e si preparò a dare una svolta alla propria vita.

Confermato l’appuntamento, fissarono l’orario di partenza per la domenica entrante.

Qualcosa andò storto e l’escursione saltò, forse la paura di una delusione, o di affrontare una vera amicizia.

Passate due settimane il caso le avvicinò nuovamente. Questa volta al supermarket. Ludovica si presentava con un sacchetto di rucola tra le mani e Marta con una bottiglia di acqua minerale. In due non avrebbero concluso una cena.

Prima di avviarsi alla cassa Marta raggiunse Ludovica e in uno slancio di entusiasmo disse: «Ludo sei tu?! Comprendimi per la mancata gita, il lavoro mi ha impegnato l’intera domenica. Che cosa fai questa sera? Vorrei andare in una discoteca in zona. Buona musica e spazio per parlare! Ti uniresti?».

Ludovica esterrefatta ribatté con gratitudine: «Una magnifica alternativa allo zapping televisivo! Accetto, ma la mia auto non è performante, non so quanti chilometri riesca a macinare, è decrepita».

Marta reagì tergiversando: «Indirizzo e passo per le ventidue». Concordata la serata si salutarono ridacchiando.

Nel tornare a casa Ludovica canticchiava A Long December dei Counting Crows.

La discoteca selezionata per l’occasione appariva meno caotica di come Ludovica ricordasse, quella sera i ricordi più infelici erano annebbiati, così come il nome del passato accompagnatore. L’unico pensiero era distrarsi.

Nel locale le ragazze passarono il tempo a scattarsi selfie, a conoscere gente, e ad assaggiare fresco liquore alla liquirizia. Al termine, Ludovica acciuffò il cellulare e cambiò il profilo di whatsapp sostituendo una foto scialba con la foto che la ritraeva in compagnia di Marta. Un’amicizia che le pareva impossibile, libera di esprimersi.

Agli incontri sporadici seguirono cene e spettacoli cinematografici, visite ai musei, aperitivi. Ludovica ebbe il piacere di frequentare gli amici di Marta, musicisti scatenati e intelligenti, sperimentando la vita da single, lontana da sofferenze sentimentali.

Nei mesi l’amicizia così come si rafforzava, si raffreddava.

Ludovica non vedeva progredire il rapporto, e Marta non era pienamente soddisfatta, celava con sofferenza qualcosa d’incompiuto, nonostante si sfogasse raccontando disagi esistenziali, amicizie andate in fumo e compagnie sregolate.

Ludovica ascoltava, commentava e si confrontava. Nelle storie di Marta riviveva le proprie vicissitudini, riconoscendo in lei gli uomini che aveva amato e che l’avevano abbandonata. La relazione si stava arenando.

Un sabato di ottobre Marta propose all’amica una camminata. Ludovica che cercava una soluzione alla piscina, accettò con piacere.

Si trovarono su un sentiero che costeggiava un bosco alberato.

Salutandosi infreddolite s’incamminarono, dapprima in silenzio, poi Marta si animò:

«Ludo devo parlarti. Temo che il mio racconto possa distruggere la nostra amicizia, qualcosa non va. Tu come giudichi il tuo atteggiamento nei miei confronti?».

Ludovica non capiva, probabilmente non aveva dato importanza all’amica nelle ultime settimane. Terrorizzata e con le lacrime agli occhi disse: «Marta, hai ragione. In questi giorni mi sono dedicata al lavoro e non ho avuto un attimo per ascoltarti, né per condividere con te le nostre esperienze, perdonami, spero si possa risolvere, non immagino una vita senza di te, sarebbe amarissima».

Marta prese fiato e ricominciò: «Ludo mi sono spiegata male. Intendevo dire che in questi mesi ti sei comportata anche fin troppo bene. Hai taciuto, non hai chiesto, non hai indagato, non hai voluto sapere, non ti sei allontanata». Ludovica stava impazzendo. Che discorsi erano?

«Marta non ti seguo, perché mi sarei dovuta allontanare. Che offesa mi avresti fatto di cui non mi sono accorta?».

Marta a denti stretti rispose: «Non sono per il genere maschile. Non hai visto come guardo le donne? Non ti sembrava un po’ particolare il mio comportamento? Le battute che facevo? Il mio stile, il mio aspetto? Non mi trucco, non parliamo di creme, di shopping… ». Ludovica a questo puntò si espresse liberamente: «Marta il tuo orientamento mi era già noto. Perché avrei dovuto parlartene se non rappresentava un impedimento alla nostra amicizia? Sono questioni personali che solo tu avresti potuto rivelare. Che amicizia sarebbe stata se ti avessi costretto anche indirettamente a raccontare una parte che ti è sconosciuta? Ti ho scelto come amica perché sei esattamente l’amica che ho sempre sognato! Straordinariamente imperfetta! ».

Si commossero.

«La nostra amicizia potrebbe rinforzarsi! Sempre che tu voglia seguitare nell’essere mia amica e ascoltare storie d’amore completamente al femminile!» concluse Marta.

«Finalmente ascolterò i tuoi racconti, e non favole inventate. Potrò consigliarti, capire i tuoi disagi, le tue paure e cercare di consolarti davanti a situazioni complicate. E se ti dicessi che la nostra amicizia inizia adesso?» replicò Ludovica.

Marta alzò gli occhi al cielo, e con una fragorosa risata abbracciò Ludovica, gridando: «Si! Marta piacere!»

E Ludovica: «Ludovica, piacere!»

 

2 Commenti

  1. Bellissima, non mi aspettavo quella rivelazione! Hai toccato un tema molto importante perché purtroppo ci sono diversi pregiudizi sugli omosessuali perché si pensa che solo perché all’altra persona piacciono quelle del tuo stesso sesso, allora automaticamente si innamorerà di te; proprio come si pensa che non esiste l’amicizia tra maschi e femmine. Non sempre l’amicizia diventa per forza amore, sono due cose diverse ed entrambe bellissime 🙂

  2. Grazie Bianca. Si la mia intenzione è stata quella di dare voce a una problematica di questo tipo come una situazione che non crea assolutamente difficoltà o barriere ad un’amicizia vera!


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